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domenica 30 aprile 2023

Molisn't

L’idea nasce con i buoni propositi dell’anno nuovo, perché quando due persone si incontrano scoprendo di avere un gusto per il divertimento assonante, anche quello che può sembrare un azzardo (se rimane solo nella propria mente), a raccontarlo e di fronte all’altrui entusiasmo può prendere forma!

Antonio disegna così un bellissimo percorso, ideato per attraversare il Molise partendo proprio dalla sua Isernia, fino al mare. Dopo l’esperienza comune lungo il tratto della via Francigena da Siena a Roma, trova in Valentina una compagna di viaggio disposta a testare il percorso, che in parte ricopre i luoghi già visitati negli innumerevoli giri giornalieri, ma in parte esplora zone anche a lui sconosciute!


Day 1 - da Isernia la prima salita porta a Miranda, coloratissimo paese: si abbandona la città e ci si immerge nella rigogliosa natura che a fine aprile esplode nel suo rigoglioso verde brillante. 

Passiamo l’abitato di Carovilli e proseguiamo lungo la strada si snoda nel mezzo di una fitta foresta, con tanto di cartelli a segnalare l’eventuale presenza di orsi!

Dopo un breve ristoro ed il secondo caffè della giornata inizia la lunga salita che ci porterà al punto più alto dell’intero percorso: Capracotta (1421 m s.l.m) Si tratta di un famoso centro per lo sci di fondo: ormai la neve imbianca soltanto le vicine dorsali dell’Appennino (grande massiccio della Maiella?) e per riprenderci dalla salita consumiamo il nostro pranzo (grazie mamma Rosa!).

lungo la ripida discesa ci fermiamo ad ammirare le cascate del Verrino, per poi proseguire il nostro viaggio fino a Bagnoli del Trigno, non a caso denominato la perla del Molise. Al accoglierci lo spettacolare Castello ducale Sanfelice che si trova in cima alla montagna rocciosa del paese, a 783 m. circa slm, a guardia del rione Terra di Sopra. Grandissima soddisfazione all’arrivo, consapevoli di aver portato a casa la tappa più dura!







Day 2 - dopo aver visitato a piedi i vicoli lastricati di Bagnoli, inforchiamo nuovamente ne nostre bici e riprendiamo il nostro viaggio: Salcito è la prima sosta idrica della giornata, per poi proseguire scendendo verso Fondovalle del Trigno e quindi guadagnare il pranzo a Roccavivara, dove per la prima volta scorgiamo, in lontananza, l’azzurro del mare, nostra meta finale. Nella piazza del paese ci sono due bar, ma non è facile trovare qualcosa da mangiare: ci dissetiamo con una birra, la giornata e soleggiata e la salita richiede di reintegrare i liquidi! Finita la pausa pranzo risaliamo ancora un po’ e raggiungiamo il punto più alto della nostra giornata, 892 m slm e guardiamo le pale eoliche negli occhi!

Lunghissima discesa che ci porterà al livello del lago, non senza la dovuta sosta al caratteristico abitato di Civitacampomarano: oltre al bellissimo castello angioino, principale monumento cittadino, si rimane stupefatti dai numerosissimi murales che decorano le facciate delle case; le opere, frutto dell’’espressività di numerosi artisti, sono il regalo che là manifestazione CVTà Street Fest dona al piccolo borgo. 

Proseguiamo la discesa e costeggiando il torrente Vallone Grande arriviamo sopra al lago di Guarfialfiera: l’ultima fatica della giornata prevede la salita alla cittadina per poi oltrepassarla, guadagnare ancora un po’ di quota e trascorrere la serata nell’incantevole agriturismo Terre del Sacramento!












Day 3 - scendiamo da Guardalfiera e per poi risalire per una riva con tratti di pendenza al 15%! Portiamo la bici a mano sul tratto fortemente sconnesso per poi risalire in sella e bypassare l’abitato di Palata; una bella e piacevole discesa ci porta a  Montenero di Bisaccia, dove ci fermiamo per mangiare e mangiare qualcosa. 

Siamo in profumo di arrivo, il mare adesso è vicino e il percorso regala ancora discesa: all’altezza di Petacciato tocchiamo la sabbia e con un’ultima pedalata arriviamo sul lungomare della cittadina di Termoli, dove trascorreremo l’ultima notte. Di grande impatto il castello Svevo che ci accoglie all’entrata dell’antica borgata tra le mura d affacciata sul mare.

Il Borgo regala scorci incantevoli, e tra i vicoli lastricati di pietra chiara ci infiliamo anche nel vicolo più stretto d’Italia, che è largo soltanto 41 cm!

Merita certamente una visita la Cattedrale Santa Maria della Purificazione di stile romanico pugliese dove sono conservati il corpo del santo patrono della città, Basso e del compatrono Timoteo. Essa è edificata nel punto più alto del promontorio termolese. Di recente sono state aperte al pubblico 4 sale sotterranee, da visitare con guida per un’interessante immersione nella storia locale.

 









domenica 31 luglio 2022

via Ferrata Catenaccio d'Antermoia

Partiamo venerdì pomeriggio dopo il lavoro, per quest'esperienza dai tratti agrodolci, indiscutibilmente la prima e l'ultima del genere, non me ne voglia Sandra :)
Per fortuna il pernotto di venerdì e molto "friendly" (grazie Davide) e provo anche a dormire in piccionaia in camper! :D

Passo San Pellegrino


Sabato ci troviamo a Vigo di Fassa, all'impianto di risalita che con una seggiovia a due tratte di porta a quota 1800.
Inizia così il nostro cammino in direzione del Passo Principe, non senza qualche sosta e variazioni di percorso.
Le nostre compagne di viaggio sono Marzia, Nicoletta, Monica e Carla, per qualcuno si tratta della prima esperienza in via ferrata.
La salita ci porta al rifugio Vajolet e qui facciamo una deviazione a sinistra, per portarci al cospetto delle torri del Vajolet . Raggiungiamo così il Rifugio Re Alberto attraverso un sentiero attrezzato con un cavo d'acciaio, forse più pericoloso per la massa di viandanti che per la ripidità dello stesso.
Riprendiamo quindi la salita. le persone si diradano e con un'accoglienza molto ventosa arriviamo al Passo Principe, 2600 m.
Il rifugio è davvoer incastonato nella montagna, infatti la schiena ci è proprio appoggiata contro. La nostra stanza è collocata separatamente dal corpo del rifugio, 10 letti in tutto accostati, 5 sopra e 5 sotto.
Il rifugio è piccolo e molto accogliente, a teneere banco per tul pomeriggio c'è Sergio, il titolare che con il figlio e la nuora (in dolce attesa) gestiscono questo piccolo gioiello in quota. 
Il posto è eccezionale, le rocce hanno colori mutevoli e tra il tramonto e l'alba non saprei dire cosa mi ha incantato di più. La cena è buona, la stanchezza è tanta e presto andiamo a riposare.








Domenica mattina partiamo alle 7, fuori dal rifugio fa davvero freddo e soffia molto vento, simo in sella: la salita per l'attacco della ferrata parte a bomba e complice la colazione appena finita, ci sentiamo quasi male!
La ferrata non è particolarmente lunga, nè faticosa, nè esposta: soltanto lìulimo pezzo in cresta è sprotetto e si cavalcano le rocce, contamplando il lago d'Antermoia che ci attendde dal versante opposto della salita.
Dopo le foto di rito con la croce, ci dirigiamo verso l'attacco della ferrata di discesa, che sembra molto più lunga della salita.... 
Quando finalemnte arriviamo a un pianoto ghiaioso siamo vicine al rifugio, nel quale pranzeremo.
La successiva discesa a Canazei è lunga, la quota inferiore restituisce alberi ed erba ad adornare il nostro paesaggio.







finiamo stanche e soddisfatte per la giornata, un po' meno per il vetro infrannto del telefonino :(



domenica 17 luglio 2022

Sentiero naturalistico Fabio Miniussi - CAI di Monfalcone

Gita organizzata dal Cai di Monfalcone, occasione speciale per i partecipnti, legati profondamente dalla conoscenza comune di Fabio: quasi tutti i presenti erano qui, 30 anni fa, all'inugurazione di questo sentiero naturalistico, intitolato alla memoria di un amante della montagna andato via troppo presto...

Mi sono sentita spettatrice silenziosa delle loro emozioni, nelle parole, nei gesti, nei racconti ho colto qulacosa dell'uomo, dell'alpinista.












DESCRIZIONE DELL'ITINERARIO: Sabato partenza dal centro di Frassenè (park vicino alla chiesa). Transitando sul sentiero 771, (che inizia dietro la partenza della vecchia seggiovia) prima su asfalto per rado bosco e poi su strada sterrata si arriva al rifugio. Si può seguire la strada fino a destinazione, altrimenti da località Rafadora (1470 mt) si segue la traccia di sentiero che più ripidamente, segue la vecchia pista di sci. Nel pomeriggio chi ha piacere potrà fare una piccola escursione che in un paio d'ore, tra andata e ritorno, ci farà raggiungere prima il passo di Luna e poi seguendo i pascoli del crinale che lungo il filo di cresta porta al Col di Luna(1747 mt - croce). La veduta panoramica da qui è grandiosa con vista 360° si può godere di tutto il gruppo del Monte Agner – Croda Granda e delle altre montagne che circondano la Conca Agordina: Civetta, Moiazza, San Sebastiano, Tamer, Talvena, Monti del Sole, Vette Feltrine. Si ritorna al rifugio seguendo a ritroso il percorso dell'andata. Domenica si percorre il sentiero naturalistico F. Miniussi. “Naturalistico” non è sinonimo di banale, il percorso richiede piede fermo per il fondo impervio e prevede in alcuni punti la risalita di tratti rocciosi che richiedono l'uso delle mani. Inoltre attraversa un paio di canali che scendono dall'Agner e che all'inizio stagione sono spesso ghiacciati e che potrebbero richiedere l'uso di ramponcini. L'impegno sarà ripagato da un ambiente incontaminato e dalla presenza di numerose e rare fioriture. Una per tutte la vistosa Scarpetta della Madonna. Dopo la discesa su ripidi prati si attraversa un'area di pascoli e rado bosco e con modesta risalita si ritorna al Rifugio Scarpa. Da lì in circa 1ora e mezza si scende al parcheggio nel paese di Frassenè.


Grazie a Tullio e a tutti i partecipanti per l'accoglienza: una gita speciale e toccante per il carico di emozione che legava tutte le persone che hanno conosciuto Fabio e gli hanno voluto bene, e che fanno il possibile per portare avanti il suo ricordo.

domenica 10 luglio 2022

Pale di San Martino - Cima Rosetta e Cima Vezzana - CAI XXX Ottobre

 Sabato:  San  Martino  di  Castrozza  (1500  m),  sent.  702,  rifugio  Pedrotti  alla  Rosetta 
(2581 m), pernottamento.
Domenica:  dal  rifugio  sent.  716,  Passo  Bettega  (2661  m),  quota  2530,  Passo  del Travignolo  (2925  m),  Cima  della  Vezzana  (3192  m),  ferrata  Gabitta  –  d’Ignoti, Ghiacciaio  di  Val  Strut,  bivacco  Giorgio  Brunner  (2632  m),  sent.  703  “delle Farangole”,  rifugio  Pedrotti  alla  Rosetta  (2581  m),  stazione  a  monte  della  funivia “Rosetta” (2600 m), stazione a valle a San Martino di Castrozza (1500 m). 

Descrizione del percorso:
Sabato 9 - raggiunta San Martino di Castrozza, si parcheggeranno le macchine nei pressi dell’impianto  Colverde  Rosetta  e  poi  si  andrà  a  prendere  il  segnavia  CAI  702,  uno sterrato che porta alla Malga Val di Roda. Poco prima di arrivarci, le indicazioni invitano a girare a sinistra; la stradina si ridurrà a sentiero e comincerà a salire nel bosco  sotto la  cima  Rosetta.  Arrivati  alla  base  del  monte  si  continuerà  in  direzione  est  e  con  una infinita  serie  di  tornantini  si  arr iverà  sotto  la  Pala  di  S.  Martino,  al  Col  delle  Fede,  sul sentiero che arriva dal Passo di Ball e dal rifugio Pradidali. Dal bivio si proseguirà verso nord e su  pendenza sempre regolare (altri innumerevoli zig-zag) si toccherà il Passo di Val  Roda  (2572  m),  nell’Altipiano  delle  Pale.  Ancora  un  breve  tratto  e  si  arriverà 
all’agognato rifugio Pedrotti alla Rosetta. Cena e pernottamento.










Domenica 10 – fatta la colazione e lasciate alcune cose in rifugio, si prenderà il sent. CAI 716 per il Passo Bettega, che separa la Cima Corona (sopra il rifugio) dalla Croda della Pala. Da questo  Passo ci si calerà nella Valle dei Cantoni, che poi si dovrà risalire fino all’apice, il Passo del Travignolo (2925 m), che viene a trovarsi tra il Cimon della Pala e la Cima della Vezzana; lungo questo tratto alcuni punti con neve residua   e un cavetto corri mano che agevola la salita di alcune roccette. Dal passo si prenderà una traccia su ghiaie  ripide  che  porterà  alle  rocce  basali  della  Cima  Vezzana  (I  grado).  Seguendo  le indicazioni  si  arriverà  in  vetta,  dalla  quale  si  potrà  godere  di  un  grandioso  panorama, INDIMENTICABILE!! Per la discesa si dovrà affrontare una breve ferrata, la  “Gabitta  –
D’Ignoti”,  dedicata  a  due  finanzieri  periti  in  un  attentato  terroristico  del  1966 
organizzato dai separatisti del BAS.
Non  è  classificata  diffile,  ma  comunque  andrà  percorsa  con  la  massima  attenzione  e l’adeguata  (e  omologata…)  attrezzatura  da  ferrata.  Al  termine  di  essa  si  toccherà  il Passo di Val Strut, dal quale scende un nevaio (una volta  Ghiacciaio di Val Strut…); più avanti,  sotto  la  cima  delle  Zirocole,  si  noterà  un  puntino  rosso:  è  il  bivacco  Giorgio Brunner.  Questo  alpinista  triestino  fu  attivo  dal  1925  al  1955,  arrampicò  anche  con CLUB ALPINO ITALIANO - TRIESTE  ASSOCIAZIONE XXX OTTOBRE SOCIETA’ ALPINA DELLE GIULIE  ESCURSIONISMO Comici,  e  ha  lasciato  alla  XXX  Ottobre  le  sue  storiche  guide  alpinistiche  e  un  ricco archivio  fotografico  della  sua  frequentazione  montana.  Ha  scritto  anche  un  libro,  “un 
uomo  va  sui  monti”,  una  sorta  di  intima  autobiografia  dove  ha  raccolto  la  sua esperienza alpinistica.  Superato il bivacco si scenderà ancora per 300 metri circa, fino ad  incrociare  il  “sentiero  delle  Farangole”,  CAI  n°  703.  Questo  bel  percorso  collega  il rifugio  Rosetta  al  rifugio  G.  Volpi  di  Misurata  al  Mulaz.  Nel  tratto  che  ci  riporterà  al punto  di  partenza  della  mattina  sovrasta  la  Val  Comelle,  in  un  ambiente  veramente grandioso, con prati dove non è raro incontrare anche degli stambecchi. 
Arrivati al rifugio ci si potrà concedere un po’ di riposo, stando però attenti all’orologio, 
per  non  perdere  l’ultima  corsa  della  funivia  che  ci  riporterà  senza  fatica  alcuna  a  San 
Martino di Castrozza.