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lunedì 24 ottobre 2016

aromatic forty... and more!

L'idea era di aumentare di 10 i km dell'ultimo lungo, per una progressione di ore sulle gambe e km in saccoccia...
La giornata da previsioni sembra quella giusta, soleggiata e senza vento, un "regalo" in una settimana non proprio meteorologicamente fortunata!
Partenza prima delle 8 da Bagnoli, direzione San Servolo: sono proprio curiosa, l'ultima volta che sono passata di qua era diversi mesi fa e avevo notato lungo il sentiero, prima si sbucare in Slovenia, dei cumuli di immondizie lasciate sparse lungo il percorso. immondizie non è forse il termine adatto: controllando meglio oggi abbiamo appurato che si tratta di cose vecchie, come se qualcuno avesse lasciato in bosco il contenuto di una soffitta o di un vecchio magazzino.


Ci sono vesiti, peluches uno skateboard, tant cataloghi di prodotti di impiantistica, libri d scuola, cartoline... una tristezza assoluta! Ci chiediamo chi possa lasciare quelle cose lì invece che portarle in discarica, la cosa sembra  non avere alcun senso, dato che il sentiero è nel cuore del bosco e tali cose ingombranti, portate in sporte, casse, sacchi neri, sono state portate a fatica e a braccia...
Ci ripromettiamo di fare presto qualcosa per restituire alla natura il suo spazio e togliere quello che l'uomo incurante dei danni, si è permesso di buttare!
Passato San Servolo e dopo qualche secondo di ammirazione verso il mare, la città e l'arco alpino che si staglia all'orizzonte, voltiamo le spalle e ci dirigiamo dritti verso il Kojnik... ehm, dritti sarebbe un eufemismo, diciamo che "navighiamo a vista" verso il monte sloveno, attraversando sentieri più o meno conosciuti...
Dopo aver passato l'abitato di Petrinje, Davide si ricorda (!) di essere passata "per di qua" in una gara e, dopo un'iniziale carareccia larga che scorre adiacente ad un prato, ci troviamo a camminare nell'erba altra tra alberi e rovi. Recinti di fil di ferro, ancora erba alta e ancora salita, fino a sbucare un una prateria di cespugli bassi, chiari e vellutati: magnifica sorpresa, c'è salvia selvatica ovunque, l'aria è intrisa di profumo, non resisto e ne prendo una fogliolina che sfrego tra le dita e tengo con me per tutto il resto del viaggio...
Amo la Slovenia: verde, così selvaggia e poco abitata, dove la natura è sempre protagonista!
Qualche istante per ammirare anche da qui il panorama insolito, scorcio inusuale del territorio sloveno prima, croato poi con profili di montagne che hanno un richiamo fortissimo e che voglio salutare con la promessa di andarci presto!
Da qui il Kojnik è davvero davanti ai nostri occhi, basta tirare dritto...  ferrovia permettendo!
Passata anche quella, corriamo un bel pezzo pianeggiante fino ad arrivare al campo sportivo di Podgorje, proprio al parcheggio dove di solito si lascia l'auto per iniziare l'ascesa al Taiano.
Siamo al 16° km e tutto va bene, il sentiero che porta in cima non me lo ricordavo così ripido, ma cosa non si fa per conquistare i suoi 802 metri e lasciare un segno sul libro di vetta?!

Cerchiamo un congiungimento per andare diretti sul Taiano senza fare di nuovo  lo stesso sentiero e, dopo una piccola deviazione infruttuosa, ci ricongiungiamo col percorso dell'andata.
La discesa cancella presto la fatica e, tornati a Podgorje siamo pronti per la diretta che questa volta ci porterà a quota 1028 metri, sulla cima accanto. Il sentiero si inerpica tra gli alberi, al riparo dal sole nel primo tratto e poi scoperto nel secondo: fa caldo e l'acqua scarseggia.

Arriviamo in cima e troviamo una comitiva (di triestini), tutti col giubbotto fucsia! :O
Il rifugio è chiuso, pausa giusto il tempo di uno scatto in vetta e poi giù: da qui è tutta discesa, fino alla macchina (più o meno...!)
La larga e comoda carrareccia scorre via veloce sotto i nostri piedi, ma in ogni tratto in cui il terreno torna pianeggiante e bisogna spingere un minimo, le gambe iniziano a lamentarsi... Quadricipite sinistro che brontola e in effetti mi sento un pò stanca...
Arrivati ad Erpelle decidiamo che è il momento di fare una sosta-caffè per sederci un attimo, scaldarsci e rifornirci d'acqua. Proseguiamo poi verso l'imbocco della ciclabile, proprio quella che porta in centro a Trieste; dopo diversi chilometri di "navigatore automatico", all'incrocio col sentiero 15, ci tuffiamo giù in Valle. Ultimo sforzo: non fermarsu al Rifugio Premuda per un gulash ma tirare dritto e arrivare al parcheggio del teatro! 
WOW che giro, assaporo incredula il "viaggio sulle gambe" che mi ha portato in posti già esplorati ma per vie sconosciute: ho scoperto un pezzo di terra profumato e selvaggio, propro vicino a casa! :)
... tirando le somme abbiamo chiuso un pò oltre "il quarantello", ma non si poteva fare a meno...

2 commenti:

  1. l'educazione è sempre più merce rara. e pensare che in discarica manco paghi!!1

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    1. Già Nino, che desolazione! un fortissimo sentimento di tristezza mescolato a rabbia!

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