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domenica 11 ottobre 2009

Maratonina dei Borghi - Pordenone

Partiamo presto, fuori è ancora buio; quando scendo in strada Andrea è già lì ad aspettarmi (e sono in anticipo!)
Il viaggio scorre veloce, non c'è traffico e chiacchieriamo del più e del meno; entrambi non sveliamo i nostri obiettivi, anche se Andrea mi ha annunciato di sentirsi bene, e sono sicura che punta a limare ancora di qualche minuto il suo personale. In cuor mio, l’obiettivo è quello di scendere sotto le 2 ore, mi sono prefissata di tenere un ritmo intorno a 5:30, dovrei farcela!
Arriviamo a Pordenone alla 8:10, siamo tra i primi a ritirare la sacca e il pettorale, in una città ancora addormentata in questa silenziosa domenica mattina. Troviamo con un po’ di difficoltà un bar aperto, la voglia di caffè è tanta; sopra pensiero e con un automatismo acquisito ordino un "nero lungo" e un avventore mi smaschera subito: “sei di Trieste, vero? attenta che ti servono del vino!"... arrossisco, mi son fatta riconoscere, uffa! Il caffè è buono e fa il suo dovere: mi scalda un pochino e mi toglie quel torpore che ho ancora addosso.
Quando usciamo dal bar le strade intorno a piazza XX settembre sono animate da podisti, chi già in abbigliamento da gare, chi ancora in tuta; ovviamente mi sono portata dietro mezzo armadio: pantaloncini corti o a 3/4? Canottiera o maglietta? Il sole risplende in cielo e non c’è l’ombra di una nuvola intorno, l’aria è frizzante ma presto si scalderà.
Parto piano, in queste prime gare ho spesso la paura di sbagliare l’impostazione, di seguire presa dall’entusiasmo gli altri, per poi trovarmi impiccata; ma trascorsi i primi 10 km al ritmo che mi ero prefissata, con infinita sorpresa mi sento bene, anzi benissimo! Non sono stanca, le gambe vanno, i battiti sono più che sotto controllo: decido quindi che posso provare ad accelerare, non tanto certo, ma punto un signore dal ritmo molto costante, lo affianco e faccio con lui diversi chilometri. Il paesaggio è gradevole, ci sono frequenti cambi di direzione, di passa attraverso strade e borgate con belle case con giardini curati: molti curiosi alle finestre, in strada, con sorrisi e incitazioni tutte per noi.
Al ristoro mi fermo, bevo e siamo a 15; inizio ora a sentirmi un po’ affaticata, ma le sensazioni sono tutte positive: non posso certo pensare di concludere e sentirmi riposata, no?
Mantengo il ritmo, al 18° aggancio un altro signore “regolare” che viaggia a 5:08, e mi dice di non guardare l’orologio in continuazione, ma a me non sembra vero! Gli dico che ho paura di scoppiare, lui mi incoraggia e affiancati arriviamo al 20°. Il percorso scorre via veloce, attraversiamo un parco, quindi corriamo via  dagli automobilisti che inveiscono contro la chiusura del traffico e devono attendere agli incroci: non posso risparmiare un sorriso beffardo per quei sedentari che non sanno cosa si perdono e che devono sopportare pazientemente il nostro passaggio!
Nell’ultimo chilometro do tutto quel che ho, sorpasso due ragazzi che quasi si fermano a meno di 600 m, e non mi sembrano veri i numeri che leggo sul cronometro! SI! obiettivo raggiunto, sono soddisfatta e incredula, aspetto un pizzicotto per sapere che è vero!