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domenica 3 maggio 2009

Maratonina dei due Castelli

21,097 km
7:45 ritrovo in piazza libertà con Stefano, tragitto in pullman e sbarco a Duino… siamo il secondo carico di iscritti che sbarca, e intorno a noi c’è il vuoto… il cielo è coperto, c’è un po’ di vento… facciamo un giro per passare il tempo, mancano 2 ore alla partenza è ancora troppo presto per riscaldarci…
ora che son qui l’eccitazione che avevo nella settimana appena trascorsa si è dissolta inspiegabilmente…
8:50 intorno a noi inizia ad affollarsi, ora gli autobus arrivano in continuazione e presto la strada si tinge  di mille colori… mi piace, siamo davvero in tanti di tutte le età, e di tante nazioni: c’è anche un considerevole gruppetto di canadesi, considerevole per il peso di ciascuno di essi (sembrano degli armadi in canotta e calzoncini…)
ore 9:20 depositiamo le sacche, ora sono in canottiera e  pantaloncini e, tanto per cambiare, ho freddo… è arrivato il momento di scaldarci un po’, se no mi congelo prima della partenza…
mentre trottiamo per la strada guardo un po’ incuriosita la vestizione/preparazione dei concorrenti: creme, unguenti, massaggi, rituali propiziatori…
10:00 ci infiliamo nell’ampia griglia di partenza di nostra competenza (visti i pronostici dei tempo siamo quasi al fondo…), ancora un po’ di stretching, qualche chiacchiera, una raccomandazione…
10:40 partenza annunciata con 10 minuti di ritardo, ma finalmente il liberatorio start!!

Gli allenamenti lunghi, 18 e 20 km li avevo fatti rispettivamente a 6:10 e 6:09 min/km e, anche se continuavo a dire a tutti “mi basta arrivare in piazza unità tutta intera e con le mie gambe!”, in cuor mio speravo di chiudere stando dentro i 6 min/km…

La partenza è in decisa salita, che si ammorbidisce dopo 1 km e sparisce dopo 4….
Ora sì che sento l’adrenalina, faccio parte di questo fiume che scorre, mi sento bene, e vado…
Nei primi 5 km ho un ritmo medio di 5:46, considerando la salita sono soddisfatta, ma penso anche che sto andando un po’ troppo, per la mia condizione…  non sono nemmeno a ¼ dell’opera…
I successivi 10 sono i migliori: sono ancora fresca, mi aiuta la pendenza,  dentro di me penso: sto andando troppo, pagherò, è impossibile che tengo 5:43 fino piazza unità (Valentina, ricordati i tempi in allenamento, chi credi di essere?... ). Non so valutare se è meglio rallentare sperando di essere + costante o continuare così finchè va…  ma temo  di “scoppiare”..
… e lo scoppio arriva… sono all’altezza della società velica barcola grignano, che ben conosco… purtroppo ora il sole e allo zenit e le nuvole non ci proteggono più.. fa caldo, credo di non aver mai corso a quest’ora e sotto il sole… l’acqua del ristoro, + che berla, la uso per raffreddarmi braccia, gambe e la testa… sto andando in ebollizione! SOS il garmin mostra 6:23: lo sconforto! Mi sento abbastanza cotta, il polpaccio destro, novità di oggi, morde: ma santa pazienza! Ad ogni slancio della gamba sento una contrazione, una scossa.. come dicevano al corso di yoga?: “concentrati su una parte del tuo corpo e rilassala”: IMPOSSIBILE ci provo ma il mio polpaccio non ne vuole sentire di rilassarsi…
Sono al pezzo sotto il cavalcavia del treno, guardo quelli della non competitiva e penso che non sto andando a molto più di loro, e cerco di riprendere le mie gambe, mi concentro sul respiro..

Per fortuna presto arriva la stazione, la banda che ci incita mi fa sorridere, c’è gente e un po’ di calore umano… l’incitazione fa il suo effetto, mi dà un po’ di carica, e provo ad accelerare l’andatura… poi vedo in lontananza tutte le rive, dietro l’angolo c’è piazza unità…
Non mi par vero, ultimo giro tra le transenne e per magia il garmin mostra 4:50 (?) do quel che ho ancora, perché portarlo a casa?
Passato l’arrivo quasi mi fermo e mi accorgo che non riesco neanche a camminare… voglio solo stendere quel polpaccio, ed avere un po’ di sollievo..
Arranco al ristoro, poi vicino al ns bus vedo Stefano già stufo di fare stretching, ma un po’ zoppicante anche lui…
Guardo un  attimo la medaglia, dietro c’è il percorso: l’ho fatto tutto, è tutto mio, ho sudato ogni singolo chilometro….

Grazie perché, anche se forse per provocazione, forse per incoraggiamento, mi hai chiesto se facevo la mezza… sarà orgoglio, testardaggine o follia, ma il tarlo ha lavorato; mi hai incoraggiata, mi ha supportata con buoni consigli per il lavoro da fare… occorre che ti dica che non l’avrei mai fatta quest’anno senza il tuo input?
Grazie perché attraverso il tuo blog ti ho conosciuto; leggendo dei tuoi allenamenti e delle tue corse traggo novi interessi e nuovi obiettivi..
Grazie perché con i il tuo amore per la corsa riesci a trasmettere passione per questo sport, che non può che accrescere questo sentimento in chi se ne è già innamorato…

Grazie