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sabato 11 giugno 2016

un pensiero...





... a tutti i viaggiatori che hanno interrotto il loro cammino troppo presto, lasciano intorno un vuoto surreale...

domenica 14 febbraio 2016

Amare una persona è…

Averla senza possederla.
Dare il meglio di sé
senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla,
ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei,
ma senza dipendere.
Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a lei,
pur essendo liberi.
Essere un tutt’uno con lei,
pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò,
la cosa più importante da fare è…
accettarla così com’è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe.
Omar Falworth

Dal Libro: “L’arte di amare a farsi amare”

lunedì 18 luglio 2011

favola iraniana

A volte il tempo passa così in fretta e gli avvenimenti si susseguono così rapidamente da lasciarti impreparata a stare al passo con loro...
E' passato così quasi un mese di poca corsa, zero bici, pochissimo nuoto... e molto "tutto il resto"di vita...
penso sia normale, quando si è giù pensare agli affetti, a quelli che non ci sono più ma che ti han dato tanto: e così mi viene alla mente una favola che il mio nonno mi raccontava spesso da piccola...

Il vecchio e il bambino

Nella favolosa città di Teheran, si sta svolgendo un censimento sulla popolazione e tutti i cittadini, vi si devono recare per certificare la loro esistenza.
Un vecchio con il nipotino, abitanti sulle montagne, in un  villaggio molto lontano dalla capitale, si preparano per fare questo lungo viaggio,
A disposizione hanno un solo asinello.
Pian piano si incamminano, per potersi presentare ai funzionari addetti al censimento.
Mentre  il bambino è seduto sul dorso dell’asino e il vecchio gli cammina accanto,  incontrano un gruppo di persone  e dopo averle superate, quando queste si allontanano, il vecchio percepisce i loro commenti:
“Guarda come è maleducato quel bambino, lui sta sull’asino, mentre il vecchio che ha le gambe stanche, cammina a piedi...”
Il vecchio non dice nulla, fa scendere il bambino e sale sull’asino.
Incontrano un altro gruppo di persone e dopo averle superare, di nuovo sente dei commenti:
“ Guarda quel secchione, che egoista, con un bambino così piccolo, con le gambe così corte, lui sta sull’asino e il povero bimbo, deve corrergli appresso….”
Il vecchio, non commenta, ma prende il bambino, facendolo sedere sul dorso dell’asino vicino a sé.
Incontrano un altro gruppo di persone e dopo averle superare, sente nuovamente dei commenti:
“Hai visto quei due lì?  Con un asinello così piccolo, gli stanno sopra entrambi, finiranno per sfiancarlo…”
Il vecchio, ancora una volta non dice nulla, ma prende il bambino per mano, scendendo dall’asino ed insieme si incamminano a piedi.
Dopo qualche chilometro incontrano ancora delle persone, che li salutano, ma mentre si allontanano, queste, commentano ridacchiando:
“Avete visto quei due lì?  Devono essere proprio stupidi!  Hanno un asino a disposizione e vanno a piedi….”

Morale della metafora:  quando fate qualcosa, fatelo per voi, perché se lo fate per avere l’approvazione degli altri, state sicuri che non l’otterrete mai.

domenica 12 giugno 2011

esordio di un triathleta

Sabato 11 giugno Stefano, il "mio compagno di corse" da quando ho iniziato a correre, col quale ho condiviso innumerevoli allenamenti e gare negli ultimi 3 anni,  ha esordito nel suo primo triathlon: lo sprint di Capodistria (SLO) sarebbe potuto/dovuto essere anche il mio primo, ma per impegni familiari e scolastici dei bimbi, non ho potuto partecipare :-/
Se solo penso che, in questa folle avventura dalla corsa al multisport ce l'ho trascinato io! mi sarebbe piaciuto che, come per la prima mezza maratona, la prima maratona o il primo aquathlon, l'esordio fosse un'emozione da condividere, ma qui oggi riporto solo le sensazioni e le impressioni di Stefano e i miei complimenti: ottimo esordio!!!

Riflessioni di un debuttante - di Stefano Delben

Gareggiare in un triathlon sprint non dà le stesse sensazioni di una corsa nel bosco o sulla cresta di una montagna con vista panoramica. Inoltre, se penso che a fine aprile stavo per mollare tutto ed un mese fa non avevo ancora acquistato la bici e il body…

La giornata è perfetta dal punto di vista meteo. Intuire che non pioverà mi fa stare tranquillo per la frazione in bici. La famiglia è al seguito. La località vicina e conosciuta. Le emozioni della vigilia riaffiorano come un batticuore…

Ritiro il pacco gara e con mia grande sorpresa non trovo ne la cuffia ne il pettorale. Mi ci vogliono parecchi minuti e domande per essere sicuro che sia giusto così. Devo, inoltre, farmi passare l’impazienza di entrare nella zona cambio perché mi lasciano sistemare le cose solo 20 minuti prima della gara. Ho scritto una lista lunghissima per non dimenticarmi nulla ma alla fin fine appoggio sull’asciugamano solo quattro cose nell’ordine inverso nel quale mi serviranno. Poi, a piedi nudi mi avvio verso la partenza.

L’acqua e freddina al primo impatto, ma dopo qualche bracciata mi sento già a mio agio. Ascolto, senza capirla, la spiegazione del percorso. Per fortuna un concorrente sloveno mi traduce una cosa importante: dovremo percorrere un triangolo e non un trapezio. Si parte. Sono ancora lontano dalla prima boa quando vedo già altri concorrenti sulla strada del ritorno. Alla virata smetto di nuotare per non dare e ricevere colpi (e per rifiatare) poi via verso la seconda. È il momento peggiore della frazione. L’adrenalina è passata e le poche riflessioni sono tutte improntate a “chi me l’ha fatto fare?” La risposta è nota ma rifiuto di pensare che dopo pochi minuti di una tri-gara io sia già demoralizzato. È solo psicologia. Penso positivo anche perché mi trovo bene nell’elemento acqua. Viro la seconda con le stesse modalità della prima e quindi comincio a nuotare. Bracciate e respiri come in piscina. Recupero parecchie posizioni prima di uscire dall’acqua.


In meno di un minuto effettuo il cambio (scarpe comprese) e inizio la frazione più dura. Non riesco a stare in scia a nessuno dei vari gruppetti che si formano e che vedo scappare. La strada è piatta e i rettilinei della zona commerciale sembrano infiniti ma la bici non va veloce come dovrebbe… Provo a mangiare la barretta che avevo attaccato al telaio. Non basta.  Provo a bere acqua. Non basta. Provo a spingere ancor di più sui quadricipiti femorali. Non bastaaa!!! Qui capisco che se voglio andare oltre i 34 km/h senza scia devo allenarmi un po’ di più e penso che forse sarebbe stato meglio fare Gorizia con il S. Michele per recuperare chi non va forte in salita e in discesa. Mi viene in mente la stessa domandina della frazione di nuoto… Ma verso l’undicesimo chilometro trovo, per fortuna, un desperado come me e, con cambi regolari riusciamo ad agganciare l’ultimo treno utile per farci portare al cambio.  Negli ultimi duecento metri rilasso un po’ i muscoli e tolgo i piedi dalle scarpe da bici.


Qualche secondo in più rispetto al primo cambio e…si corre! Ora va meglio. Le gambe non sono legnose come altre volte durante gli allenamenti e recupero subito molte posizioni. Poco prima del quarto chilometro, quando mi accorgo che devo fare ancora un giro del circuito,  il corpo mi avverte di essere un po’ stanchino. Prendo fiato e rallento. Bevo un po’ d’acqua al ristoro. Apro il body per respirare meglio. Ormai, però, sono tranquillo. Il traguardo è vicino. Sto per finire la mia prima gara. Chiudo la frazione con un  buon 4’26” ma soprattutto con la famiglia al traguardo che mi fa le feste!

Conclusioni:
Per godere dell’avvenimento ho dovuto aspettare il giorno dopo. Le frazioni brevi di nuoto, bici, corsa, i cambi superveloci, sono tutte cose che avvengono così in fretta che non si ha il tempo di assaporarle fino in fondo durante la gara.
Le cose più piacevoli sono state il pre-gara con l’attesa che aumentava ma per fortuna mi sono distratto guardando, compiaciuto, le gare dei bambini e dei ragazzi. Insomma, un bel contorno di gente e un buonissimo ristoro finale a suon di coppette di dolci e frutta fresca.
Non mi sento nemmeno troppo stanco. In effetti la gara è durata solo un’ora e tredici minuti ma non di sola corsa, stavolta! Un’idea subito eliminata (per il momento) è stata quella di provare un olimpico. Ripeto, subito eliminata per il 2011!
Alla fine ho rivolto un pensiero di buon auspicio ai compagni di allenamento che il giorno dopo avrebbero fatto il triathlon di Gorizia e a chi per vari motivi non avrebbe potuto o voluto far gare.


Ringraziamenti in ordine cronologico inverso:
  • a Manuele per i consigli pratici dell’ultimo minuto
  • a mia moglie per il tempo che mi concede per i triplici allenamenti
  • alla “mia” forza di volontà, sempre presente dentro di me, alla quale penso nei momenti difficili…
  • al mio piriforme, senza il quale non avrei iniziato quest’avventura

martedì 31 agosto 2010

oh mamma!

sgomberare la mente da qualsiasi pensiero, azzerare le routines e trovarsi per quindici giorni in costume e infradito, col solo pensiero di spalmarsi (ma soprattutto spalmare ai bimbi!) la crema solare e imbastire una pasta al pomodoro per pranzo...
che nostalgia! bastano 2 giorni al lavoro per annullare la poesia di un'isola brulla e dura, profumata e aromatica: già "isola" mi dice di alrtove, racchiude il senso di un posto magico, unico, talvolta irraggiungibile... scendere dal traghetto fa impressiome, di fronte a noi solo una collina di pietre e una sola strada: vegetazione praticamente assente, caldo e luce del sole abbagliante che si riflette al suolo. Oltrepassato il primo rilievo la flora si presenta un pò più abbondante e la sistemazione scelta quest'inverno si rivela davvero ottima sotto quasi ogni profilo...
Tre corsette a settimana le ho fatte, mi sembavo quasi una bimba alle prese con i compiti estivi: presto presto la mattina, anche in vacanza, che poi il caldo non lascia respiro. Le strade sono tutte un continuo saliscendi, stancante e allenante (spero!) perchè era davvero dura...
... e il nuoto? invero più che nuoto ho scarrozzato un lungo e in largo (al largo) Paolo e questo è stato tutto il "nuoto" al quale mi sono 'seriamente' dedicata!
PS: Oh mamma!  ... domani siamo già a settembre: mancano meno di 20 gg alla prossima mezza e mi sa tanto che devo correre ai ripari e (soprattutto) fare gli scongiuri per non arrivare a Muggia a bordo del furgone scopa :-S

giovedì 10 giugno 2010

confusione

... se sei figlia della solita illusione e se fai confusione...

dopo tre settimane di allenamenti svolti regolarmente questa settimana è completamente andata a rotoli:  solo il corso di nuoto e le ripetute lunedì sera, mercoledì per impegni di lavoro mi è saltato il nuoto e la corsa media. Questa volta non ho fatto i salti mortali per recuperare gli allenamenti persi, anche perchè dopo la Napoleonica la sensazione di stanchezza e pesantezza alle gambe è dura a svanire. Credo di iniziare a subire l'effetto dei ritmi più veloci che la nuova tabella prevede ed il mio punto debole = i polpacci -ora in realtà nella zona laterale e non posteriore- iniziano e protestare :-(

Lasciando da parte la canzone di Battisti che ovviamente mi rimbalza in testa, la mia confusione non è affatto musicale! sabato sera parteciperò al mio primo aquathlon: ci sono circa una sessantina di partecipanti, 15 donne e non posso non chiedermi se sarò la + lenta nel nuoto e la + lenta nella corsa: non ho idea del livello di preparazione dei concorrenti e non so come si svolgerà la frazione di nuoto: ma si parte tutti assieme? e al ritorno della vasca ci si scontra? riuscirò a metter le scarpe coi piedi bagnati? mi perdo o azzecco il percorso fuori dalla vasca per iniziare a correre? arriverò alla fine?

come potete capire, inizio ad essere un tantino agitata! spero di divertirmi, accetto qualsiasi consiglio!

lunedì 7 giugno 2010

allenamento personalizzato!

... si sono fatte attendere, o forse avevano voglia di girare un po' prima di correre in lungo e in largo per la provincia di TS... ma finalemente SONO ARRIVATE!!!
maglietta e canotta Blogtrotters, arrivate questa mattina, canotta utilizzata subito per le ripetute in serata: occorre dire che, con l'abbigliamento personalizzato e col bellissimo logo di the yogi, mi pareva di volare?!?!?!?
Un  ENORME GRAZIE a Matteo, che si è prodigato per soddisfarci tutti, e al Pimpe, involontariamente destinatario della mia canotta e davvero infinitamente celere e gentile nel girarmele!

mercoledì 14 aprile 2010

la prima volta...

non si scorda mai!
Ieri sera ho mandato un SMS a Igor (che tra l'altro è fermo da mesi per una brutta distorsione alla caviglia), un anno esatto è passato dal mio primissimo LL...
...si era gentilmente offerto di scortarmi da Sistiana fino a piazza Unità d'Italia (18 km del percorso della mia prima mezza, quella di TS ovviamente!).
Mi ricordo il ritrovo la mattina presto, la strada costiera con vista mozzafiato ma non chiusa al traffico e quindi con auto a gran velocità, il passo incredibilmente lento, la fatica, l'incredulità a metà di arrivare fino alla fine, il nervoso perchè mentre io boccheggiavo lui non era nemmeno sudato, l'arrivo in piazza unità dolente in ogni dove, con in particolare dei crampi a entrambi i polpacci che, una volta fermata, mi hanno letteralmente assalita facendomi poi camminare fino all'auto con delle movenze davvero grottesche e una soddisfazione INFINITA!!!
GRAZIE IGOR

giovedì 31 dicembre 2009

Auguri