Pagine

sabato 19 maggio 2012

JamaRun

Prima gara del 2012, in un periodo in cui delle gare faccio volentieri a meno dato il poco allenamento e la difficoltà di far combaciare la vita familiare con gli appuntamenti sportivi.
Per oggi però non ho scuse, gara al sabato pomeriggio in orario comodo e poi...  a un trail in Carso, come si fa a resistere?

Il mio spirito è decisamente NON agonistico, se penso al mio NON allenamento dovrei restarmene a casa... ma ammiro l'organizzazione (cai cim): predisporre ristori in luoghi di non facile accesso, mobilitare il soccorso alpino per far correre 150 persone nello scenario incantevole della Val Rosandra è qualcosa che va di per sè onorato con la presenza... poi se per in salita cammino o mi aiuto sui tronchi degli alberi per le discese nel ghiaione... beh, l'importante (per me) è partecipare!
La gara l'avevo corsa lo scorso anno, mi aveva colpito per essere breve (poco meno di 13km) ma intensa, e mi era piaciuta un sacco: quest'anno parto conscia che camminerò molto di più e mi godrò il paesaggio. Accenno un timido riscaldamento ma è meglio di no, non vorrei stancarmi troppo :-P 
ore 16:00 partenza dal centro della piazzetta rinnovata e accogliente di Bagnoli e subito in salita, prima su asfalto e dopo poche centinaia di metri si entra nella riserva Naturale della Val Rosandra. Parto in fondo, lo scopo è arrivare a Beka (cancello orario entro 1 ora) e alterno la camminata di buon passo delle salite alla corsa appena spiana.
Le sensazioni sono positive, fa caldo ma il percorso è per lo più ombreggiato: dopo Beka (transito in 45 minuti), finita la prima grande saita, la corsa è facile, siamo in sella del Monte Carso (parte slovena) e tra prati verdi sbucano cavalli al pascolo. Corro e sorrido, penso alle mie gambe che cmq mi hanno portata quassù, godo il momento e lo apprezzo infinitamente: sono felice!
Il pezzo che mi continua a fare timore è la discesa nel ghiaione alla fine dell'ottavo km, per fortuna non dura molto e ogni tanto ci sono degli alberi sui quali mi appiglio per frenare... quindi sempre  sassi per risalire ancora in cima al Monte Carso.
Arrivati in cima c'è una radura dalla quale si lanciano col parapendio (e oggi ce ne erano diversi a colorare il cielo con le loro tele variopinte!) e anche noi ci buttiamo a capofitto in un sentiero che ritorna velocemente verso Bagnoli. Passaggio stretto e con pietre appuntite e instabili, il pensiero è sempre quello di arrivare giù integra anche se finalmente mi sento un pò più sicura (questo tratto lo avevo percorso di recente).
Finita la discesa ripida ancora poche centinaia di metri su asfalto e transito di nuovo in piazza davvero sfinita e soddisfatta!
Mi ha fatto piacere il saluto di Ale all'arrivo :)
Al ristoro incontro Enrico (arrivato quasi un'ora prima già cambiato e riposato) e Orzowei, oggi in veste non podistica!

mercoledì 9 maggio 2012

una palestra naturale

Piccola premessa: sabato sera prima di andare a dormire il mio pensiero è per chi è all'esordio in maratona, e per chi si cimenta nuovamente alla Bavisela sulla distanza della maratona o della mezza.
In questi giorni era impossibile non notare in città che tutto si stava operosamente preparando per l'Evento, la gara podistica più importante di Trieste. In questi ultimi anni è sempre stato un appuntamento da mettere in calendario, un appuntamento importante: nel 2009 la mia prima mezza maratona, nel 2010 l'esordio sui 42,195 km e nel 2011 il bis.
Quest'anno non ci sono le condizioni per correre, nemmeno la mezza è alla mia portata, quindi questa settimana ho evitato accuratamente di passeggiare per le rive e passare negli stands della manifestazione: che nostalgia.

Dato che questo periodo mi vede lontana dalle corse lunghe, la domenica libera l'ho messa a frutto piazzando un altro allenamento di camminata: questa volta lo sfondo è la Valle, palestra naturale di sport!
Il tempo meterologicamente incerto scoraggia ad avventurarsi tanto lontano dalla macchina, il cielo è carico e le previsioni prevedono rovesci. L'idea è quella di macinar chilometri e dislivello percorrendo ripetutamente diversi versanti del monte Carso e del Monte Stena. Non c'è pericolo di annoiarsi, si passa dal sottobosco con leggere pendenze a pendenze più ardite, per poi arrivare a tratti in cui è necessario progredire anche con l'aiuto delle mani per non perdere l'equilibrio ed infine non mancano i ghiaioni che attraversano il fianco spoglio del monte. Dove cresce, la natura è rigogliosa e contrasta gli spazi vuoti, grigi e taglienti delle rocce appuntite.
Le ore e i chilometri scorrono velocemente, ad ogni curva si vede una nuova prospettiva, uno scorcio diverso: salendo poi da un versante all'altro è buffo vedere dalla vetta del monte Stena quella del monte Carso e pensare che poco prima si era "dall'altra parte": e poco dopo rifare il contrario. Seguire con lo sguardo i sentieri tracciati, che da lontano fanno un'impressione completamente diversa che percorrendoli.
Da lontano mi colpisce l'inaccessibilità, si ha la sensazione che sia "impossibile" andar sù per di là... Quando poi ci sei, sali sù, sempre più su e tra il terreno, le pietre e gli alberi, e sali a fatica ma sali, allora non è più impossibile e anzi c'è gusto a fare un passo dopo l'altro per arrivare lì, in cima, quando sopra non ci sarà altro che lo spettacolo d'ammirare un paesaggio che riempie gli occhi e il cuore...

Che gran fortuna, solo qualche goccia di pioggia in tarda mattinata,  a fine giornata il tempo è migliorato!
Rispetto il 1° maggio -circa stessi km, ma più saliscendi e pendenze più ripide- molto meglio le sensazioni il giorno dopo: gambe ok, e zona posteriore ginocchio sinistro non risente per nulla.
10 ore complessivamente a zonzo, un inreccio di sentieri, al quadrivio sempre una direzione diversa: ho conosciuto di più la Valle oggi che in tutta la mia vita!
unico neo: zecca in omaggio :-(

martedì 1 maggio 2012

test

Mi ritrovo qui a scrivere, dopo mesi di silenzio, con di nuovo addosso quella voglia di raccontare, di annotare sul mio diario qualcosa, per poi rileggerlo, rivederlo e riviverlo attraverso le sensazioni e le immagini.
In questi mesi ho sempre corso, ma pochissimo, nulla degno di nota. Le mie uscite si riducono a una/due volte la settimana, dalle 20 alle 21, con un percorso casa-Barcola che ormai i piedi percorrono in totale autonomia, devo solo star attenta a quando attraverso la strada :-O
Circa un sabato mattina al mese riesco a respirare un pò di bosco a Basovizza correndo in quel sentiero che amo tanto. Ma il poco allenamento si fa sentire e presenta il conto: anche quel pochissimo dislivello pesa come un macigno :-/
I rulli li uso ogni tanto, ma devo dire che pedalare indoor è davvero pesante e noioso: del resto le ore per le uscite in bici non ci sono.

Nella vita: tutto procede frenetico e identico giorno dopo giorno, non ci sono novità, non ci sono cambiamenti nel tran tran quotidiano, quando invece un cambiamento potrebbe essere una svolta vitale, una svolta che darebbe il via a tutto il resto...

Nel resto: avete presente quando quasi per caso si scopre qualcosa di nuovo, qualcosa che attira l'attenzione? Un bigliettino visto per caso, che potrebbe proporio fare al caso tuo... una sfida, un'avventura, qualcosa con cui mettersi alla prova!
Quando l'idea si fa strada nella mente è difficile fermarla: è partita e si insinua nei tuoi pensieri, la fantasia si adopera per individare il modo di superare ogni singolo ostacolo che sembra dire: ma che vuoi fare, sei matta?
Quando ci si pone un obiettivo, e tutto porta verso quella realizzazione... ecco una sensazione che non provavo da tanto, sentirti "spinta verso", lavorare per ottenere un risultato che si sa, non sarà eccezionale in senso assoluto, ma per me sarà un enorme traguardo.
Oggi ho finalmente provato un pezzo del sentiero CAI n°3 "Alta Via del Carso", che rappresenta il percorso integrale della Cavalcata Carsica. In relatà l'ho provato in senso in verso a quello di gara e solo nel tratto che si estende dall'altezza di Malchina a quella di Zolla.
Un piccolo viaggio a piedi in una porzione del Carso che allo scorrere dei chilometri si cambia d'abito: dagli alberi della macchia mediterranea nella zona attorno a Sistiana, al tipico paesaggio boschivo caratterizzato dal pino nero dell'entroterra carsico.



All'inizio tutto brilla di un verde acceso, nel quale spiccano fiori selvatici e coloratissimi, la strada è una carareccia comoda e dolce.  Man mano che ci si addentra nell'entroterra il sentiero si stringe,  è costellato da rocce acute e sporgenti. La sensazione di scoprire luoghi nuovi, bellissimi, di farli un pò miei e imprimerli nei ricordi.
La giornata è calda e soleggiata, per fortuna il sottobosco protegge per la maggior parte del tragitto, ma la prima tintarella c'è, eccome, classica da gita con colore fino alla manica della maglietta.

30 km di passeggiata non sono un caso, sono un test. In questo periodo non riesco a fare i lunghi di corsa, ma non è detto che nel frattempo, aspettando momenti più propizi, non si possano scovare delle alternative!
Le gambe muscolarmente sono ok, bene anche lo zaino: unico neo un fastidio nella zona posteriore del ginocchio sinistro, tendini credo... l'unico che sembra non aver gradito a fine giro la discesa (quasi) verticale da Opicina in città, passando per Scala Santa).
 
percorso sentiero n° 3: Sistiana-Vaisogliano, Malchina, Precenico, Monte San Leonardo, Lanaro, Voglje (SLO), Zolla, Opicina, Scala Santa, Roiano, TS centro.