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mercoledì 22 giugno 2011

tikka!

Lunedì 20: ormai comprata mesi fa e rimasta accuratamente custodita in cassetto, ancora sigillata: finalmente è arrivato il giorno (o meglio la notte) per inaugurare la mia luce frontale.
L'idea di sperimentarla sola non mi attirava più di tanto, anzi mi faceva venire alla mente situazioni da film horror, e così l'idea viene accolta di buon grado anche da Alberto, Davide, Enrico A., Enico V., Stefano. Si parte  poco dopo le 20:30 e la luce naturale del tramonto è ancora sufficiente a distinguere il sentiero e le asperità; dopo un tratto della Strada Imperiale giriamo a destra in direzione Lipica e sbuchiamo proprio davanti alla strada sterrata che porta in cima: al primo bivio tra la carareccia più larga e un sentero che si inerpica scegliamo il secondo, lasciando al ritorno la prima opzione...
Tra la vegetazione fitta non si distungue più nulla, è il caso di accendere le luci e vedo salire velocemente Enrico, tutti gli altri dietro, io arranco: ho i quadricipiti ancora provati dalla gara di sabato, brontolano abbondanemente in salita, ma la scelta del percorso non è stata per nulla democratica!
Come ogni volta la vetta ricompensa la fatica fatta per raggiungerla, un paio di minuti per riprender fiato, ammirare il cielo che ormai tende al blu, mentre verso il mare resiste ancora un pò di celeste, foto di rito all'albero e ai protagonisti (grazie Davide) e poi si ridiscende.


La strada è più larga ma bisogna fare comunque molta attenzione all'appoggio; ad un certo punto Enrico ci dice di spegnere le luci e un istante dopo con gran stupore vedo intorno a me diverse lucciole: che spettacolo!
Si rientra per il noto bosco e dopo 11 km finiamo l'allenamento godendo della frescura serale...

domenica 19 giugno 2011

Jamarun

Organizzata dal Gruppo Corsa in Montagna del CAI Societa' Alpina delle Giulie di Trieste in collaborazione con il Comune di San Dorligo della Valle - Obcina Dolina e la Riserva Naturale della Val Rosandra organizzano: Trail Jamarun 2011 - Meeting di Corsa in Montagna

Fin poco tempo fa mi lamentavo che non ci sono gare trail nella mia zona, nelle quali poter soddisfare la voglia del fondo sterrato sterrato e della natura tutto intorno e invece, in 20 giorni ne ho corse due!
Correre in natura dona una prospettiva assai diversa di approccio non solo rispetto alla corsa in sè, ma anche in considerazione di tutto ciò che implica l'organizzazione di una gara: dal canto mio si denota palesemente il grande impegno degli organizzatori a gestire al meglio il percorso e i ristori in posti impervi e difficilmente raggiungibili, nonchè l'amore per i luoghi stessi, che con la loro bellezza e spettacolarità diventano i veri protagonisti dell'evento.

A fine maggio la mezza maratona del Monte Carso, ora la Jamarun: quest'ultima con i suoi  12km e spicci mi è sembrata più dura: di sicuro la temperatura elevata non aiuta e nei tratti fuori dal sottobosco il sole picchiava eccome!
La partenza da Bagnoli in mezzo alle case, nella strada di accesso alla Valle: si parte subito in leggera salita su asfalto, che presto lascia il posto allo sterrato dopo l'accesso alla riserva naturale. Fino a Bottazzo si sale abbastanza dolcemente e poi finisce la corsa: nella salita a Beka non riesco a far altro che camminare di buon passo, e i tratti di corsa sono davvero pochi, non appena la pendenza lascia spazio a un tratto di respiro... siamo nel sottobosco, un pò di fango ma tutto sommato il fondo è regolare e si avanza senza troppe difficolà: mi consolo perchè quasi tutti intorno a me camminano e, chi prova a corricchiare, non ha beneficio nell'avanzamento. Il cuore è in gola già così, non ho intenzione di forzare, perchè se no poi chi corre in sella?!?!
Finita l'ascesa c'è un piccolo tratto di asfalto e il primo ristoro: fa caldo e ora il percorso è esposto al sole, bevo un sorso e il resto me lo verso in testa,  sento subito una meravigliosa sensazione di raffreddamento e la fatica, almeno in piccola parte, viene "lavata via". I successivi 4 km sono  corribili e riesco ad apprezzare il panorama: domina il rosso intenso del terreno e il verde brillante dell'erba e degli arbusti, il caldo esalta il profumo della vegetazione che ci circonda... il Garmin mi ha abbabdonata in partenza, "batteria scarica" e quindi non ho alcun riferimento rispetto al percorso, ma correre mi da buone sensazioni, e mi sento felice di essere qui e ora, insieme ad un altro buon centinaio di matti che sudano e faticano per apprezzare così il Carso.
Dopo una breve discesa in una pietraia, dove uso prevalentemente le mani per rallentarmi afferrando i tronchi degli alberi, inizia l'ultima salita per arrivare sulla cresta del Monte Carso: il sentiero è un'idea nel mezzo di una distesa infinita di pietre: 130 metri in un chilometro, in certi tratti mi tiro su anche con le mani o mi appoggio per non perder l'equilibrio.
Quando si arriva in cima lo spettacolo è mozzafiato: il salto è impressionante, davanti non c'è nulla, sullo sfondo Trieste e un'immensa distesa blu all'orizzonte!
Dopo aver raggiunto la cima, non resta che ridiscendere verso Bagnoli e l'arrivo: qui, ancora più che in salita, sento tutta la mia inesperienza tenica per buttarmi giù! il primo tratto è davvero ostile, la pendenza notevole, il percorso è stretto, a malapena c'è posto per mettere i piedi, tanto che si passa uno alla volta, e quando sento il fiato di qualcuno sul collo mi fermo per lasciar passare e non esser travolta: i sassi sono grandi e mobili poggiati su un fondo a sua volta instabile, le caviglie scricchiolano e quando l'appoggio è particolarmente critico sento qualche fitta in torsione...il pensiero costante è di arrivare giù integra e la prudenza mista a paura quasi mi blocca, a tratti cammino. Per fortuna nel secondo tratto la discesa è sempre ripida, ma il fondo è stabile e più morbido, e riesco a mollarmi  serenamente lasciando andar le gambe...
Ancora un paio di saliscendi e l'arrivo è dietro l'angolo, la fatica è finita ed è bellissimo trovare Stefano, Alessandro e Marcello: tutti molto provati, ci si scambia sguardi sgomenti: chi non conosceva il percorso, chi ha forzato troppo, chi lamenta dolori sparsi, ma comunque tutti molto soddisfatti per l'impresa! Il percorso è bello e intenso, al pari delle sensazioni che si hanno a percorrerlo col cuore in gola!
Grazie a Enrico il percorso di gara lo avevamo provato a gennaio e mi ricordo perfettamente che, a fine allenamento tra me e me avevo pensato che farlo in gara sarebbe stata una pazzia: beh forse son sulla buona strada per perdere la ragione...
Grazie Stefano per il file con il percorso di gara, al quale ho ovviamente cambiato il tempo finale!

martedì 14 giugno 2011

week-end di ritagli sportivi

venerdì sabato e domenica sono stati tre giorni in cui si sono concentrati una gran quantità di eventi familiari e scolastici: festa di classe di fine anno di Paolo, prove generali di ginnastica di Anna, serata a teatro, pranzo di fine anno scolastico di Anna, saggio di musica di Paolo, saggio di ginnastica artistica di Anna, battesimo di mio nipote, festa di compleanno di un amichetto dei bimbi! Tanti impegni, alcuni in particolare per me davvero emozionanti: vedere Paolo (che di solito fa lo sbruffone) tutto timido davanti alla platea di nonni e genitori a cantare le canzoncine con i suoi compagni di classe, osservare Anna impegnata negli esercizi a corpo libero, e ancora Paolo che si esibisce alla scuola di musica... 
E tu sei lì, a guardarli, un pò timorosa per quel che affrontano, e molto orgogliosa di vederli nei loro spazi, così piccoli ma già così autonomi: sono fragili, sono delicati e contemporanemente forti e carichi di energia positiva... 
Basta commuovermi: volevo solo dire che, anche se poco, sono contenta di essere riuscita a incastrare in un week-end già pieno una breve corsa sabato mattina e un giro in bici (a un'ora impoponibile...) domenica mattina.
Sabato visto il poco tempo a disposizione ero incerta se correre o no e sentivo le gambe stanche, ho notato nelle ultime settimane di soffrire molto il caldo: cercavo l'ombra per avere un pò di sollievo, alla fine son stati 6 km in progressione e "guadagnati"...
Domenica la partenza è in salita, ma alle 6:40 l'aria è decisamente fresca e la voglia di pedalare è tanta: da casa arrivo sull'altipiano passando per strada nuova per Opicina, poi un giro per Basovizza, Lipica, Sesana, Fernetti, e si torna presto a casa: le strade sono conosciute, il tempo è tiranno, ma tutto sommato meglio di niente...
Sabato ho mancato l'appuntamento con l'esordio nel triathlon, che a Capodistria sarebbe potuto essere una buona occasione; domenica ho saltato la gara Campi Elisi della Coppa Trieste; un po' spiace, ma ovviamente ubi maior, minor cessat...

domenica 12 giugno 2011

esordio di un triathleta

Sabato 11 giugno Stefano, il "mio compagno di corse" da quando ho iniziato a correre, col quale ho condiviso innumerevoli allenamenti e gare negli ultimi 3 anni,  ha esordito nel suo primo triathlon: lo sprint di Capodistria (SLO) sarebbe potuto/dovuto essere anche il mio primo, ma per impegni familiari e scolastici dei bimbi, non ho potuto partecipare :-/
Se solo penso che, in questa folle avventura dalla corsa al multisport ce l'ho trascinato io! mi sarebbe piaciuto che, come per la prima mezza maratona, la prima maratona o il primo aquathlon, l'esordio fosse un'emozione da condividere, ma qui oggi riporto solo le sensazioni e le impressioni di Stefano e i miei complimenti: ottimo esordio!!!

Riflessioni di un debuttante - di Stefano Delben

Gareggiare in un triathlon sprint non dà le stesse sensazioni di una corsa nel bosco o sulla cresta di una montagna con vista panoramica. Inoltre, se penso che a fine aprile stavo per mollare tutto ed un mese fa non avevo ancora acquistato la bici e il body…

La giornata è perfetta dal punto di vista meteo. Intuire che non pioverà mi fa stare tranquillo per la frazione in bici. La famiglia è al seguito. La località vicina e conosciuta. Le emozioni della vigilia riaffiorano come un batticuore…

Ritiro il pacco gara e con mia grande sorpresa non trovo ne la cuffia ne il pettorale. Mi ci vogliono parecchi minuti e domande per essere sicuro che sia giusto così. Devo, inoltre, farmi passare l’impazienza di entrare nella zona cambio perché mi lasciano sistemare le cose solo 20 minuti prima della gara. Ho scritto una lista lunghissima per non dimenticarmi nulla ma alla fin fine appoggio sull’asciugamano solo quattro cose nell’ordine inverso nel quale mi serviranno. Poi, a piedi nudi mi avvio verso la partenza.

L’acqua e freddina al primo impatto, ma dopo qualche bracciata mi sento già a mio agio. Ascolto, senza capirla, la spiegazione del percorso. Per fortuna un concorrente sloveno mi traduce una cosa importante: dovremo percorrere un triangolo e non un trapezio. Si parte. Sono ancora lontano dalla prima boa quando vedo già altri concorrenti sulla strada del ritorno. Alla virata smetto di nuotare per non dare e ricevere colpi (e per rifiatare) poi via verso la seconda. È il momento peggiore della frazione. L’adrenalina è passata e le poche riflessioni sono tutte improntate a “chi me l’ha fatto fare?” La risposta è nota ma rifiuto di pensare che dopo pochi minuti di una tri-gara io sia già demoralizzato. È solo psicologia. Penso positivo anche perché mi trovo bene nell’elemento acqua. Viro la seconda con le stesse modalità della prima e quindi comincio a nuotare. Bracciate e respiri come in piscina. Recupero parecchie posizioni prima di uscire dall’acqua.


In meno di un minuto effettuo il cambio (scarpe comprese) e inizio la frazione più dura. Non riesco a stare in scia a nessuno dei vari gruppetti che si formano e che vedo scappare. La strada è piatta e i rettilinei della zona commerciale sembrano infiniti ma la bici non va veloce come dovrebbe… Provo a mangiare la barretta che avevo attaccato al telaio. Non basta.  Provo a bere acqua. Non basta. Provo a spingere ancor di più sui quadricipiti femorali. Non bastaaa!!! Qui capisco che se voglio andare oltre i 34 km/h senza scia devo allenarmi un po’ di più e penso che forse sarebbe stato meglio fare Gorizia con il S. Michele per recuperare chi non va forte in salita e in discesa. Mi viene in mente la stessa domandina della frazione di nuoto… Ma verso l’undicesimo chilometro trovo, per fortuna, un desperado come me e, con cambi regolari riusciamo ad agganciare l’ultimo treno utile per farci portare al cambio.  Negli ultimi duecento metri rilasso un po’ i muscoli e tolgo i piedi dalle scarpe da bici.


Qualche secondo in più rispetto al primo cambio e…si corre! Ora va meglio. Le gambe non sono legnose come altre volte durante gli allenamenti e recupero subito molte posizioni. Poco prima del quarto chilometro, quando mi accorgo che devo fare ancora un giro del circuito,  il corpo mi avverte di essere un po’ stanchino. Prendo fiato e rallento. Bevo un po’ d’acqua al ristoro. Apro il body per respirare meglio. Ormai, però, sono tranquillo. Il traguardo è vicino. Sto per finire la mia prima gara. Chiudo la frazione con un  buon 4’26” ma soprattutto con la famiglia al traguardo che mi fa le feste!

Conclusioni:
Per godere dell’avvenimento ho dovuto aspettare il giorno dopo. Le frazioni brevi di nuoto, bici, corsa, i cambi superveloci, sono tutte cose che avvengono così in fretta che non si ha il tempo di assaporarle fino in fondo durante la gara.
Le cose più piacevoli sono state il pre-gara con l’attesa che aumentava ma per fortuna mi sono distratto guardando, compiaciuto, le gare dei bambini e dei ragazzi. Insomma, un bel contorno di gente e un buonissimo ristoro finale a suon di coppette di dolci e frutta fresca.
Non mi sento nemmeno troppo stanco. In effetti la gara è durata solo un’ora e tredici minuti ma non di sola corsa, stavolta! Un’idea subito eliminata (per il momento) è stata quella di provare un olimpico. Ripeto, subito eliminata per il 2011!
Alla fine ho rivolto un pensiero di buon auspicio ai compagni di allenamento che il giorno dopo avrebbero fatto il triathlon di Gorizia e a chi per vari motivi non avrebbe potuto o voluto far gare.


Ringraziamenti in ordine cronologico inverso:
  • a Manuele per i consigli pratici dell’ultimo minuto
  • a mia moglie per il tempo che mi concede per i triplici allenamenti
  • alla “mia” forza di volontà, sempre presente dentro di me, alla quale penso nei momenti difficili…
  • al mio piriforme, senza il quale non avrei iniziato quest’avventura

domenica 5 giugno 2011

Cocusso in compagnia

Il percorso ormai è un classico di allenamento, si parte dal bosco di Basovizza e si fugge in su, sulla cima del Cocusso. Questa mattina la corsa è ancora più piacevole per la compagnia di Enrico e Stefano, e tra le chiacchiere (un pò meno in salita, per vero) scorrono veloci i km. Forse per il giro di ieri in bici, forse per la gara del 2/6, sento le gambe stanche e poco reattive, e il caldo già alle 9:00 dà abbastanza fastidio.
Arrivati in cime l'aria è fresca ed è un piacere guardare il panorama: piano piano anche io inizio a riconoscere qualche monte circostante ;)
 
Tornaniamo in giù per lo stesso versante dell'ascesa (Lipica) e ci dirigiamo senza esitazione alla fontana: non mi son portata la borraccia, ma anche se presto il caldo e la sete combinati diventano fastidiosi.

sabato 4 giugno 2011

Monte San Michele

L'idea del giro in bici parte da Giuliana: provare la salita del monte San Michele, che caratterizza il percorso ciclistico del triathlon di Gorizia del 12 giugno prossimo; con Stefano e Maurizio mi aggrego e il punto di partenza è Duino. Per fortuna il cielo è sereno, davano pioggia ma quella arriverà solo nel pomeriggio, ben dopo la fine del giro :)
Il percorso è ondulato, si prende la strada del vallone verso Gorizia, finchè non si svolta e ci troviamo alla base della salita: 3,3 km senza tregua, una sosta breve in cima per assaporare il panorama, che gusto! Mi trovo esattamente nel punto dove Chiara e gli amici di Caio avevano organizzaro il ristoro del TACI di novembre, ma a differenza di quel 6 novembre, oggi c'è il sole e riesco a godere del bel panorama dalla cima!
Davvero bel giro e buona compagnia, i chilometri sono filati velocemente :)

giovedì 2 giugno 2011

La Napoleonica & bici

Il percorso è davvero quello di tantissimi allenamenti, correre qui mi fa sentire "a casa", conosco ogni tratto con più e meno ghiaia, le curve, la pendenza, le panchine i punti panoramici ecc. Ma oggi non era giornata, un insieme di cose ma andiamo con ordine...
Questa me l'ero risparmiata, ma alla mezza del Monte carso di sabato scorso avevo fatto una mossa davvero astuta! la mattina ho sostituito le suolette delle salomon con un tipo più rigido in previsione del fondo assai sconnesso (senza averle provate prima, è ovvio!!!) e, evidentemente più spesse: non ho avuto problemi fino al 17° km, ma poi è iniziata la discesa e l'effetto sulle dita dei piedi è stato terribile: due dita, una per parte, peste, gonfie e dolenti, per non parlar delle unghie...
Ieri sera ho fatto una corsetta per vedere come erano le gambe dato che da sabato non ho più corso e per vedere se riuscivo a correre con i piedi così malconci: dopo 3 km la sensazione di avere due pezzi di cemento al posto degli arti inferiori è piano piano sparita, e ho finito in progressione i 10km.
Però questa mattina non so, forse son partita troppo svelta (1° km 4:27!) complice il primo tratto in discesa, o piuttosto il poco riposo e i pensieri di questo periodo si riflettono più di quanto vorrei sul fisico, ma al cartello del 4° km (ultimi 3 di costante salita) mi son fermata. Avevo addosso la sensazione di non poter fare un passo oltre. Ho guardato le magliette saltellanti che mi sfilavano davanti, ho pensato anche di ritirarmi... poi per fortuna ho ripreso a correre, (almeno fino al ristoro): un bicchier d'acqua e via, che così finisce prima!
Mi dò una mossa, riprendo a correre, al belvedere c'è il giro di boa e si passa per il sottobosco, il tratto che preferisco, caratterizzato da saliscendi, quindi l'arrivo in 40:09: un minuto più dello scorso anno, e ci sta tutto!
Davvero tantissima gente, siamo in più di 500 all'arrivo: Leonardo che ho conosciuto a Palmanova mi riconosce e si scambiano due chiacchiere (..."ma perchè non trascini tuo fratello a queste belle garette corte e divertenti, gli chiedo?!?!). E poi un pensiero a un papà e un figlio che col loro ritmo stanno facendo una gara assieme...
Tempo di tornare a casa e prendo la bici, la sto trascurando e non voglio farle venire le ragnatele: piccolo giro Opicina-Pardiciano-Gropada-Basovizza-Lipiza scommettendo con le nuvole nere, ma restando asciutta! ci voleva proprio il giro, un pò meno la caduta al semaforo e la storta alla caviglia :-S