La Val Rosandra è un patrimonio naturalistico incontaminato, selvaggiamente poetico, di rara bellezza romanica. (...)Per chi la frequenta assiduamente è un luogo sacrale, un rifugio spirituale a pochi minuti d'auto dalla citta; per chi non l'ha mai vista la folgorazione immediata è garantita.
(da Carso di Corsa di F. Fabris e M. Santoni)
Ieri raffiche a oltre cento chilometri all'ora, se non altro quanto di meglio per pulire finalmente il cielo dalla nebbia che da più di una settimana ci impedisce di vedere il colore del cielo e rende ogni cosa umida e grigia...
Oggi la bora non è ancora cessata e il termometro si aggira sui 0°C; il ritrovo è fissato alle 8:30 con Stefano e Alessandro a Bagnoli della Rosandra per il mio primo giro di corsa in Valle!
Partiamo piano nell'abitato per dirigerci all'inizio del sentiero sterrato, l'intenzione è quella di provare il percorso della JamaRun; dopo poco più di un chilometro incrociamo Enrico che si unisce a noi...
Di questi posti ho pochi ricordi da piccola, con i miei genitori si faceva la passeggiata che dal parcheggio porta a Bottazzo, quindi sosta per il pranzo e ritorno...
Ma dai racconti di Davide e dalle sue foto, nonchè dalla lettura del libro Carso di corsa di Fabris-Santoni avevo pregustato che la Valle è un mondo a parte, una palestra naturale per allenamenti di ogni genere, dalla gita, alla camminata "in montagna", alla corsa più impegnativa con dislivelli interessanti...
Il paesaggio è davvero magico, si parte dal basso e si costeggia il torrente Rosandra e presto si sale. Dolce e aspra la Valle: sinuoso e accattivante il panorama, i fianchi delle alture sono plasmati, come ricoperti da un drappo morbido che si posa increspandosi... Aspro il terreno, prevalentemente pietre dure e appuntite, sassi e ghiaia; oggi poi, con il viso e la vegetazione spoglia schiaffeggiati dalle raffiche si ha la sensazione di esser ospiti in un luogo dove la natura comanda ...
Dopo 5 km di salita abbastanza impegnativa fra sentieri di sottobosco e tratti di pietre e sassi, dove anche le mani si rendono utili per salire arriviamo a Beka: da qui un pezzo di altipiano davvero piacevole e soprattutto CORRIBILE tra prati inondati di una luce forte, accecante.
Il pezzo di discesa con ghiaione lo dimenticherò difficilmente: oltre a frannare i sassi, pure io slitto con loro, sensazione di quasi-totale fuoriconotrollo...

ho cercato le foto in internet per far capire quel che ho visto e cosa avevo intorno e rimando (ancora una volta, GRAZIE Davide) alle foto incluse in questo post!
Dalla vetta la discesa è a dir poco scoscesa e si ripiomba nel giro di pochi minuti dal cielo alla terra...