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giovedì 30 giugno 2016

Un sogno lungo una settimana...

Lunedì dopo 8 ore in auto, con addosso un po' di stanchezza per il viaggio e la tensione lasciata dalla tangenziale di Milano (sembrava di essere in un videogioco!  :O ) prendiamo possesso dell'appartamento: bellissima sorpresa ci offrono un upper level - data la scarsità di presenze, capiremo poi-. Posiamo le valigie, assaggiamo l'aria frizzante e, dopo tante ore in macchina, abbiamo voglia di respirare tra gli alberi, camminando nell'ambiante valdostano.
Troviamo una bella passeggiata a un paio di chilometri dal residence, alle pendici del monte Rutor; partiamo dal piccolissimo abitato di La Joux e, risalendo il torrente che nasce e scivola a valle dall'omonimo ghiacciaio, si incontrano 3 cascate suggestive: la terza, quella più in altro con tanto di ponte sospeso e arcobaleno!
prima cascata
Sentiero di gnomi e folletti!
terza cascata
Per il momento si tratta di un trekking panoramico al cospetto del Monte Bianco percorrendo il sentiero che parte da La Joux (1600 m), frazione di La Thuile. Proseguendo oltre, dopo l'ultima cascata, si arriva ai laghi alpini di Bellacomba (2392 m) e, ancora oltre, si può raggiungere il Rifugio Deffeyes (2494 m); per questo primo assaggio basta così, abbiamo fatto conoscenza coi dintorni, ed il rifugio sarà meta di un'altra escursione!
Calta palustre
Lago glaciale



Martedì mattina il buongiorno si vede dalla... corsa! C'è voglia di sgranchirsi le gambe e proprio davanti al residence ci sono gli impianti di risalita; sul fianco del monte si snodano diversi sentieri e carrarecce, alcuni riservati alle MTB.
Quest'anno si svolge la prima edizione del La Thuile Trail e, per un pelo, non riusciamo a parteciparvi; ci consoliamo assaggiandone in più occasioni alcuni tratti dato che cartelli del percorso sono già ben posizionati...
Il sentiero n° 9 sale costante ma deciso sinuosamente tra i tornanti fino ad arrivare in cima; qui c'è un gran trambusto per sistemare locali e impianti abbandonati dopo la fine della stagione invernale. In questi giorni tutto si rimette in moto per inaugurare la ricettività estiva che, qui deve ancora cominciare: siamo al limite del "fuori stagione".
Per rientrare in paese scendendiamo seguendo una pista, a tratti ancora ben innevata :O ... momenti di panico!!!

 
In tarda mattinata lasciamo la macchina sul confine francese del Colle del Piccolo San Bernardo e ci avventuriamo alla ricerca del lago di Verney - facilissimo da trovare ;)  - e di quello di Tormotta... percorso consigliato e sicuramente che meritava, se solo avessimo trovato il secondo lago! :(
chiacchiere da marmotte...
Causa meteo sfavorevole, numerosi tratti coperti da ampi nevai, pioggia e nebbia fitta abbiamo dovuto desistere e, dopo qualche chilometro, tornare sui nostri passi. *



Bagnati e infreddoliti ci scaldiamo in un bar: niente da fare, in ogni posto dove  ci fermiamo resto incantata davanti alle mappe che rappresentano del territorio montuoso della zona: come il viso di un'anziana signora, i rilievi sono segni profondi, a tratti aspri e aggrottati, che hanno visto tanto e che hanno tanto da raccontare...

Mercoledì tocca a LUI! ebbene sì, ci sono tantissimi motivi per cui siamo finiti in Valle d'Aosta, ma per me uno, sebbene infantile e banale, uno particolare di sicuro: il mito del Monte Bianco non manca certamente... Ammaliata e affascinata fin da piccola, finalmente si va sul tetto dell'Europa! Largo a  prospettive e paesaggi davvero unici e spettacolari :D
La mattina inizia un po' in ritardo rispetto la tabella di marcia dato che "chi non ha testa...." trova sicuro un'anima comprensiva che lo riporta a casa a prendere la macchina fotografica...!
Lasciando alle spalle Courmayeur e procedendo verso la Francia, si arriva a Pontal (1300 m): qui si sale sulla nuovissima skyway, dritti verso il cielo!
Pontal: partenza funivia
Dopo una soste intermedia di una ventina di minuti a Pavillon du Mont Fréty, durante la quale si può visitare il giardino botanico Saussurea, si arriva fino a punta Helbronner (3466 m).
Arrivati in cima, non appena fuori dal nuovo rifugio Torino rimango abbagliata dalla luce accecante del sole (la giornata è limpida, brilla superbo nel cielo) e soprattutto dal riverbero della luce sulla neve. Guai se non avessi gli occhiali e la crema solare, sarei arrostita in 5 minuti!
 
Il dente del gigante
Escursionisti su un mare di neve


Funivia che porta sulla cima francese
Monte Bianco 4807 m
vecchio rifugio Torino visto da punta Helbronner



Punta Helbronner
Non posso non essere sorpresa dalla moltitudine e varietà di persone incontrate sulla terrazza panoramica, le mise sono le più disparate: chi in pantaloncini corti e sandali, chi in pedule e giubbotto, famiglie con figli, comitive di pensionati, tantissimi giapponesi e francesi...

In cima inizio a sentirmi strana e spossata, il mal di montagna mi lascia abbastanza scassata: dopo aver camminato un po' all'aperto ed aver assaggiato la neve candida, ci fermiamo a visitare la mostra dei cristalli e la sala del monte Bianco, che regala una vista con inquadratura ad hoc!
 

Con un ascensore ed un tunnel arriviamo al vecchio Rifugio Torino, ampio e ben attrezzato per ospitare scalatori ed escursionisti esperti e avventurosi ... o chi come noi fa solo il turista!
Tunnel che collega il nuovo e il vecchio rifugio Torino
Vecchio rifugio Torino



Una volta tornati "sulla Terra" ci spostiamo in Val Ferret per raggiungere, con una breve camminata, il rifugio Bertoni. Lasciando l'auto parcheggiata in zona Plampincieux percorriamo una larga carrareccia fra pascoli e prati, che solo nell'ultimo tratto diventerà uno stretto sentiero.
Le camminate sono affrontate con passo rilassato e con le pedule ai piedi, difficile correrci dentro, anche se a volte, la tentazione di farlo, è stata decisamente troppo forte!
Tutta la passeggiata si trova di fronte al massiccio del monte Bianco -per chi avesse voglia (e gambe) di gustarselo tutto, ecco il Tour del Monte Bianco-, e possiamo ammirarlo in tutto il suo splendore (per la neve in cima) e la sua asprezza (fianchi appuntiti, ripidi e scoscesi); il contrasto tra il marrone scuro della terra, il grigio delle rocce fa brillare ancora di più la sommità dolcemente ricoperta di neve.
nemmeno una nuvola!
Il rifugio Bertoni

Le orchidee selvatiche: uno dei tanti motivi per i quali sono qui!


Giovedì scopriamo un'altra bella escursione dietro l'angolo: partendo dal colle San Carlo, (10 minuti in auto da La Thuile) inizia una facile passeggiata verso il lago d'Arpy immersi in un bosco di alberi altissimi!
Lago d'Arpy
Lago d'Arpy
 
Raggiunto il primo obiettivo, continuiamo il sentiero per arrivare al lago di Pietra Rossa; purtroppo dopo aver fatto un bel tratto in salita dobbiamo desistere per la presenza di un grosso cumulo di ghiaccio, in un tratto impervio.
A malincuore facciamo dietro front e ritorniamo al comodo prato che circonda il lago e ci consoliamo con il pic nic.
prato da pic nic!
Rinfrescati dalle acqua gelide, - riesco a tenere i piedi immersi non più di due secondi!!!- prendiamo un altro sentiero in salita che ci porta al Colle della Croce, sulla cui sommità ci sono i ruderi di fortificazioni militari dell'ultimo  conflitto mondiale.
Raggiunta la vetta veniamo ripagati da una vista mozzafiato proprio su la Thuile, tanto da farci venire in mente che potrebbe essere interessante arrivare qui dall'altro versante, così come ci dicono i due ragazzi dell'organizzazione di una gara di MTB che stanno segnano il percorso...
vista dal Colle della Croce su La Thuile, dietro il massiccio del M. Bianco
Finito il giro a Colle San Carlo, ci attardiamo a fare quattro chiacchiere col gestore del Bar la Genzianella: si ha la sensazione che lo scorrere del tempo qui abbia un altro ritmo, lontano dalla frenesia della città, in un'attività che oggi oggi come 30 anni fa ruota intorno alla natura e alle montagne...

Rientrando passiamo per il piccolo abitato di Morgex e quindi sosta a Pré-Saint Didier per ammirare l'Orrido dalla terrazza panoramica (esclusivamente per chi non soffre di vertigini!!!)

Venerdì ritorniamo sul percorso già esplorato delle 3 cascate del Rutor, ma non ci fermiamo al lago glaciale e tiriamo dritti in decisa salita verso il rifugio Deffeyes.
La giornata è splendida, ma comunque calda e la salita è alquanto impegnativa... tutta la fatica è ripagata dall'accoglienza di Ares e  dal te alla menta che bevo dentro;
pelosa accoglienza in cima! :D
questo è uno dei primi punti toccati dai concorrenti del Tor des Geants dopo poco meno di 30km dalla partenza da Courmayeur; il ragazzo al bar ci racconta numerosi aneddoti delle varie edizioni di questa straordinaria gara: cose da brividi!
Nel primo pomeriggio arriviamo ad Aosta, capoluogo che sorge proprio nell'unica zona priva di montagne, una conca calda e umida dove scorre la Dora Baltea e si trovano i piedi di montane austere e maestose.
Arrivando in auto la cosa che mi colpisce è che, ai lati della strada principale si intravedono, tra le viuzze e in lontananza, prati con mucche e impianti di risalita... Sì, proprio dal centro città!
Aosta si snoda intorno a un viale, in gran parte pedonale, dove possiamo gustare un ottimo gelato, fare acquisti e trovare souvenirs...

Cattedrale S. Maria Assunta e S. Giovanni Battista
Piazza Emile Chanoux
Porta Praetoria

Arco di Augusto

Teatro Romano
Molto caratteristiche la piazza del municipio, la porta pretoria ed il teatro romano, davvero ben conservato.
Tutto molto carino, ma complice l'ora e il sole battente, fremo per ritornare in quota e respirare un po', lasciandomi alle spalle almeno 10° C...
Sulla via del rientro non possiamo snobbare il richiamo del Castello di Fenis; è un po' tardi, ma la guida è gentilissima (il castello è visitabile solo se accompagnati) e riusciamo a prendere il biglietto per l'ultimo giro! ci avrà odiati? non so, ma dalla cortesia dimostrata direi di no, anche se il nostro era l'ultimo giro della gioranta ed eravamo in due :S






Del resto, senza guida non avremmo apprezzato e compreso le vicissitudini storiche e familiari svoltesi tra quelle mura; ho trovato incantevole immaginare i fatti narrati, in un ambiente così fiabesco e intriso di storia...

Sabato torniamo in Val Ferret per una percorso che ci porterà al rifugio Bonatti prima e al rifugio Elena: poi si tratta da una passeggiata caratterizzata da un dislivello modesto;
trekking nipponico

Rifugio Walter Bonatti
dopo essere arrivati al primo rifugio il percorso scende di quota per poi risalire al rifugio Elena. Siamo quasi arrivati al nostro secondo obiettivo quando sento un boato: mi giro e vedo delle nuvole nere e minacciose che si avvicinano rapidamente.
Cammino con i bastoncini in mano, in cima alla salita e non mi sento per nulla tranquilla: accelero il passo, quasi quasi mollo li gli stecchi?! Ultimo sforzo, il temporale non è ancora arrivato ma ci rincorre a elevata velocità! Scolliniamo, vedo l'ingresso del rifugio, entriamo: salvi! nel tempo di 5 minuti, le persone che entrano di corsa sono completamente fradicie, 10° in meno in un attimo...
Mai te sorseggiato più lentamente al caldo asciutto del rifugio; tra una rivista e qualche pagina di libro passa così un'ora abbondante e... quando guardiamo di nuovo fuori il temporale è passato. Sparite le nuvole nere, in lontananza si vede il cielo azzurro e splendente che promette un pomeriggio luminoso e soleggiato!
temporale in arrivo...
... e poi torna il sereno!
 
Rientriamo e chiudiamo il giro passando per la larga carrareccia che parte a valle, non facendo a ritroso il sentiero che era già a tratti paludoso.
Nel pomeriggio ci perdiamo gironzolando tra le vie di Courmayeur ingannando il tempo.
 
Chiesa San Pantaleone


Infatti attendiamo l'apertura del Museo delle Guide Alpine, gustando nel frattempo un cari(ni)ssimo gelato! :P
Vedere gli indumenti e l'attrezzatura d quei pionieri che un secolo e mezzo fa hanno aperto e scritto la storia dell'alpinismo fa venire i brividi e decretare senza dubbi che si trattava di uomini con sogni e attitudini smisurati.

Rientriamo alla base abbastanza presto e così, cambiati i vestiti e soprattutto le calzature, "cORsA D'ARIA" a ciascuno, per permetterci di ritornare in linea con se stessi ed esplorare i sentieri intorno a casa...
Trovo un bel percorso segnato per ciaspe che si inerpica dalla periferia dell'abitato  e parte deciso in salita. Dopo numerosi tornanti, di cui non tengo il conto, la vista si apre su un prato, una casetta e la vista su La Thuile poco più sotto, che è già in ombra mentre a metà collina il sole sembra promettere di non andarsene mai. Un piccolo tratto nel bosco e sbuco a Buic, piccola frazione sulla collina per poi tornare in centro per le stradine tortuose e strette che si intrufolano fra le case.
 Bastano poche centinaia di metri per passare dal ritmo movimentato e operoso dell'abitato al tempo lento ma inesorabile della natura...
Domenica è l'ultimo giorno di questo Paradiso e intrecciando parte del percorso del giorno prima con la passeggiata di giovedì dal colle San Carlo a quello della Croce, studiamo le cartine dei dintorni. Disegniamo un giro che ci regala 1000 m D+ belli tosti da casa al Colle della Croce, per poi scendere per il bellissimo sentiero panoramico e scorrevole che riporta al Bar Genzianella; fatto il più, un po' d'asfalto fin cassa e il cerchio è chiuso!
Iniziamo subito in salita, la carrareccia larga con i tornanti a quest'ora è in ombra e così si sale che è un piacere il tratto nel bosco, quindi sbuchiamo nei prati, per poi tornare di nuovo sotto maestosi abeti, questa volta seguendo un single track. L'ultimo tratto di salita è ghiaioso ed esposto, il terreno è scuro, color antracite; il sole ormai è sorto da dietro il colle sul quale stiamo salendo ed è radente, accecante. 1000 metri di salita che non molla un attimo in 8 km, uso i bastoncini per alleggerire il carico su quadricipiti e polpacci: la soddisfazione arrivata su è indescrivibile! Abbiamo conquistato un posto sulla terrazza panoramica davanti al Monte Bianco, c'è un silenzio e una luce surreali, la fatica avvolge il momento col gusto della conquista... un istante di magia!

Nel pomeriggio, per l'ultima camminata, ci spostiamo in Val Veny: il nostro obiettivo è il rifugio Elisabetta; sicuramente interessante come punto di partenza per trekking più imegnativi, ma come punto d'arrivo alquanto deludente. Per i primi 5 km abbiamo camminato lungo una larga carrareccia in un panorama spoglio e desolato, solo l'ultimo tratto si inerpicava in un sentiero degno di questo nome.
 

Splendida settimana, quando si susseguono gli istanti in cui resti senza parole, a bocca aperta, per la meraviglia che hai intorno, di sicuro si tratta di una settimana da sogno!

*Un giorno su sette di mal tempo ci sta, altrimenti non sarebbe stata una vacanza vera, ma solo un sogno...

6 commenti:

  1. Bellissimo racconto. E nasce , oltre alla voglia di visitare questi posti, la curiosità : in una settimana quando km e quanto dislivello hai macinato???

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    1. Ciao Livia e grazie!
      eh la curiosità è venua anche a me: tra camminate (molte) e corse (poche) in tutto son stati ca 150 km con ca 9500 m D+ :)

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  2. Ma bravissima! Le montagne della val d'Aosta sono uno spettacolo e sulla skyway volevo portarci la mia Ciccia, se riesco ci andremo a settembre.

    Per la cronaca: su, fino in cima ai 4807 metri del gigante d'Europa ci sono stato, ma allora ero giovane :-)

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    1. :o ma davvero?!?!
      rispolvera le foto che aspetto un tuo post ad hoc :P
      complimenti che impresa!!!

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    2. Nessuna impresa, una lunga camminatona in realtà, anche se gambe e fiato (quest'ultimo soprattutto) sono stati messi a dura prova. Comunque mi hai dato un'idea!
      Per la cronaca 2 (e ne devo scrivere, giuro) il quattro di Aprile ho fatto una splendida corsetta di 42K a Parigi.
      Non male il vecchietto, eh? ;)

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    3. una "corsetta di 42 Km a Parigi?!" bravissimo, che MERAVIGLIOSA COSA hai fatto!!
      e mi è tornato in mente i tui post di anni fa, l'operazione al tendine: la forza di volontà è un motore inarrestabile! ;)
      certo che di aggiornamenti ne devi fare sul blog!!!

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