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mercoledì 1 gennaio 2025

3 in un colpo!

Non si può rifiutare l'invito di un'amica, quando la proposta è "andar per monti" il primo giorno dell'anno: per un appuntamento già rimandato? per un buon auspicio? un modo per affrontare un anno in più? In ogni caso, di certo c'è un buon motivo per non lasciarsi sfuggire una giornata che in pianura era grigia e nebbiosa, ma che in quota è stata baciata da un sole caldo e splendente!

Castello Valdjer e monte Sernio sullo sfondo

Iniziamo il cammino dal Castello Valdjer (1340 m) e prendiamo il sentiero 404 intitolato alle Farinarie (le donne carniche che portavano a spalla la gerla dal fondovalle alle malghe) per circa 4 chilometri. Il sentiero è solo in parte innevato, e attraversiamo il tratto iniziale nel bosco, fino ad arrivare a un bivio: lasciamo il sentiero che aggira il monte Neddis e prendiamo una traccia in cresta per arrivare alla prima croce della giornata:

Monte Neddis 1990 m

Proseguiamo in cresta, piccolo saliscendi per incrociare il sentiero 404 e risaliamo alla volta del Monte Dimon: questa volta la croce è quasi nascosta e poco visibile:

Monte Dimon 2043 m

Dalla cima si vede l'omonimo lago completamente ghiacciato e sullo sfondo le nubi che sovrastano la pianura, oltre le montagne.

Lago Dimon 1900 m

Il sentiero prosegue in cresta per poi piegare verso sud ovest, tagliando il pendio e ricongiungendosi al sentiero che, a questo punto, ha le fattezze di una carrareccia. Siamo alla casera Montelago (1920 m).

Ultima risalita della giornata, dapprima lungo una traccia che, parallela alla strada, percorre la dorsale (tratteggio nero sulla tabacco) per poi affrontare gli ultimi metri di quota sul sentiero 404 che ci porterà alla cima del Monte Paularo (2043 m) - proprio la stessa quota del precedente -. La visuale ora è davvero incredibile, 360° di panoramica e riusciamo a individuare le montagne più caratteristiche: dal monte Coglians, al monte Antelao, il Pelmo ed il Civetta; il monte Sernio, il Grauzaria, il Canin e il Montasio... e moltissimi altri! Gli occhi si riempiono di meraviglia.

Monte Paularo 2043 m

Ci fermiamo per una breve sosta poco sotto la cima, troppo ventosa per godere piacevolmente dello spuntino, e per la  discesa seguiamo per la comoda strada che ci riporterà, dopo un paio di chilometri, al di fronte al lago Dimon.


Proseguiamo la lunga discesa (circa 5 chilometri) sulla strada che, concludendo il giro ad anello, ci riporterà al parcheggio.



mercoledì 25 dicembre 2024

Monte Forno: 3 Confini!

Buon Natale a modo mio! ... per chi a bisogno di una pausa tra il cenone della Vigilia e il pranzo con Parenti di Santo Stefano. non sono la sola libera il 25 Dicembre, peraltro giorno perfetto per viaggiare, strade libere, pochissimo traffico!

Si parte presto alla volta di Tarvisio, e la cosa difficile è, usciti dall'autostrada, trovare un caffè aperto; l'unico che scorgiamo è quello poco dopo il bivio per Fusine. Alle 10 siamo in cammino: il sentiero 522 parte proprio dalla Strada Statale 54 che porta, un chilometro più avanti, al confine di Ratece, con la Slovenia.

Il primo tratta sale abbastanza dolcemente, percorriamo un traverso nella neve fresca, anche se qualche escursionista ci ha preceduti e le ciaspole, per il momento non servono.

Proseguiamo nel bosco, dove la pendenza aumenta, il fiato si fa corto e le chiacchiere si diradano. Non c'è nessuno in giro, abbiamo incontrato solo un signore che scendeva mentre noi iniziavamo la salita.

Dopo una piccola deviazione con perdita di quota per ammirare la Chiesa Madonna della Neve, proseguiamo la nostra salita verso la sommità del monte dei tre Confini e, per prudenza, per un breve tratto infiliamo le ciaspole. La pendenza nel bosco si fa via via più ripida, e un po' di stanchezza inizia a arrivare.

Finalmente in cima, siamo accolti da un vento freddo e sostenuto: si apre la vista sul versante austriaco che, esattamente al contrario di quello italo-sloveno, è ampio ed il pendio, attrezzato con impianti di risalita, dirada dolcemente verso la grande vallata.


Ci ripariamo sotto una struttura in legno chiusa su tre lati per consumare il nostro pasto Natalizio con piacere e condivisione: ognuno offre un pezzo di quello che ha portato. In cima incrociamo anche altre persone che salgono da ogni versante: arrivano quasi di corsa una ragazza e un ragazzo sloveni giovanissimi, poi una coppia di amici austriaci che ci offrono della cioccolata, una signora della Val Resia che si stappa una lattina di birra e noi 5! non manca il brindisi a base di tisana, e il panettone che Silvia ha premurosamente portato su!



Scendiamo lungo il sentiero sloveno che corre a ridosso del confine e, poco sopra l'abitato di Ratece, svoltiamo a destra per tornare al punto di partenza.


Grazie Rocco per l'idea di questa bella gita.

domenica 30 aprile 2023

Molisn't

L’idea nasce con i buoni propositi dell’anno nuovo, perché quando due persone si incontrano scoprendo di avere un gusto per il divertimento assonante, anche quello che può sembrare un azzardo (se rimane solo nella propria mente), a raccontarlo e di fronte all’altrui entusiasmo può prendere forma!

Antonio disegna così un bellissimo percorso, ideato per attraversare il Molise partendo proprio dalla sua Isernia, fino al mare. Dopo l’esperienza comune lungo il tratto della via Francigena da Siena a Roma, trova in Valentina una compagna di viaggio disposta a testare il percorso, che in parte ricopre i luoghi già visitati negli innumerevoli giri giornalieri, ma in parte esplora zone anche a lui sconosciute!


Day 1 - da Isernia la prima salita porta a Miranda, coloratissimo paese: si abbandona la città e ci si immerge nella rigogliosa natura che a fine aprile esplode nel suo rigoglioso verde brillante. 

Passiamo l’abitato di Carovilli e proseguiamo lungo la strada si snoda nel mezzo di una fitta foresta, con tanto di cartelli a segnalare l’eventuale presenza di orsi!

Dopo un breve ristoro ed il secondo caffè della giornata inizia la lunga salita che ci porterà al punto più alto dell’intero percorso: Capracotta (1421 m s.l.m) Si tratta di un famoso centro per lo sci di fondo: ormai la neve imbianca soltanto le vicine dorsali dell’Appennino (grande massiccio della Maiella?) e per riprenderci dalla salita consumiamo il nostro pranzo (grazie mamma Rosa!).

lungo la ripida discesa ci fermiamo ad ammirare le cascate del Verrino, per poi proseguire il nostro viaggio fino a Bagnoli del Trigno, non a caso denominato la perla del Molise. Al accoglierci lo spettacolare Castello ducale Sanfelice che si trova in cima alla montagna rocciosa del paese, a 783 m. circa slm, a guardia del rione Terra di Sopra. Grandissima soddisfazione all’arrivo, consapevoli di aver portato a casa la tappa più dura!







Day 2 - dopo aver visitato a piedi i vicoli lastricati di Bagnoli, inforchiamo nuovamente ne nostre bici e riprendiamo il nostro viaggio: Salcito è la prima sosta idrica della giornata, per poi proseguire scendendo verso Fondovalle del Trigno e quindi guadagnare il pranzo a Roccavivara, dove per la prima volta scorgiamo, in lontananza, l’azzurro del mare, nostra meta finale. Nella piazza del paese ci sono due bar, ma non è facile trovare qualcosa da mangiare: ci dissetiamo con una birra, la giornata e soleggiata e la salita richiede di reintegrare i liquidi! Finita la pausa pranzo risaliamo ancora un po’ e raggiungiamo il punto più alto della nostra giornata, 892 m slm e guardiamo le pale eoliche negli occhi!

Lunghissima discesa che ci porterà al livello del lago, non senza la dovuta sosta al caratteristico abitato di Civitacampomarano: oltre al bellissimo castello angioino, principale monumento cittadino, si rimane stupefatti dai numerosissimi murales che decorano le facciate delle case; le opere, frutto dell’’espressività di numerosi artisti, sono il regalo che là manifestazione CVTà Street Fest dona al piccolo borgo. 

Proseguiamo la discesa e costeggiando il torrente Vallone Grande arriviamo sopra al lago di Guarfialfiera: l’ultima fatica della giornata prevede la salita alla cittadina per poi oltrepassarla, guadagnare ancora un po’ di quota e trascorrere la serata nell’incantevole agriturismo Terre del Sacramento!












Day 3 - scendiamo da Guardalfiera e per poi risalire per una riva con tratti di pendenza al 15%! Portiamo la bici a mano sul tratto fortemente sconnesso per poi risalire in sella e bypassare l’abitato di Palata; una bella e piacevole discesa ci porta a  Montenero di Bisaccia, dove ci fermiamo per mangiare e mangiare qualcosa. 

Siamo in profumo di arrivo, il mare adesso è vicino e il percorso regala ancora discesa: all’altezza di Petacciato tocchiamo la sabbia e con un’ultima pedalata arriviamo sul lungomare della cittadina di Termoli, dove trascorreremo l’ultima notte. Di grande impatto il castello Svevo che ci accoglie all’entrata dell’antica borgata tra le mura d affacciata sul mare.

Il Borgo regala scorci incantevoli, e tra i vicoli lastricati di pietra chiara ci infiliamo anche nel vicolo più stretto d’Italia, che è largo soltanto 41 cm!

Merita certamente una visita la Cattedrale Santa Maria della Purificazione di stile romanico pugliese dove sono conservati il corpo del santo patrono della città, Basso e del compatrono Timoteo. Essa è edificata nel punto più alto del promontorio termolese. Di recente sono state aperte al pubblico 4 sale sotterranee, da visitare con guida per un’interessante immersione nella storia locale.

 









domenica 31 luglio 2022

via Ferrata Catenaccio d'Antermoia

Partiamo venerdì pomeriggio dopo il lavoro, per quest'esperienza dai tratti agrodolci, indiscutibilmente la prima e l'ultima del genere, non me ne voglia Sandra :)
Per fortuna il pernotto di venerdì e molto "friendly" (grazie Davide) e provo anche a dormire in piccionaia in camper! :D

Passo San Pellegrino


Sabato ci troviamo a Vigo di Fassa, all'impianto di risalita che con una seggiovia a due tratte di porta a quota 1800.
Inizia così il nostro cammino in direzione del Passo Principe, non senza qualche sosta e variazioni di percorso.
Le nostre compagne di viaggio sono Marzia, Nicoletta, Monica e Carla, per qualcuno si tratta della prima esperienza in via ferrata.
La salita ci porta al rifugio Vajolet e qui facciamo una deviazione a sinistra, per portarci al cospetto delle torri del Vajolet . Raggiungiamo così il Rifugio Re Alberto attraverso un sentiero attrezzato con un cavo d'acciaio, forse più pericoloso per la massa di viandanti che per la ripidità dello stesso.
Riprendiamo quindi la salita. le persone si diradano e con un'accoglienza molto ventosa arriviamo al Passo Principe, 2600 m.
Il rifugio è davvoer incastonato nella montagna, infatti la schiena ci è proprio appoggiata contro. La nostra stanza è collocata separatamente dal corpo del rifugio, 10 letti in tutto accostati, 5 sopra e 5 sotto.
Il rifugio è piccolo e molto accogliente, a teneere banco per tul pomeriggio c'è Sergio, il titolare che con il figlio e la nuora (in dolce attesa) gestiscono questo piccolo gioiello in quota. 
Il posto è eccezionale, le rocce hanno colori mutevoli e tra il tramonto e l'alba non saprei dire cosa mi ha incantato di più. La cena è buona, la stanchezza è tanta e presto andiamo a riposare.








Domenica mattina partiamo alle 7, fuori dal rifugio fa davvero freddo e soffia molto vento, simo in sella: la salita per l'attacco della ferrata parte a bomba e complice la colazione appena finita, ci sentiamo quasi male!
La ferrata non è particolarmente lunga, nè faticosa, nè esposta: soltanto lìulimo pezzo in cresta è sprotetto e si cavalcano le rocce, contamplando il lago d'Antermoia che ci attendde dal versante opposto della salita.
Dopo le foto di rito con la croce, ci dirigiamo verso l'attacco della ferrata di discesa, che sembra molto più lunga della salita.... 
Quando finalemnte arriviamo a un pianoto ghiaioso siamo vicine al rifugio, nel quale pranzeremo.
La successiva discesa a Canazei è lunga, la quota inferiore restituisce alberi ed erba ad adornare il nostro paesaggio.







finiamo stanche e soddisfatte per la giornata, un po' meno per il vetro infrannto del telefonino :(



domenica 17 luglio 2022

Sentiero naturalistico Fabio Miniussi - CAI di Monfalcone

Gita organizzata dal Cai di Monfalcone, occasione speciale per i partecipnti, legati profondamente dalla conoscenza comune di Fabio: quasi tutti i presenti erano qui, 30 anni fa, all'inugurazione di questo sentiero naturalistico, intitolato alla memoria di un amante della montagna andato via troppo presto...

Mi sono sentita spettatrice silenziosa delle loro emozioni, nelle parole, nei gesti, nei racconti ho colto qulacosa dell'uomo, dell'alpinista.












DESCRIZIONE DELL'ITINERARIO: Sabato partenza dal centro di Frassenè (park vicino alla chiesa). Transitando sul sentiero 771, (che inizia dietro la partenza della vecchia seggiovia) prima su asfalto per rado bosco e poi su strada sterrata si arriva al rifugio. Si può seguire la strada fino a destinazione, altrimenti da località Rafadora (1470 mt) si segue la traccia di sentiero che più ripidamente, segue la vecchia pista di sci. Nel pomeriggio chi ha piacere potrà fare una piccola escursione che in un paio d'ore, tra andata e ritorno, ci farà raggiungere prima il passo di Luna e poi seguendo i pascoli del crinale che lungo il filo di cresta porta al Col di Luna(1747 mt - croce). La veduta panoramica da qui è grandiosa con vista 360° si può godere di tutto il gruppo del Monte Agner – Croda Granda e delle altre montagne che circondano la Conca Agordina: Civetta, Moiazza, San Sebastiano, Tamer, Talvena, Monti del Sole, Vette Feltrine. Si ritorna al rifugio seguendo a ritroso il percorso dell'andata. Domenica si percorre il sentiero naturalistico F. Miniussi. “Naturalistico” non è sinonimo di banale, il percorso richiede piede fermo per il fondo impervio e prevede in alcuni punti la risalita di tratti rocciosi che richiedono l'uso delle mani. Inoltre attraversa un paio di canali che scendono dall'Agner e che all'inizio stagione sono spesso ghiacciati e che potrebbero richiedere l'uso di ramponcini. L'impegno sarà ripagato da un ambiente incontaminato e dalla presenza di numerose e rare fioriture. Una per tutte la vistosa Scarpetta della Madonna. Dopo la discesa su ripidi prati si attraversa un'area di pascoli e rado bosco e con modesta risalita si ritorna al Rifugio Scarpa. Da lì in circa 1ora e mezza si scende al parcheggio nel paese di Frassenè.


Grazie a Tullio e a tutti i partecipanti per l'accoglienza: una gita speciale e toccante per il carico di emozione che legava tutte le persone che hanno conosciuto Fabio e gli hanno voluto bene, e che fanno il possibile per portare avanti il suo ricordo.