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mercoledì 25 dicembre 2024

Monte Forno: 3 Confini!

Buon Natale a modo mio! ... per chi a bisogno di una pausa tra il cenone della Vigilia e il pranzo con Parenti di Santo Stefano. non sono la sola libera il 25 Dicembre, peraltro giorno perfetto per viaggiare, strade libere, pochissimo traffico!

Si parte presto alla volta di Tarvisio, e la cosa difficile è, usciti dall'autostrada, trovare un caffè aperto; l'unico che scorgiamo è quello poco dopo il bivio per Fusine. Alle 10 siamo in cammino: il sentiero 522 parte proprio dalla Strada Statale 54 che porta, un chilometro più avanti, al confine di Ratece, con la Slovenia.

Il primo tratta sale abbastanza dolcemente, percorriamo un traverso nella neve fresca, anche se qualche escursionista ci ha preceduti e le ciaspole, per il momento non servono.

Proseguiamo nel bosco, dove la pendenza aumenta, il fiato si fa corto e le chiacchiere si diradano. Non c'è nessuno in giro, abbiamo incontrato solo un signore che scendeva mentre noi iniziavamo la salita.

Dopo una piccola deviazione con perdita di quota per ammirare la Chiesa Madonna della Neve, proseguiamo la nostra salita verso la sommità del monte dei tre Confini e, per prudenza, per un breve tratto infiliamo le ciaspole. La pendenza nel bosco si fa via via più ripida, e un po' di stanchezza inizia a arrivare.

Finalmente in cima, siamo accolti da un vento freddo e sostenuto: si apre la vista sul versante austriaco che, esattamente al contrario di quello italo-sloveno, è ampio ed il pendio, attrezzato con impianti di risalita, dirada dolcemente verso la grande vallata.


Ci ripariamo sotto una struttura in legno chiusa su tre lati per consumare il nostro pasto Natalizio con piacere e condivisione: ognuno offre un pezzo di quello che ha portato. In cima incrociamo anche altre persone che salgono da ogni versante: arrivano quasi di corsa una ragazza e un ragazzo sloveni giovanissimi, poi una coppia di amici austriaci che ci offrono della cioccolata, una signora della Val Resia che si stappa una lattina di birra e noi 5! non manca il brindisi a base di tisana, e il panettone che Silvia ha premurosamente portato su!



Scendiamo lungo il sentiero sloveno che corre a ridosso del confine e, poco sopra l'abitato di Ratece, svoltiamo a destra per tornare al punto di partenza.


Grazie Rocco per l'idea di questa bella gita.

mercoledì 24 febbraio 2021

da Prato di Resia al Ricovero Crasso rientro per Stolvizza e sentiero Ta Lipa Pot

Lasciamo un'umida alba a Trieste e troviamo una giornata primaverile in montagna: partenza 5:45 per avere la comodità di affrontare con calma il giro che, secondo le previsioni di Paolo, doveva essere di una ventina di chilometri (chiuderemo con 5.4 km in omaggio!!).

Alle 7:30 parcheggiamo davanti la sede del Parco delle Prealpi Giulie e ci incamminiamo verso il sentiero CAI 638. Partendo dai 500 metri di Prato non troviamo subito la neve, che a queste quote si è già sciolta; la salita all'inizio è subito pronunciata, tanto più che prendiamo i tagli nel bosco!


L'umore è alto e la voglia di camminare tanta, per cui sembra di non sentire nemmeno la fatica tra una chiacchiera e l'altra. All'altezza degli stavoli Sagata svoltiamo a destra percorrendo il sentiero 631 e infiliamo le ciaspe in quanto si inizia a sprofondare nella neve che comincia ad essere abbondante, ma morbida per l'alta temperatura. Camminiamo in maniche corte e, nei tratti non protetti dagli alberi, si sentono bruciare viso e braccia.

Non è sempre facile individuare il sentiero da seguire in quanto alcuni segnavia sono coperti dalla neve, altri poco evidenti, ma per fortuna Paolo controlla spesso la mappa per verificare la correttezza del nostro incedere.

Dopo aver attraversato uno stretto passaggio sopra la spettacolare cascata del Potok, ed aver oltrepassato l'incrocio col sentiero 643 Alta Via Resiana che ci riporterà a valle qualche ora dopo, ad un certo punto il pendio si apre, gli alberi si diradano e la verticalità rischia di far scivolare le ciaspe: bisogna incastrare bene il lato a monte e ogni passo richiede un appoggio deciso e profondo. A causa, in ordine sparso di: dislivello, stanchezza e poco allenamento, la fatica comincia a farsi sentire e l'incedere è rallentato da numerose soste. 

... e proprio quando la fatica avanza, il percorso si presenta ancora più impegnativo: neve ripida e chiazze di vegetazione bagnata con un'inclinazione abbastanza verticale: le foto di questo pezzo non ci sono, le mani servivano per altro! :O
Conquistiamo infine il picco Peloso e qualche metro più sotto la meta di quest'escursione: il ricovero Igor Crasso (1654), già visto in gara durante l'edizione 2012 di Estremamente Parco!

Emozionante la vista da quassù, una breve sosta per mangiare qualcosa e riposarci un po', per trovare le energie che ci servono per il rientro a Prato.
Per fortuna la neve, alta ma morbida, garantisce una buona stabilità in discesa in quanto i talloni affondano molto bene, a volte persino un po' troppo e arrivare alla vita è un attimo... qualche contorsionismo per uscire dalla morsa del manto innevato e dall'incrocio con il sentiero 643 che ci porta a Stolvizza è davvero un luna park!! scendiamo veloci e allegri, decisamente più rilassati...

A Stolvizza vediamo i primi bucaneve e dopo un tratto di asfalto prendiamo il sentiero Ta Lipa Pot che ci riporterà in piazza a Prato di Resia, dove tutto è cominciato 

Il sentiero che scende quasi al livello del fiume è davvero ben curato e piacevole: qualche ponticello,  e tavole sollevate per evitare gli acquitrini, bei segnavia e tabelle ad ogni incrocio.
Il giro è stato davvero bello ed emozionante: per la lunghezza, i panorami, e per la difficoltà di trovarsi in ambiente innevato. Non è mai banale andare in montagna ed andarci con una persona più esperta e che trasmette fiducia, facilita notevolmente le cose: grazie Paolo per aver disegnato questo bel percorso!


domenica 13 dicembre 2020

escursione con le ciaspe alla Casera Zouf

 E' arrivata la neve, tantissima: e torniamo tutti un po' bambini! :D

Gita di fine anno con la fantastica associazione Alpinisti Autonomi Associati, conosciuta quest'estate quasi per caso e che ha movimentato il mio tempo libero!

Ritrovo alle 7 a Prosecco, partenza alle 9 dalla località Galizzis sopra Moggio Udinese. il gruppo è davvero numeroso con tutti i contro delle attese ed i pro della simpatia ed il poter conoscere persone nuove o approfondirene di vecchie.







Dopo il primo tratto nell'abitato, prendiamo il sentiero 436 che si innalza abbastanza verticale lungo il pendio; dalla cima degli alberi arrivano delle vere e prorpie bombe di neve, che data l'altezza degli alberi, arrivano veramente a tutta velocità a terra (o sulla testa). sul percorso ci sono diversi alveri caduto, forse a causa del peso stesso della neve, caduta davvero copiosa in settimana. Oltrepassarli non è sempre agevole, e con le ciaspe l'agilità è davero limitata.

Dopo la sosta rilassante alla casera di Zouf, ben rifocillati riprendiamo la strada verso la sella e quinadi la lunghissima discesa per il rientro.

Un plauso particolare a due piccoli compagni di escursione  di 7 e 10 anni: sono stati tutto il girno a camminare e giocare sulla neve, senza batter ciglio, senza un lamento, con il sorriso e una simpatia davvero strepitosi!

il percosro su relive