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martedì 12 giugno 2012

Sentiero n°3 Alta Via del Carso - I parte: da Pese a Malchina

Cosa non si fa per accontentare qualcuno davvero speciale?!
I piedi risentono ancora un pò dei 50km della Val Resia di sabato scorso: un dolore strano, nell'arco plantare in entrambi i piedi. Saranno state le salite lunghe e ripide, o le discese infinite (ma lì brontolavano di più le ginocchia) ma a distanza di una settimana sento ancora un leggero fastidio al centro del piede verso l'interno, dove c'è l'arco appunto.
In settimana, correndo in piano su asfalto nessun dolore, ma oggi... ha fatto capolino di nuovo. Per fortuna che tra un pò si va in ferie!
Domenica mattina 41km per un piccolo fraintendimento (ma è possibile?! :-O): si parte da Pese per provare la prima parte della Cavalcata Carsica, la "corsa non-gara" ma ritrovo di sportivi che spontaneamente la prima domenica di dicembre si incontrano verso le 7 a Pese per percorrere il sentiero CAI n° 3 Alta via del Carso, che li porterà, a piedi o in sella della propria MTB, dopo circa 53km fino a Jamiano costeggiando per molti tratti il confine sloveno.

Se le intenzioni per dicembre sono serie, bisognerà allenare le gambe alla distanza e soprattutto imparare a venir giù per le discese strette e pietrose un pò meglio: non si può andare più veloci in salita che in discesa, no?
Alterniamo camminata veloce alla corsa (nei punti possibili), ma l'obiettivo è davvero fare solo un primo test per rendersi conto di che cosa si tratta.
Rispetto la montagna qui non ci sono salite dure e lunghe km; i problemi principali sono dati dal fondo, che per la maggior parte è stretto, pieno di pietre sporgenti e non sempre ben visibili.
La giornata, iniziata nuvolosa è finita serena e soleggiata: fin troppo caldo, ho bevuto più di 3 litri d'acqua per non soffrir la sete (fantastici ristori strategici posizionati la mattina presto lungo il sentiero!).
Il nostro percorso si interrompe a Malchina, quando deviamo verso la stazione di Visogliano per far rientro a casa dopo quasi 7 ore e 41km di saliscendi.
Ecco il racconto fotografico del percorso, grazie Andre!

Inizia il sentiero: il primo cartello a Pese
tra Pese e Grozzana
Monte dei Pini
Monte Orsario
Riserva naturale Monte Lanaro

Dal Lanaro, in fondo piccolissimo il santuario di Monte Grisa
Monte San Leonardo: ma come fanno i concorrenti in MTB?!
La seconda parte del percorso è rimandata a quando farà un pò più fresco: il percorso è da affrontare in completa autonomia, non essendoci ristori e/o supporti ma solo 2 fontane lungo il percorso, nei rari intrecci del sentiero con i paesi. A parte questi piccoli centri abitati e qualche centinaio di metri di asfalto nei pressi dell'autoporto di Fernetti, tutto il resto del percorso è assolutamnete immerso nella natura, lontano da persone, rumori, caos: al massmo il fruscio delle foglie per qualche animale. Spesso mi chiedo se tutta questa voglia di verde e di aria sia il contrappasso per la vita frenetica e di città che mi tocca dal lunedì al venerdì, la necesistà di una boccata d'ossigeno...
Certo che se la Cavalcata mi incuriosiva prima di provarla, ora mi affascina!

martedì 5 giugno 2012

Estremamente Parco

Quando si parla di casualità: esiste o siamo noi a cogliere dei segni e dar loro un particolare significato?

Se qualche mese fa, l’occhio non mi fosse caduto sul dépliant appeso alla bacheca podistica del bosco di Basovizza non ci avrei pensato... e non mi sarebbero tornati alla mente i racconti di Enrico delle sue precedenti partecipazioni.
Il Racconto del 2011 è sul sito del Parco delle Prealpi Giulie, ma per lui si è sempre trattato del percorso lungo, i 110 km proposti sono solo per una ristretta élite!
L'alternativa corta può sembrare abbordabile ai più, in confronto “sono solo 50km” e il dislivello è più che dimezzato, no? ... e così inizia a lavorare il tarlo. Propongo l’idea ad Andrea: di correre non se ne parla proprio, non c’è l’allenamento da troppo tempo alla corsa e alla distanza, ma un trekking?

Via con l’iscrizione: 50 km e 3500 metri di dislivello senza pensarci più di tanto, l’evento il 2 giugno e c’è un pò di tempo per prepararsi: iniziamo così a macinar chilometri per testare la resistenza, l’equipaggiamento, le gambe, ed anche gli utilissimi bastoncini.
Qui non è facile trovare  salite lunghe e dislivelli importanti: il primo test in zona collinare, poi in Val Rosandra a salire e scendere quei 500 metri più e più volte e infine la prova sul campo la scorsa settimana in Val Resia, ad assaggiare la prima salita e i suoi 1600 metri abbondanti di dislivello.

Il tempo di pensarci su è finito e siamo alla partenza:  sabato 2 giugno ore 7:00, in compagnia di un centinaio di compagni di ventura per affrontare il percorso, subito dopo il via ognuno col suo ritmo.
Un anello che parte da Prato di Resia ed ha come primo riferimento l'arrivo al Rifugio Crasso (1654): questo è il dislivello maggiore con un’ascensione che porta dai 500 metri scarsi di Prato fino ai 2200 del picco Grubia.

Si passa dal sottobosco, al sentiero stretto a tornanti, per poi sfilare il fianco del monte in un sentiero esposto e panoramico (se ci fosse stato il sole e non la nebbia! Per arrivare sulla cresta si attraversa una pietraia: il paesaggio e il fondo mutano sotto i piedi molteplici volte, così come la vegetazione circostante. Arrivati in cima ci si butta a valle per una ripida discesa; le nuvole basse e la nebbia oscurano il panorama e lungo la prima discesa si può solo intravedere la maestosa parete rocciosa del Canin. Prima parte ripida e viscida, tra erba bagnata e fango devo ancora stilare la classifica delle scivolate più rovinose, ma direi che sono parimerito! Primo ristoro (dopo 22 km) e fine della discesa molto più dolce nel sottobosco, ci si lascia andare seguendo l’inclinazione del terreno e lasciando girare le gambe.
Arriviamo a fondovalle, il punto più basse dove scorre il fiume Resia che attraversiamo su un ponte asfaltato: qui ci affianca Lara che ci passa col suo ritmo spedito e che dopo la prima salita sparisce nel fogliame: passo da stambecco, chiuderà in meno di 12 ore!!!
Poco dopo si unisce nuovamente a noi Simone, il ragazzo di Gemona col quale avevamo percorso la prima salita e che ritroviamo per arrivare su assieme alla Casera Canin (1433): dai 566 metri del fondovalle  la seconda salita non molla un attimo, delle tre questa è la più bastarda perchè non c'è un attimo di tregua, il respiro diventa rumoroso e il cuore batte forte in gola: mi faccio forza pensando che la salita non può essere eterna!
 Arriviamo in cima cotti e troviamo un piccolo e graditissimo ristoro, il percorso ridiscende quindi verso Malga Coot, in un'ampia e bellissima vallata.
La discesa è più dolce, si attraversano prati con tantissime specie di fiori variopinti: così belli e in luoghi così impervi, un premio per chi si cimenta in tali percorsi e si sobbarca un bel pò di fatica per godere della natura incontaminata.
Il cielo è coperto, le previsioni davano rovesci quasi tutto il giorno e invece avremo preso si e no un'ora di pioggia in tutto, davvero una gran fortuna!
Dopo Malga Coot affrontiamo la terza salita sul Monte Guarda: sulla vetta bisogna timbrate il pettorale e non tagliare il percorso per il sentiero che aggira la sommità:
In questa salita non riesco a utilizzare più i bastoncini, la spalla sinistra mi fa troppo male per lo sforzo delle due salite precedenti... poggio le mani sulle ginocchia e cerco di mantenere un ritmo regolare, mi tornatno alla mente le sagge parole di un blogger che ricordava che "più veloce vai meno tempo dura la sofferenza" :-S
La cresta è davvero ripida, molto poco elegantemente ci salgo usando le mani per arrampicarmi e sto molto vicino al terreno fangoso e bagnato nel timore di non scivolar giù: meglio che ci sia la nebbia intorno per non rendersi conto dell'esposizione e dell'altezza. Arrivati in cima si cammina lungo la dorsale, in sentiero largo un paio di metri sopra il tetto del monte... fantastico!
A parte qualche breve salita oramai il più è fatto, si va avanti per inerzia e la fatica incomincia davvero a farsi sentire; per fortuna subentra l'entusiasmo di rendersi conto di essere a buon punto, che il più è fatto, e che rispetto le previsioni siamo messi bene!!!
L'ultima lunghissima discesa mette a dura prova le ginocchia che sono dolenti, sono le 20 passate e anche se il cielo è ancora chiaro siamo in un fitto sottobosco e dobbiamo accendere le frontali per non inciampare sulle pietre.
Da lontano sentiamo le campane e il vociare di persone, dopo tanti km di natura si ritorna alla civiltà: dicesa finale su asfalto, qualche centinaio di metri sulla provinciale e poi una settantina di scalini per arrivare alla piazza di Prato e tagliare il traguado :-D
Soddisfazione IMMENSA, CE L'ABBIAMO FATTA!!!

Un pensiero a chi è ancora sui piedi e che nelle gambe di chilometri ne avrà il doppio: Enrico lo incontriamo la mattina dopo, Lui ha gareggiato e vinto il percorso lungo (110km e 8000D+) arrivando "UNO" dopo meno di 24 ore (23:53  per l'esattezza!!!): COMPLIMENTI!!!

...estremamente bella, estremamente dura... ESTREMAMENTE PARCO: e il pensiero va al 2013...

ps:  ci tengo a fare i compliementi all'organizzazione, e un particolare ringraziamento per ciascun volontario che con grande altruismo ha lavorato affinchè tutto andasse per il meglio. Visi sorridenti, parole di conforto e di incoraggiamento, un'infinita pazienza... grazie a tutti, da questa mia prima esperienza il ricordo e le emozioni saranno sempre nel cuore.

sabato 19 maggio 2012

JamaRun

Prima gara del 2012, in un periodo in cui delle gare faccio volentieri a meno dato il poco allenamento e la difficoltà di far combaciare la vita familiare con gli appuntamenti sportivi.
Per oggi però non ho scuse, gara al sabato pomeriggio in orario comodo e poi...  a un trail in Carso, come si fa a resistere?

Il mio spirito è decisamente NON agonistico, se penso al mio NON allenamento dovrei restarmene a casa... ma ammiro l'organizzazione (cai cim): predisporre ristori in luoghi di non facile accesso, mobilitare il soccorso alpino per far correre 150 persone nello scenario incantevole della Val Rosandra è qualcosa che va di per sè onorato con la presenza... poi se per in salita cammino o mi aiuto sui tronchi degli alberi per le discese nel ghiaione... beh, l'importante (per me) è partecipare!
La gara l'avevo corsa lo scorso anno, mi aveva colpito per essere breve (poco meno di 13km) ma intensa, e mi era piaciuta un sacco: quest'anno parto conscia che camminerò molto di più e mi godrò il paesaggio. Accenno un timido riscaldamento ma è meglio di no, non vorrei stancarmi troppo :-P 
ore 16:00 partenza dal centro della piazzetta rinnovata e accogliente di Bagnoli e subito in salita, prima su asfalto e dopo poche centinaia di metri si entra nella riserva Naturale della Val Rosandra. Parto in fondo, lo scopo è arrivare a Beka (cancello orario entro 1 ora) e alterno la camminata di buon passo delle salite alla corsa appena spiana.
Le sensazioni sono positive, fa caldo ma il percorso è per lo più ombreggiato: dopo Beka (transito in 45 minuti), finita la prima grande saita, la corsa è facile, siamo in sella del Monte Carso (parte slovena) e tra prati verdi sbucano cavalli al pascolo. Corro e sorrido, penso alle mie gambe che cmq mi hanno portata quassù, godo il momento e lo apprezzo infinitamente: sono felice!
Il pezzo che mi continua a fare timore è la discesa nel ghiaione alla fine dell'ottavo km, per fortuna non dura molto e ogni tanto ci sono degli alberi sui quali mi appiglio per frenare... quindi sempre  sassi per risalire ancora in cima al Monte Carso.
Arrivati in cima c'è una radura dalla quale si lanciano col parapendio (e oggi ce ne erano diversi a colorare il cielo con le loro tele variopinte!) e anche noi ci buttiamo a capofitto in un sentiero che ritorna velocemente verso Bagnoli. Passaggio stretto e con pietre appuntite e instabili, il pensiero è sempre quello di arrivare giù integra anche se finalmente mi sento un pò più sicura (questo tratto lo avevo percorso di recente).
Finita la discesa ripida ancora poche centinaia di metri su asfalto e transito di nuovo in piazza davvero sfinita e soddisfatta!
Mi ha fatto piacere il saluto di Ale all'arrivo :)
Al ristoro incontro Enrico (arrivato quasi un'ora prima già cambiato e riposato) e Orzowei, oggi in veste non podistica!

mercoledì 9 maggio 2012

una palestra naturale

Piccola premessa: sabato sera prima di andare a dormire il mio pensiero è per chi è all'esordio in maratona, e per chi si cimenta nuovamente alla Bavisela sulla distanza della maratona o della mezza.
In questi giorni era impossibile non notare in città che tutto si stava operosamente preparando per l'Evento, la gara podistica più importante di Trieste. In questi ultimi anni è sempre stato un appuntamento da mettere in calendario, un appuntamento importante: nel 2009 la mia prima mezza maratona, nel 2010 l'esordio sui 42,195 km e nel 2011 il bis.
Quest'anno non ci sono le condizioni per correre, nemmeno la mezza è alla mia portata, quindi questa settimana ho evitato accuratamente di passeggiare per le rive e passare negli stands della manifestazione: che nostalgia.

Dato che questo periodo mi vede lontana dalle corse lunghe, la domenica libera l'ho messa a frutto piazzando un altro allenamento di camminata: questa volta lo sfondo è la Valle, palestra naturale di sport!
Il tempo meterologicamente incerto scoraggia ad avventurarsi tanto lontano dalla macchina, il cielo è carico e le previsioni prevedono rovesci. L'idea è quella di macinar chilometri e dislivello percorrendo ripetutamente diversi versanti del monte Carso e del Monte Stena. Non c'è pericolo di annoiarsi, si passa dal sottobosco con leggere pendenze a pendenze più ardite, per poi arrivare a tratti in cui è necessario progredire anche con l'aiuto delle mani per non perdere l'equilibrio ed infine non mancano i ghiaioni che attraversano il fianco spoglio del monte. Dove cresce, la natura è rigogliosa e contrasta gli spazi vuoti, grigi e taglienti delle rocce appuntite.
Le ore e i chilometri scorrono velocemente, ad ogni curva si vede una nuova prospettiva, uno scorcio diverso: salendo poi da un versante all'altro è buffo vedere dalla vetta del monte Stena quella del monte Carso e pensare che poco prima si era "dall'altra parte": e poco dopo rifare il contrario. Seguire con lo sguardo i sentieri tracciati, che da lontano fanno un'impressione completamente diversa che percorrendoli.
Da lontano mi colpisce l'inaccessibilità, si ha la sensazione che sia "impossibile" andar sù per di là... Quando poi ci sei, sali sù, sempre più su e tra il terreno, le pietre e gli alberi, e sali a fatica ma sali, allora non è più impossibile e anzi c'è gusto a fare un passo dopo l'altro per arrivare lì, in cima, quando sopra non ci sarà altro che lo spettacolo d'ammirare un paesaggio che riempie gli occhi e il cuore...

Che gran fortuna, solo qualche goccia di pioggia in tarda mattinata,  a fine giornata il tempo è migliorato!
Rispetto il 1° maggio -circa stessi km, ma più saliscendi e pendenze più ripide- molto meglio le sensazioni il giorno dopo: gambe ok, e zona posteriore ginocchio sinistro non risente per nulla.
10 ore complessivamente a zonzo, un inreccio di sentieri, al quadrivio sempre una direzione diversa: ho conosciuto di più la Valle oggi che in tutta la mia vita!
unico neo: zecca in omaggio :-(

martedì 1 maggio 2012

test

Mi ritrovo qui a scrivere, dopo mesi di silenzio, con di nuovo addosso quella voglia di raccontare, di annotare sul mio diario qualcosa, per poi rileggerlo, rivederlo e riviverlo attraverso le sensazioni e le immagini.
In questi mesi ho sempre corso, ma pochissimo, nulla degno di nota. Le mie uscite si riducono a una/due volte la settimana, dalle 20 alle 21, con un percorso casa-Barcola che ormai i piedi percorrono in totale autonomia, devo solo star attenta a quando attraverso la strada :-O
Circa un sabato mattina al mese riesco a respirare un pò di bosco a Basovizza correndo in quel sentiero che amo tanto. Ma il poco allenamento si fa sentire e presenta il conto: anche quel pochissimo dislivello pesa come un macigno :-/
I rulli li uso ogni tanto, ma devo dire che pedalare indoor è davvero pesante e noioso: del resto le ore per le uscite in bici non ci sono.

Nella vita: tutto procede frenetico e identico giorno dopo giorno, non ci sono novità, non ci sono cambiamenti nel tran tran quotidiano, quando invece un cambiamento potrebbe essere una svolta vitale, una svolta che darebbe il via a tutto il resto...

Nel resto: avete presente quando quasi per caso si scopre qualcosa di nuovo, qualcosa che attira l'attenzione? Un bigliettino visto per caso, che potrebbe proporio fare al caso tuo... una sfida, un'avventura, qualcosa con cui mettersi alla prova!
Quando l'idea si fa strada nella mente è difficile fermarla: è partita e si insinua nei tuoi pensieri, la fantasia si adopera per individare il modo di superare ogni singolo ostacolo che sembra dire: ma che vuoi fare, sei matta?
Quando ci si pone un obiettivo, e tutto porta verso quella realizzazione... ecco una sensazione che non provavo da tanto, sentirti "spinta verso", lavorare per ottenere un risultato che si sa, non sarà eccezionale in senso assoluto, ma per me sarà un enorme traguardo.
Oggi ho finalmente provato un pezzo del sentiero CAI n°3 "Alta Via del Carso", che rappresenta il percorso integrale della Cavalcata Carsica. In relatà l'ho provato in senso in verso a quello di gara e solo nel tratto che si estende dall'altezza di Malchina a quella di Zolla.
Un piccolo viaggio a piedi in una porzione del Carso che allo scorrere dei chilometri si cambia d'abito: dagli alberi della macchia mediterranea nella zona attorno a Sistiana, al tipico paesaggio boschivo caratterizzato dal pino nero dell'entroterra carsico.



All'inizio tutto brilla di un verde acceso, nel quale spiccano fiori selvatici e coloratissimi, la strada è una carareccia comoda e dolce.  Man mano che ci si addentra nell'entroterra il sentiero si stringe,  è costellato da rocce acute e sporgenti. La sensazione di scoprire luoghi nuovi, bellissimi, di farli un pò miei e imprimerli nei ricordi.
La giornata è calda e soleggiata, per fortuna il sottobosco protegge per la maggior parte del tragitto, ma la prima tintarella c'è, eccome, classica da gita con colore fino alla manica della maglietta.

30 km di passeggiata non sono un caso, sono un test. In questo periodo non riesco a fare i lunghi di corsa, ma non è detto che nel frattempo, aspettando momenti più propizi, non si possano scovare delle alternative!
Le gambe muscolarmente sono ok, bene anche lo zaino: unico neo un fastidio nella zona posteriore del ginocchio sinistro, tendini credo... l'unico che sembra non aver gradito a fine giro la discesa (quasi) verticale da Opicina in città, passando per Scala Santa).
 
percorso sentiero n° 3: Sistiana-Vaisogliano, Malchina, Precenico, Monte San Leonardo, Lanaro, Voglje (SLO), Zolla, Opicina, Scala Santa, Roiano, TS centro.

domenica 29 gennaio 2012

non sono in letargo! (ma quasi)

In questi ultimi mesi la corsa è diventata sempre più rara nella mia quotidianità: i motivi sono tanti, e non a causa di infortuni o perchè correre non mi piaccia più o non mi soddisfi, anzi...
Rimane un momento prezioso e anelato, un momento di sfogo e di serenità. Qualcosa "di mio", una piccola affermazione di me. Ma si sa, spesso ci sono situazioni, momenti in cui ci sono altre priorità o periodi nei quali semplicemente il tempo non c'è!
In questo mese di gennaio ho cercato di corricchiare nei pochi momenti disponibli, ma ovviamente senza nessun obiettivo in quanto l'unico scopo è quello di muovermi e far girare un pochino le gambe... Son pochi 70 km in un mese, soprattutto quando in altri tempi questa era la distanza degli allenamenti settimanali :-S
Di solito, per le uscite nell'orario serale il percorso è il lungomare di Barcola: non mi serve nemmeno guardare il Garmin per sapere a che km sono, dove girare quanti minuti ancora mancano per finire nell'ora a mia disposizione...
Tra uscite diurne: il giorno della Befana una piacevole corsa partendo dalla strada Imperiale, a con una insolita deviazione per il ritorno verso Gropada.
L'8 gennaio sono stata sul Cocusso (4° salita per i 111gg) e nei giorni di sole arrivare in cima è molto bello: è pieno di persone, cani, bambini, tutti molto allegri e soddisfatti per la cima raggiunta a rifocillarsi e rilassarsi nel rifugio o nel prato antistante.
Il 15 gennaio sono passata per qualche chilometro sul percorso della Lanaro Granfondo, gara trail di 32 km alla quale avevo partecipato lo scorso anno: ho incontrato un sacco di partecipanti che conoscevo, un pò di rammarico per non aver potuto partecipare quest'anno a una manifestazione che rende omaggio a splendidi percorsi del Carso triestino.

Del resto: un pò di rulli ogni tanto (ma che noia!) e il nuoto una volta a settimana, quando anche Anna e Paolo svolgono i rispettivi corsi di nuoto sincronizzato e nuoto nella stessa fascia oraria. Questa soluzione mi piace molto, era da agosto che non nuotavo; così invece che restare a guardarli dalle tribune, ne approfitto pure io per fare qualche bracciata. I bimbi sono contenti che la mamma "entri in vasca" con loro, anche se in zone differenti della piscina, per poi ritrovarci a fine lezione in spogliatoio...