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martedì 20 gennaio 2015

Lanaro Granfondo 2015

Gara che non ha bisogno di tante presentazioni, già corsa nel 2011 e nel 2014:
Sabato sera, mi fa un pò strano, ma è così: emozione pre gara e ho difficoltà ad addormentarmi!
Mille pensieri, di certo non facendo più gare penso a tutte le cose che spero di essermi ricordata, ripasso mentalmente il contenuto della borsa, il cambio, la borraccia, il marsupio per la gara... e poi, cosa devo mettere nella sacca da trovare all'arrivo...
La mattina mi sveglio comunque tre  quarti d'ora prima della sveglia, e cosi faccio un ultimo ripasso con calma :) E' ancora buio, ma le previsioni indicano una bella giornata di sole, cielo sereno e temperatura mite. 
alle 7:40 siamo a Sagrado, alle pendici del Lanaro per recuperare Catena e Roberto, in trasferta da San Donà di Piave, ormai partecipanti affezionati ai trail nel  nostro Carso! :)
Giusto in tempo per arrivare a Moccò, ritirare pettorale, cambiarsi, depositare le borse e salutare i tanti volti amici: alle 9:15, dopo la partenza dei bikers, è il nostro turno!
Parto in coda al gruppo, in compagnia di Elena e Ketty, niente riscaldamento, inutile per me che parto piano e piano proseguo.... :P   del resto sono o no un'estimatrice del panorama carsico!? :D
La ciclabile sale dolcemente fino alla deviazione a sinistra, che porta a Pese attraverso un sottobosco fangoso.
Quando arrivo oltre la chiesetta il sole scalda abbastanza e decido che è il momento di togliere i manicotti: soluzione niente male, ero incerta sull'abbigliamento ma finirò il resto della gara in maniche corte senza pentirmene.
I chilometri ora scorrono veloci, mi ritrovo sul percorso che avevo provato sabato scorso (Pese-Monte dei Pini) e mi sento davvero bene; purtroppo a Basovizza vedo Alessandro fermo, il suo ginocchio non dà pace e si deve ritirare :(
Continuo da sola, e una ragazza dietro di me chiede fra quanto ci sarà il ristoro; le rispondo a Fernetti, ben oltre a metà gara, l'unico supporto. Ho mezzo litro nella borraccia e devo farmela bastare, che con il sole e il caldo mi pento di aver lasciato in armadio lo zainetto coi due litri di sacca idrica!
Scorre il bosco, Basovizza, Monte dei Pini, passiamo accanto l'abisso di Trebiciano, gasdotto e spremo l'ultimo goccio d'acqua: mancano un paio di km e conto di fare il pieno :)
Pare un brutto scherzo sentire la signora al ristoro dire che sta aspettando il furgone con l'acqua: "che hanno finito tutto!" :(
Ci resto malissimo, ci contavo... riprendo a correre e mi viene in contro un signore con una bottiglia d'acqua, presa dal bagagliaio della sua auto: GRAZIE!!!! che fortuna, mi torna il sorriso, lo sguardo pieno di gratitudine e proseguo verso il Lanaro.
Quando sbuco dallo sterrato e intraprendo l'unico tratto di asfalto, che porta dal stagno di Percedol alla strada dei poeti, vedo più di qualcuno rallentare o camminare. Tutto sommato sono contenta, nonostante sia  stata poco bene nell'ultimo mese e debba ancora smaltire l'antibiotico, durante la corsa mi sento bene.
In effetti in queste ore mi sono sentita più di qualche volta col sorriso stampato sul viso; non c'è nulla da fare, non riesco a gestire la cosa diversamente: devo correre e godermela!
Ancora chilometri ondulati di sottobosco, una prima salita tosta, poi ancora saliscendi per recuperare... rimango colpita dal gesto del ragazzo che mentre corriamo si china a raccogliere le carte del gel lasciato da qualche concorrente "distratto"... purtroppo se ne vedono lungo il percorso, e gli dico che sicuramente sarà cura dell'organizzazione ripulire percorso e balise a fine gara: ad ogni modo bravo, bel gesto comunque!!
Quando arrivano le terribili rampe finali, mi viene in mente il Monte Carso, la sfida delle Vie:  penso sia un'ottima scuola ma l'allieva non è assidua come servirebbe! Mi piacerebbe vedere come filano su i primi; a me non resta che mettere le mani ai fianchi e, con molta fatica, mettere un passo avanti l'altro...
Ancora gli ultimi ciclisti che spingono a mano le  MTB, durissimi questi ultimi metri, ma la voce dello speaker si sente forte e ci siamo davvero: spettatori ai lati nell'ultimo tratto, incitamenti preziosi, felicità e soddisfazione averla finita, di nuovo!
In cima sono già arrivati Catena, Roberto, Davide, Enrico, Maurizio, Riccardo, Enzo (unico kdk a finire la gara).
5 minuti in trance per capire dove sono, mi cambio e poi aspettiamo le premiazioni, dato che Catena, pur appena rientrata da quasi due mesi di infortunio, è terza di categoria: BRAVISSIMA!!!
Pranzo in agriturismo, tra vino, chiacchiere podistiche e non; un paio d'ore più tardi si torna a casa, a togliere un pò di fango dalle scarpe e riporre dentro sè una nuova soddisfazione...


classifica

venerdì 12 dicembre 2014

istanti di vita - sentiero 3...

Lo scorso anno mi sono letteralmente lasciata coinvolgere: Paola, Stefano e Bobo erano decisi di ripetere l'esperienza di nordic sul tre e, dopo la giornata intensa della credenziale passata assieme, non intendevo perdere l'occasione di seguirli nella Cavalcata Carsica. 
Il post dello scorso anno contiene solo la mia mappa del percorso: ero troppo emozionata, troppo incredula, troppo scombussolata per aver fatto, seppur nel tempo massimo, quel sentiero e non ero riuscita a scriverci nulla: avevo realizzato un sogno!
Quest'anno le cose sono un po' diverse, so esattamente che cosa mi aspetta: con Paola e Stefano abbiamo fatto numerose uscite dedicate proprio alla cavalcata: la prima parte da Pese a Monrupino, poi la seconda da Monrupino a Jamiano. E un'altra uscita da 35 km per muover le gambe in giro sul Carso... 
Sono tesa ed emozionata, ma in ottobre ho fatto l'eco maratona dei due parchi, in novembre l'Euromarathon, quindi manca solo il trail di dicembre, no?
Purtroppo quest'anno Stefano non partecipa per un problema al piede, Bobo inizialmente sembra preso da altri impegni: restiamo in due, che si fa? Paola è propensa a provarci e certo non la lascio sola: Stefano ci fa da angelo custode, con chiarimenti sul percorso e il grande sostegno di ristori nei punti di intersezione con gli attraversamenti stradali... e la sera prima, abbiamo conferma da parte di Bobo: sarà dei nostri!
Ottimo, alle sette meno un quarto siamo a Pese, lasciamo  i nomi ai cronometristi e ci prepariamo: cielo grigio, coperto, ma non dovrebbe piovere; un po' di vento ma  tutto sommato il meteo è clemente, 9 gradi,  temperatura perfetta ;)
Mentre siamo nel piazzale do un'occhiata al cellulare: messaggio... È nato Gianpiero!!! Oh mamma, guardo Paola e le chiedo: "che faccio qua?" Che emozione, ci siamo viste ieri... Ho una grandissima voglia di vedere Michela e conoscere il piccolo nipotino, ma ragionandoci su, ora riposano ed potrò vederli nel pomeriggio!!! Per tutto il percorso il mio pensiero è per lui, nuovo nato in famiglia: benvenuto piccolo!
In partenza siamo davvero tantissimi, a colpo d'occhio molti di più dello scorso anno: avevo letto su SpiritoTrail che un cospicuo gruppo di runners veneti avevano organizzato la gita per la cavalcata, la voce di sparge...
Saluto Enrico (chiuderà dopo 4ore  e 36 minuti!), foto di rito con Davide (che fino la sera prima era indeciso se far foto o correrla... beh, non può lamentarsi delle sue 6 ore...!), raccomandazioni in partenza e...
7:30 si parte, con noi ci sono anche Rosalba e Claudio: lei farà tutta la Cavalcata, decidendo solo a Goriansko di continuare, mentre Claudio ci saluterà a Monrupino, il suo allenamento finirà li.
Il percorso piano piano inizio a conoscerlo, nella prima parte fino al monte dei Pini i sentieri sono quelli che frequento di più, ci sono tratti che si sormontano col percorso della Lanaro Granfondo e tornano alla mente altri giorni ed altre persone che un tempo sono state compagne di viaggio.
Ma dal Lanaro in poi ci si immerge in un Carso più profondo, più selvaggio; dopo Goriansko gli attraversamenti stradali mancano del tutto, come mancano segni degli insediamenti umani: camminiamo per chilometri di rocce bianche, terra scura per il fango e le foglie ormai cadute.
Anche le chiacchiere diminuiscono, in salita sento solo il respiro ed il cuore, il rumore dei nostri passi. Le battute di spirito, le osservazioni e i commenti si esauriscono e lasciano lo spazio alla degustazione della nostra fatica.
Mi tornano alla mente le parole di una descrizione  del Sentiero 3, definito come "un'indigestione di Carso". Non posso non pensare che sono fortunata ad essere qui, con Paola, a fare questa scorpacciata di panorami, di chilometri e di Carso; il pensiero corre, va a chi oggi qui non ci può essere e avrebbe voluto... un augurio, sincero e forte, che presto cuore e gambe si ritrovino di nuovo su questi sentieri!
Se lo scorso anno il nostro obiettivo era finire il percorso, quest'anno il desiderio di abbassare un pochino il cronometro c'è: quando arriviamo a Medeazza, ultimo incontro con Stefano, siamo proprio al limite delle 8 ore per finirla: incrocio lo sguardo di Paola, la trovo combattiva e determinata; se potevo avere dei dubbi su come finire questi ultimi chilometri, ogni incertezza svanisce e aumentiamo il ritmo, correndo fino a sotto Jamiano, quando la certezza di avercela fatta non può sfuggirci più!
Soddisfazione immensa vedere sul ciglio della strada il mitico furgone bianco e grande gioia dare a Sterpin i nostri nomi!!!


 ...la mia Cavalcata Carsica dedicata a Gianpiero

giovedì 23 gennaio 2014

Lanaro Granfondo

Per due anni l'ho solo guardata da lontano, leggendo poi i blog e sentendo i resoconti di chi l'aveva fatta, sperando prima o poi di correrla di nuovo... 
Il percorso attraversa una buona porzione del carso, con partenza dalla ciclabile TS-Erpelle, e passando per Pese, Basovizza, Gropada, Monrupino arriva fino in cima al monte Lanaro: 32km e 800m d+ in un paesaggio che fa innamorare.
La mattina presto, con Davide, recuperiamo Catena (ultratrailer davvero forte, terza sul podio) e Roberto che vengono da fuori regione per partecipare all'evento organizzato dal Gruppo Vulkan. La gara, nata per le MTB, apre anche ai podisti; quest'anno per fortuna, partono prima le 2 ruote! .. nel 2011 le partenze erano state invertite e poi lungo il percorso bisognava schivarsi dai ciclisti che, sparati, sorpassavano a tutta velocità!
La giornata è abbastanza calda e le previsioni di pioggia rimangono tali: corriamo tutto il percorso  con il fango delle piogge del giorno prima certo (w le scarpe in gore-tex!!) ma corriamo asciutti. Fa così caldo e mi stupisco di vedere le gemme sui rami degli alberi; sembra inizi la primavera, ma ci sono ancora tante foglie secche a terra e sui rami... Decisamente diverso il paesaggio dall'anno prima, tinto di bianco e con tanta pioggia e fango.
Il numero massimo di iscrizioni è stato raggiunto (170), 50 posti in più del 2011. Parto su quella ghiaia battuta tante volte, oggi non sono sola... chiacchiere, saluti, colori: una festa!
In ciclabile, dopo qualche chilomerto si assestano i ritmi: mi  corre vicino un ragazzo che al 7° km saprò essere Andrea. Corre per scommessa (ognuno ha le proprie motivazioni e questa di oggi è la sua seconda gara...). 5km di chiacchiere che volano via veloci, poi in salita se ne va... resto sola e mi concentro sul respiro, le gambe stanno bene, sono all'erta per i polpacci (beh, certo, il giovedì prima avevamo ripetute per cena, 3x4000) ma restano sotto controllo per tutta la gara.
A Gropada trovo con piacere Fù e Ale che mi offrono cioccolata e un gran incitamento: grazie!!! :D
Ormai il gruppo è così sgranato che mi par di correre sola, finchè non arrivo alle ultime salite dove si procede al passo, lungo le rampe finali e le distanze si riducono tra noi. Mani alle ginocchia per questo ultimo sforzo, cuore in gola e dobermann attaccati ai polpacci :S
Bella la vetta, grandissima soddisfazzione per averla fatta tutta!!!



classifica qui
un penseiro per chi non ha potuto correre oggi, ma si è prestato a fare il fotografo! Grazie Antonio, rimettiti presto ;)

sabato 21 dicembre 2013

buone sensazioni

Lo devo ammettere, e non può che essere così: i lavori specifici svolti col gruppo danno qualche frutto. e la cosa straordinariamente bella è che piramidi e ripetute che mai (ma proprio mai) mi metterei a fare da sola diventano un bel momento di aggregazione. Correre con gli altri spinge a impegnarsi e mettersi in gioco.
in questi ultimi 2 mesi i lavori settimanali (ed i miei ritmi) sono stati questi:
di certo non so misurarmi, mi pare che parto sempre piano e prudente per paura di scoppiare e/o di non finire.
L'altra settimana ho fatto un lungo di avvicinamento alla LanaroGranFondo: il mio senso dell'orientamento mi complica già avvicinarmi al punto di partenza, dato che voglio prendere la parte finale del percorso :D (meglio stendere un velo pietoso...) per poi non parlare dei cambi di direzione e dei giri a vuoto... tutto impietosamente registrato dal fido GPS!
Persa o non persa, intanto 24 km sono guadagnati e le rampette finali che portano in cima le avevo propro rimosse!!!
Oggi invece vado a Basovizza per una corsetta col pilota automatico, senza pensare o cercare segnali e sentieri, dato che  conosco ogni pietra, albero ecc... Pioviggina poco e non fa freddo, per cui la cosa non disturba affatto. Arrivata sulla strada imperale noto con sorpresa nuove tabelle che indicano le direzioni dei paesi che si trovano lungo la strada. Ma sì, inseriamo la variazione verso Gropada, che una salitella ci sta. Test del moribondo superato! tanti pensieri passati in rassegna e una buona sensazione addosso quando finisco :)

domenica 24 novembre 2013

cavalcata carsica

riporto la descrizione di  Enrico Pollini, recuperata dal forum di Spirito Trail:
Come da tradizione la prima domenica di dicembre, la conferma non la troverete da nessuna parte, semplicemente si "sa che c'è"...
forse una riga qualche giorno prima su http://www.marathontrieste.it/html/homepage_flash.html e, se si è riiscritto al forum, la conferma da oryx o chi per lui...
l'ideale è avere un assistente/autista che porta i rifornimenti ai vari passaggi sulle strade che portano ai valichi di confine, ma male che vada un passaggio da Jamiano per tornare alla partenza lo si trova...
giusto per capire di che cosa si tratta:

Già il nome è intrigante, non è Ultra Raid Trail Tour, ma un’inusuale “Cavalcata”, che dà tutto il senso di una corsa epica e definitiva, l’altopiano carsico tutto d’un fiato, da Pese, sopra Trieste, a Jamiano, sopra Monfalcone. Niente reclam, niente sponsor, niente organizzazione, niente pettorali, niente assistenza, solo un sentiero con i segnavia rossi e bianchi del CAI, con il numero tre qualche volta evidente e altre no, a dipanare un filo che scorre in un ginepraio di tracce, stradine, sentieri, doline, radure, boschi e roccette. Non cercatela su internet o nei calendari gare, non la troverete, presentatevi semplicemente alle sette del mattino al valico confinario di Pese e, come da ventidue anni a questa parte accade, non sarete i soli. Per le iscrizioni due maturi cronometristi, imbacuccati per il gelo mattutino, sul retro di un vecchio furgone volkswagen prendono nota di nome e cognome dei partecipanti. Briefing da un altoparlante fissato sul tetto del furgone, pochi minuti prima dello start alcune indicazioni sul percorso in triestino stretto: “muli, el sentiero xe segnado, ma atenti ai bivi, normalmente se va a sinistra, ma qualche volta anche a destra, oggi poi xe sol e xe facile, la corsa va verso ovest, quindi el sol lo gavé o in schiena o a sinistra, se ve lo trovè in fronte gavé sbagliado e dové tornar indrio”. Campagna io non getto i miei rifiuti: “muli, lassé el Carso come lo gavé trovado, quindi cartine e butiliete tegnile con voialtri, poi al massimo le lassé sull’asfalto dove se traversa, che noi ingrumemo le scovaze e le portemo via”. Alle sette e trenta lo start per i runners, quest’anno record con ottanta presenze, cui seguirà alle otto quello per una cinquantina di bikers.
La partecipazione è trasversale, escursionisti e alpinisti che chiudono la stagione assieme ad atleti da strada, anche forti, che provano l’emozione del trail sulla lunga distanza, sfida all’ultimo metro con se stessi o con gli avversari di club e scampagnata tra amici, gente che viene dalle ultra a godersi l’ultima passeggiata fuori porta e animali da mezza maratona che provano a superare i propri limiti. Lo spirito è quello giusto, amicizia e sana competizione, goliardia e amore per la natura. Per questa corsa potrebbe calzare a pennello l’acronimo TAA: trail autogestito agonistico.
Il tracciato percorre integralmente l’Alta Via del Carso Triestino, cinquantatre chilometri lungo il confine tra Italia e Slovenia, in un continuo saliscendi per un dislivello positivo totale di circa millecinquecento metri, senza salite importanti e raggiungendo si e no i settecento metri di quota. Pur essendo a pochi chilometri dalla civiltà, l’ambiente è selvaggio, a tratti anche aspro, e alterna boschi meditativi a squarci di grandi panorami verso il mare del golfo di Trieste e, sul lato opposto, verso le vallate e le alpi innevate della Slovenia. Per chilometri e chilometri non si incontra niente e nessuno, solo boschi di piccole querce e di pini marittimi, brevi tratti di prato con animali al pascolo, verdi e umide doline, pietraie riarse dalla bora, vecchi cartelli e cippi di confine, asfalto praticamente zero, come ha detto qualcuno “è un’indigestione di carso”. Pochi i passaggi per piccoli centri abitati, Grozzana, Monrupino, Medeazza, o in attraversamento alle strade asfaltate che portano ai valichi di Basovizza, Fernetti, san Pelagio, dove i locals ricevono assistenza da amici e parenti mentre chi corre in autonomia tira dritto con il camel sobbalzante sulle spalle. Punti cospicui sono il monte Concusso, il monte Orsario, il monte Lanaro, la sella del Mercoledì ed il monte Ermada. Il terreno è vario, tratti di carrareccia più o meno manutenuta si alternano a sentieri dal fondo molto tecnico, in cui la corsa diventa durissima perchè la facile pendenza invita ad allungare la falcata, ma ogni passo nasconde un’insidia. La segnatura è buona, anche se bisogna restare concentrati, soprattutto nei tratti scorrevoli, dove alla minima disattenzione si può perdere il bivio da cui si stacca il piccolo sentiero da seguire, e si finisce col tirare dritto. E’ proprio un bel correre, volendo in compagnia, ma anche in beata solitudine per chi preferisce così. Per molti tratti lo sguardo è a “fuoco corto”, ad osservare il sottobosco, i segni, le tracce o ad inseguire pensieri, poi inaspettatamente dietro un angolo il paesaggio si apre e la vista si allunga, ora a cercare punti riconoscibili del golfo, ora a capire le valli e le montagne dell’ignoto sloveno.
Verso la fine, con la stanchezza che oramai si fa ben sentire, si vede dall’alto il paese di Jamiano, una lunga discesa e poi poche centinaia di metri di risalita da un vallone, e dove la carrareccia muore sull’asfalto i due cronometristi fermano il tempo e annotano il nome. Niente striscioni, niente docce, niente premiazioni, niente mezzi per rientrare alla partenza, solo un pentolone di the cui provvede un generoso volontario, un paio di lattine di Lasko pivo ghiacciata lasciate da un benefattore su un muretto e grandi chiacchiere e commenti tra gente che si cambia all’aperto. Aria di festa da fine stagione, cordialità triestina, e alle quindici i cronometristi sbaraccano, chi non è riuscito ad arrivare in tempo si arrangerà, d’altronde “col sol in fronte” in qualche chilometro si è di nuovo nella civiltà. La Cavalcata Carsica si chiude così, senza clamori, in piacevole clima di amicizia e con dentro la sensazione di aver ancora una volta concluso un viaggio. Tra qualche giorno in un oscuro angolo del sito del Marathon Club Alabarda di Trieste ci saranno le classifiche e forse il Piccolo avrà pubblicato un trafiletto, niente di più. Semplicemente stupendo.

martedì 12 giugno 2012

Sentiero n°3 Alta Via del Carso - I parte: da Pese a Malchina

Cosa non si fa per accontentare qualcuno davvero speciale?!
I piedi risentono ancora un pò dei 50km della Val Resia di sabato scorso: un dolore strano, nell'arco plantare in entrambi i piedi. Saranno state le salite lunghe e ripide, o le discese infinite (ma lì brontolavano di più le ginocchia) ma a distanza di una settimana sento ancora un leggero fastidio al centro del piede verso l'interno, dove c'è l'arco appunto.
In settimana, correndo in piano su asfalto nessun dolore, ma oggi... ha fatto capolino di nuovo. Per fortuna che tra un pò si va in ferie!
Domenica mattina 41km per un piccolo fraintendimento (ma è possibile?! :-O): si parte da Pese per provare la prima parte della Cavalcata Carsica, la "corsa non-gara" ma ritrovo di sportivi che spontaneamente la prima domenica di dicembre si incontrano verso le 7 a Pese per percorrere il sentiero CAI n° 3 Alta via del Carso, che li porterà, a piedi o in sella della propria MTB, dopo circa 53km fino a Jamiano costeggiando per molti tratti il confine sloveno.

Se le intenzioni per dicembre sono serie, bisognerà allenare le gambe alla distanza e soprattutto imparare a venir giù per le discese strette e pietrose un pò meglio: non si può andare più veloci in salita che in discesa, no?
Alterniamo camminata veloce alla corsa (nei punti possibili), ma l'obiettivo è davvero fare solo un primo test per rendersi conto di che cosa si tratta.
Rispetto la montagna qui non ci sono salite dure e lunghe km; i problemi principali sono dati dal fondo, che per la maggior parte è stretto, pieno di pietre sporgenti e non sempre ben visibili.
La giornata, iniziata nuvolosa è finita serena e soleggiata: fin troppo caldo, ho bevuto più di 3 litri d'acqua per non soffrir la sete (fantastici ristori strategici posizionati la mattina presto lungo il sentiero!).
Il nostro percorso si interrompe a Malchina, quando deviamo verso la stazione di Visogliano per far rientro a casa dopo quasi 7 ore e 41km di saliscendi.
Ecco il racconto fotografico del percorso, grazie Andre!

Inizia il sentiero: il primo cartello a Pese
tra Pese e Grozzana
Monte dei Pini
Monte Orsario
Riserva naturale Monte Lanaro

Dal Lanaro, in fondo piccolissimo il santuario di Monte Grisa
Monte San Leonardo: ma come fanno i concorrenti in MTB?!
La seconda parte del percorso è rimandata a quando farà un pò più fresco: il percorso è da affrontare in completa autonomia, non essendoci ristori e/o supporti ma solo 2 fontane lungo il percorso, nei rari intrecci del sentiero con i paesi. A parte questi piccoli centri abitati e qualche centinaio di metri di asfalto nei pressi dell'autoporto di Fernetti, tutto il resto del percorso è assolutamnete immerso nella natura, lontano da persone, rumori, caos: al massmo il fruscio delle foglie per qualche animale. Spesso mi chiedo se tutta questa voglia di verde e di aria sia il contrappasso per la vita frenetica e di città che mi tocca dal lunedì al venerdì, la necesistà di una boccata d'ossigeno...
Certo che se la Cavalcata mi incuriosiva prima di provarla, ora mi affascina!

martedì 1 maggio 2012

test

Mi ritrovo qui a scrivere, dopo mesi di silenzio, con di nuovo addosso quella voglia di raccontare, di annotare sul mio diario qualcosa, per poi rileggerlo, rivederlo e riviverlo attraverso le sensazioni e le immagini.
In questi mesi ho sempre corso, ma pochissimo, nulla degno di nota. Le mie uscite si riducono a una/due volte la settimana, dalle 20 alle 21, con un percorso casa-Barcola che ormai i piedi percorrono in totale autonomia, devo solo star attenta a quando attraverso la strada :-O
Circa un sabato mattina al mese riesco a respirare un pò di bosco a Basovizza correndo in quel sentiero che amo tanto. Ma il poco allenamento si fa sentire e presenta il conto: anche quel pochissimo dislivello pesa come un macigno :-/
I rulli li uso ogni tanto, ma devo dire che pedalare indoor è davvero pesante e noioso: del resto le ore per le uscite in bici non ci sono.

Nella vita: tutto procede frenetico e identico giorno dopo giorno, non ci sono novità, non ci sono cambiamenti nel tran tran quotidiano, quando invece un cambiamento potrebbe essere una svolta vitale, una svolta che darebbe il via a tutto il resto...

Nel resto: avete presente quando quasi per caso si scopre qualcosa di nuovo, qualcosa che attira l'attenzione? Un bigliettino visto per caso, che potrebbe proporio fare al caso tuo... una sfida, un'avventura, qualcosa con cui mettersi alla prova!
Quando l'idea si fa strada nella mente è difficile fermarla: è partita e si insinua nei tuoi pensieri, la fantasia si adopera per individare il modo di superare ogni singolo ostacolo che sembra dire: ma che vuoi fare, sei matta?
Quando ci si pone un obiettivo, e tutto porta verso quella realizzazione... ecco una sensazione che non provavo da tanto, sentirti "spinta verso", lavorare per ottenere un risultato che si sa, non sarà eccezionale in senso assoluto, ma per me sarà un enorme traguardo.
Oggi ho finalmente provato un pezzo del sentiero CAI n°3 "Alta Via del Carso", che rappresenta il percorso integrale della Cavalcata Carsica. In relatà l'ho provato in senso in verso a quello di gara e solo nel tratto che si estende dall'altezza di Malchina a quella di Zolla.
Un piccolo viaggio a piedi in una porzione del Carso che allo scorrere dei chilometri si cambia d'abito: dagli alberi della macchia mediterranea nella zona attorno a Sistiana, al tipico paesaggio boschivo caratterizzato dal pino nero dell'entroterra carsico.



All'inizio tutto brilla di un verde acceso, nel quale spiccano fiori selvatici e coloratissimi, la strada è una carareccia comoda e dolce.  Man mano che ci si addentra nell'entroterra il sentiero si stringe,  è costellato da rocce acute e sporgenti. La sensazione di scoprire luoghi nuovi, bellissimi, di farli un pò miei e imprimerli nei ricordi.
La giornata è calda e soleggiata, per fortuna il sottobosco protegge per la maggior parte del tragitto, ma la prima tintarella c'è, eccome, classica da gita con colore fino alla manica della maglietta.

30 km di passeggiata non sono un caso, sono un test. In questo periodo non riesco a fare i lunghi di corsa, ma non è detto che nel frattempo, aspettando momenti più propizi, non si possano scovare delle alternative!
Le gambe muscolarmente sono ok, bene anche lo zaino: unico neo un fastidio nella zona posteriore del ginocchio sinistro, tendini credo... l'unico che sembra non aver gradito a fine giro la discesa (quasi) verticale da Opicina in città, passando per Scala Santa).
 
percorso sentiero n° 3: Sistiana-Vaisogliano, Malchina, Precenico, Monte San Leonardo, Lanaro, Voglje (SLO), Zolla, Opicina, Scala Santa, Roiano, TS centro.

domenica 16 gennaio 2011

Lanaro Granfondo

... questa gara l'avevo desiderata, poi i posti erano finiti, avevo anche pensato: beh, va bene così, è un pò "troppa" per me... Poi Stefano mi avvisa che hanno aggiunto ancora 20 posti e appena posso mi collego al sito internet e mi registro al volo! non ci penso nemmeno su, un posto è MIO!
Questa mattina mi sveglio e fuori dalla finestra tutto è bianco di nebbia, le nuvole sono basse e l'umidità è al 100%... ma non avevano previsto bello? Che stupore, mentre passo a prendere Stefano in via Commerciale vedo che salendo mi lascio alle spalle quel cumulo bianco e umido e più sù splende il SOLE :-)
Arriviamo presto e lasciamo agli organizzatori la sacca con il cambio che troveremo all'arrivo, poi torniamo all'auto per cambiarci e ci riportiamo in partenza, dove trovo Davide, Alessandro, Giuliana, Marcello e Andrea, -che non gareggerà ma ci scorta per tutta la gara ricoprendo il ruolo di fotografo e supporter ;-). Non ho mire di tempo, è la prima volta in assoluto che partecipo a una gara del genere e, un pò come la prima maratona, l'importante è finirla! sono 30 km e 850 m di dislivello positivo, indicativamente dico a chi me lo chiede che spero di esser su un pò prima dell'una. Alle 9 in punto lo sparo per i podisti e 30 minuti dopo partono i ciclisti in mountain bike (infatti la società che organizza la gara è di ciclisi). Non mi scaldo neanche, parto piano con la speranza di arrivare in fondo: la salita inizia subito, si parte dalla ex stazione ferroviaria di Moccò e dopo circa 4 km di lieve e costante salita c'è una ripida ascesa che ci porta a Pese.
Il fondo è molto melmoso, le scarpe fanno l'effetto "ventosa" e sulle pietre si scivola da paura (evito per un soffio di finire faccia a terra :-O)
Le salite dure sono due: questa all'inizio e poi le rampe finali per arrivare sul Lanaro, proprio negli ultimi km: quasi mi rilasso quindi una volta a Pese, sono solo saliscendi in un incantevole susseguirsi di sentieri e paesaggi nel sotto bosco: dei tratti sono impegnativi, e le cose si complicano quando da dietro iniziano ad arrivare i ciclisti a tutta velocità che chiedono spazio per passarti :-S Cerco di agevolarli sempre, ma nei tratti di sentiero dove si passa uno alla volta non è semplice...
Le sensazioni sono ottime, la giornata è semplicamente meravigliosa: la natura invernale, con alberi spogli e foglie a terra è baciata da un sole insolitamente caldo, sarà che mancava da tanto che l'umore per questa fortuna è davvero alle stelle.
Quando da Monte dei Pini ci buttiamo giù nella pietrosa discesa verso Orlek mi impressiono a vedere come si lanciano giù i bikers: dire incoscienti è poco!
Arrivo a Fernetti inizio ad accusare un pò la stanchezza, ma per fortuna arriva ora uno dei pezzi più belli quando si corre nel sottobosco e si oltrepassa il ponte sulla ferrovia.
La crisi arriva nel chilometro di asfalto: ti aspetteresti di cambiare ritmo, il fondo è "facile", ma la salita è beffarda...
Da quando ho pigiato start a Moccò non ho ancora mai guardato il garmin, e non lo farò fino all'arrivo: non mi voglio entusiasmare o rattristare per il ritmo che tengo e l'unico modo che voglio per arrivare su è andare ascoltando solo i battiti del mio cuore, che quando arrivano in gola mi fanno rallentare...
Ormai siamo negli ultimi chilometri, ricomincia lo sterrato: ancora diversi saliscendi e poi le rampe finali per arrivare in cima!
Andrea ogni tanto mi affianca in bici per scattare qualche istantanea e per incoraggiarmi: determinante è stato nella salita finale nella quale molti ciclisti scendono e spingono le bici a mano; avevo perso la cognizione di quanto mancasse all'arrivo, e lui a incitarmi, a dirmi che ero arrivata e che era finita!
Uno scatto d'orgogio e corro gli ultimi metri, son su, l'ho finita con una soddisfazione grandissima :-D

domenica 2 gennaio 2011

Buon Anno

Comincia oggi per me un nuovo anno di corsa, e lo fa nel migliore dei modi: proviamo la seconda parte del percorso della Lanaro Granfondo e il gruppo è allegro e numeroso. Otto a piedi e due in bici, per una mattinata di corsa tra i sentieri e i boschi dell'altipiano. In partenza c'è Davide, Enrico, Stefano, Marco, Nicola, Alessandro, Marcello, in bici son già lì Rupikaber e Marco.

Partendo da Basovizza il percorso risulta abbastanza scorrevole mentre si alternano saliscendi nei sentieri del sottocosco. Le cose si complicano al 15°km  quando inizia la salita al Lanaro e sono costretta a dover alternare alla corsa dei tratti di camminata veloce, per riuscire a salire.
Sonon curiosa di vedere come riuscirò a finirla il 16 gennaio, quando dovrò misurarmi sull'intero percorso: ero arrivata tardi per l'iscrizione alla gara che è a numero chiuso, ma il 29 dicembre l'organizzazione ha aggiunto ulteriori 20 posti, quindi ...
Ecco il video di Rupikaber con la vetta conquistata:


vi auguro un 2011 che vi soddisfi, nella corsa ma soprattutto nella vita!

domenica 26 dicembre 2010

nuove compagne di corsa

Regalo natalizio "per nulla pilotato ;-)", ma tant'è che le ho trovate sotto l'albero e quindi oggi andavano subito provate!
sono belle vero? Per infangarle a dovere si va per il primo pezzo della Gran fondo del Lanaro, gara che si svolgerà il 16 gennaio prossimo: l'idea era quella di esplorare il fondo e la difficoltà per scegliere se iscrivermi o no (32 km e + 850 metri dislivello) ma ormai il dubbio non c'è più! Il numero chiiuso di iscritti è stato raggiunto oggi :-/
A dirla tutta devo ammettere che i 19 km odierni non sono stati proprio una passeggiata, ma vi posso assicurare che i paesaggi in bosco, la vista del mare in lontananza che ti si apre tutto a un tratto mentre corri sull'altipiano e la bora sul viso con 1 solo grado sono stati davvero bel modo per star bene questa domenica mattina!
A sfidare il freddo e il vento non son sola, ma in compagnia di Stafano, Davide, Enrico, Marcello e Andrea  (unico ciclista/regista di questo reportage della mattinata): partenza dalla stazione di S. Antonio/Moccò, sulla vecchia ferrovia. I primi metri sono davvero duri perchè corriamo contro le raffiche di bora, che sembrano farsi beffa di noi cercando di fermerci. Le cose migliorano dopo un paio di chilometri, quando il percorso è riparato e la difficoltà si presenta con la prima Salita al sesto chilometro: il fondo è molle di fango e foglie, tra i quali fan capolino a tratti bianche rocce, così candide a confronto con la poltiglia di terra e acqua! La salita è ripida in un sottobosco cupo, e il cielo sopra noi si apre quando arriviamo nei pressi di Pese. Un pò di corsa semplice, su un fondo sterrato ma regolare. Dopo poco ci trovaimo davanti al golfo con una prospettiva per me inusuale: da una parte Trieste, dall'altra Capodistria e la Slovenia: i due mari. Mi riprometto di far diventare questi posti, per me calpestati oggi per la prima volta, un pò più familiari, perchè continuo ancora a stupirmi per i paesaggi mozzafiato che il territorio  mi offre: e son lì, basta andarci!
Proseguendo in direzione Orlek passiamo per il bosco di Basovizza (mi sento a casa!), poi nuova salita verso Gropada: di certo i miei allenamenti corsi prevalentemente su asfato pianeggiante non aiutano, qui inizio ad essere stanca, anche se il pezzo per me più duro è la successiva discesa. Il sentiero è strettissino e costellato di rocce, stette, alte e molto sporgenti, che mi rendono praticamete impossibile correre senza pensar di rimetterci una caviglia! Netto ralentamento proprio in dicesa, e pensare che la gara è nata per gi amanti della mountain bike (folli)!
Andrea, Enrico, Davide a Marcello, dotati di altra gamba e altri allenamenti, ci hanno a più riprese aspettato lungo il percorso e ai bivi: arrivati a Orlek ci salutiamo, loro sono a poco più di metà percorso per arrivare in cima al Lanaro, Stefano ed io per oggi ci accontentiamo, stanchi e soddisfatti ci avviamo all'auto.

Qui c'è il bel racconto di Davide, che l'ha corsa (anche) quest'anno! Un in bocca al lupo ai fortunati che si cimenteranno nella prossima edizione!