Pagine

lunedì 28 luglio 2025

Monte Sernio

 Gita organizzata dal CAI di Monfalcone, ormai da anni una garanzia e punto di riferimento per belle avventure in montagna.

Sabato il tempo faceva i dispetti e a causa di un acquazzone arrivato mentre stavamo salendo al monte Flop, in ogni senso il monte Flop è stato un flop, tanto che abbiamo rinunciato alla cima. Non tutti in verità, dato che qualcuno ci ha riprovato con successo un paio d're più tardi.

Pomeriggio trascorso dunque in impegnatissime e difficoltosissime partite di machiavelli, merenda con dolci fatti in casa del rifugio Grauzaria, con una accoglienza e una gentilezza che ormai sono rari nei rifugi!

Cena buona e abbondante e poi tutti a nanna, nella grande camerata tutti assieme appassionatamente!

 Il mattino dopo il cielo è terso e il sole splende caldo, iniziando ad asciugare quanto caduto nella giornata precedente e nella nottata. ecco la descrizione della locandina del percorso:

Domenica 27 luglio: Risaliti al Foran de le Gjaline (1h), con lungo traverso si sale alla Forca Nuvièrnulis 1732m (0h45), dalla quale ci si abbassa sul versante opposto per circa 60m di dislivello, e si costeggia in senso orario la Torre Nuvièrnulis , fino alla base del versante orientale del Sernio. Qui iniziano le difficoltà, che includono brevi paretine, una cengetta esposta e un canalino, alternate a tratti di sentiero roccioso tra i mughi. Nella parte alta si salgono le ripide ghiaie che conducono alla spaziosissima cima, che presenta ben tre croci (2h30 - 4h15 totali). Grandioso panorama in ogni direzione. La discesa avverrà lungo lo stesso itinerario. Dato che la stanchezza inizierà a farsi sentire, le successive risalite alla Forca Nuvièrnulis e al Foran de le Gjaline potranno risultare un po' gravose. Dopo una pausa al rifugio, ritorno al parcheggio di Case Nanghet.









 Tutto bellissimo, accompagnato dalle persone meravigliose che fanno parte di qualcosa di più di una sezione CAI: da non dimenticare l'abbraccio dei due super eroi del week end; Sarita e Fabione. 

Che mi siano da esempio per affrontare con coraggio qualsiasi difficoltà della vita e da monito per apprezzare appieno e con gratitudine tutto ciò che la vita presenta. 

mercoledì 1 gennaio 2025

3 in un colpo!

Non si può rifiutare l'invito di un'amica, quando la proposta è "andar per monti" il primo giorno dell'anno: per un appuntamento già rimandato? per un buon auspicio? un modo per affrontare un anno in più? In ogni caso, di certo c'è un buon motivo per non lasciarsi sfuggire una giornata che in pianura era grigia e nebbiosa, ma che in quota è stata baciata da un sole caldo e splendente!

Castello Valdjer e monte Sernio sullo sfondo

Iniziamo il cammino dal Castello Valdjer (1340 m) e prendiamo il sentiero 404 intitolato alle Farinarie (le donne carniche che portavano a spalla la gerla dal fondovalle alle malghe) per circa 4 chilometri. Il sentiero è solo in parte innevato, e attraversiamo il tratto iniziale nel bosco, fino ad arrivare a un bivio: lasciamo il sentiero che aggira il monte Neddis e prendiamo una traccia in cresta per arrivare alla prima croce della giornata:

Monte Neddis 1990 m

Proseguiamo in cresta, piccolo saliscendi per incrociare il sentiero 404 e risaliamo alla volta del Monte Dimon: questa volta la croce è quasi nascosta e poco visibile:

Monte Dimon 2043 m

Dalla cima si vede l'omonimo lago completamente ghiacciato e sullo sfondo le nubi che sovrastano la pianura, oltre le montagne.

Lago Dimon 1900 m

Il sentiero prosegue in cresta per poi piegare verso sud ovest, tagliando il pendio e ricongiungendosi al sentiero che, a questo punto, ha le fattezze di una carrareccia. Siamo alla casera Montelago (1920 m).

Ultima risalita della giornata, dapprima lungo una traccia che, parallela alla strada, percorre la dorsale (tratteggio nero sulla tabacco) per poi affrontare gli ultimi metri di quota sul sentiero 404 che ci porterà alla cima del Monte Paularo (2043 m) - proprio la stessa quota del precedente -. La visuale ora è davvero incredibile, 360° di panoramica e riusciamo a individuare le montagne più caratteristiche: dal monte Coglians, al monte Antelao, il Pelmo ed il Civetta; il monte Sernio, il Grauzaria, il Canin e il Montasio... e moltissimi altri! Gli occhi si riempiono di meraviglia.

Monte Paularo 2043 m

Ci fermiamo per una breve sosta poco sotto la cima, troppo ventosa per godere piacevolmente dello spuntino, e per la  discesa seguiamo per la comoda strada che ci riporterà, dopo un paio di chilometri, al di fronte al lago Dimon.


Proseguiamo la lunga discesa (circa 5 chilometri) sulla strada che, concludendo il giro ad anello, ci riporterà al parcheggio.



mercoledì 25 dicembre 2024

Monte Forno: 3 Confini!

Buon Natale a modo mio! ... per chi a bisogno di una pausa tra il cenone della Vigilia e il pranzo con Parenti di Santo Stefano. non sono la sola libera il 25 Dicembre, peraltro giorno perfetto per viaggiare, strade libere, pochissimo traffico!

Si parte presto alla volta di Tarvisio, e la cosa difficile è, usciti dall'autostrada, trovare un caffè aperto; l'unico che scorgiamo è quello poco dopo il bivio per Fusine. Alle 10 siamo in cammino: il sentiero 522 parte proprio dalla Strada Statale 54 che porta, un chilometro più avanti, al confine di Ratece, con la Slovenia.

Il primo tratta sale abbastanza dolcemente, percorriamo un traverso nella neve fresca, anche se qualche escursionista ci ha preceduti e le ciaspole, per il momento non servono.

Proseguiamo nel bosco, dove la pendenza aumenta, il fiato si fa corto e le chiacchiere si diradano. Non c'è nessuno in giro, abbiamo incontrato solo un signore che scendeva mentre noi iniziavamo la salita.

Dopo una piccola deviazione con perdita di quota per ammirare la Chiesa Madonna della Neve, proseguiamo la nostra salita verso la sommità del monte dei tre Confini e, per prudenza, per un breve tratto infiliamo le ciaspole. La pendenza nel bosco si fa via via più ripida, e un po' di stanchezza inizia a arrivare.

Finalmente in cima, siamo accolti da un vento freddo e sostenuto: si apre la vista sul versante austriaco che, esattamente al contrario di quello italo-sloveno, è ampio ed il pendio, attrezzato con impianti di risalita, dirada dolcemente verso la grande vallata.


Ci ripariamo sotto una struttura in legno chiusa su tre lati per consumare il nostro pasto Natalizio con piacere e condivisione: ognuno offre un pezzo di quello che ha portato. In cima incrociamo anche altre persone che salgono da ogni versante: arrivano quasi di corsa una ragazza e un ragazzo sloveni giovanissimi, poi una coppia di amici austriaci che ci offrono della cioccolata, una signora della Val Resia che si stappa una lattina di birra e noi 5! non manca il brindisi a base di tisana, e il panettone che Silvia ha premurosamente portato su!



Scendiamo lungo il sentiero sloveno che corre a ridosso del confine e, poco sopra l'abitato di Ratece, svoltiamo a destra per tornare al punto di partenza.


Grazie Rocco per l'idea di questa bella gita.

sabato 12 ottobre 2024

Parenzana a ostacoli!

Una due giorni programmata da tempo, che per diversi motivi non era ri-programmabile in altra data: quindi si parte lo stesso, nonostante le previsioni di pioggia certa!

Del resto, come sostengo sempre quando a bagnarsi devono essere gli altri, vale la legge del "non siamo mica idrosolubili", vero?

Tralasciando il prequel della prima ipotesi di Parenzana il 7-8 ottobre, con pernotto in casa con piscina, che non era destino... iniziamo dall'inizio e dal primo ostacolo:

giovedì 10 ore 8:00 appuntamento con Sonia davanti al noleggio Bici per ritirare la sua elettrica: il ragazzo è gentile ma alquanto dispersivo: portapacchi, borse, come ricaricare la batteria, moduli da compilare e sottoscrivere... sì ma ce la dai questa bici? il traghetto per  Muggia parte alle 9:00 non vorrai mica farcelo perdere? Nel frattempo ci raggiunge Irene, la terza del trio, che per motivi meteorologici si unirà a noi nel tardo pomeriggio (leggi: per cena al coperto), e riusciamo ad uscire dal negozio!

Più o meno di corsa vero il molo Fratelli Bandiera per imbarcarci sul Delfino Verde, ma ahimè non abbiamo considerato che il mese di ottobre, in giornata infrasettimanale, è il clou delle partenze in traghetto: troviamo Franco (ULISSE) con un gruppo di cicloturisti della FIAB  di Padova che sono già in tanti in attesa di imbarcarsi. A loro 16 si aggiungono anche 3 signore austriache e poi noi due.

Per farla breve, il marinaio ci dice che la capienza è di 13 biciclette, quindi restiamo a terra, noi e le austriache :(

Troviamo il lato positivo, ancora non sta piovendo (le previsioni dicono che pioverà pomeriggio) e abbiamo il tempo di fare colazione con Irene, che poi andrà al lavoro.

Che fare? attendere 1 ora e 10 per il prossimo traghetto, oppure iniziare la nostra avventura cicloturistica da Trieste invece che da Muggia, allungando di una decina di chilometri il percorso? Le gambe scalpitano e abbiamo voglia di pedalare, quindi via per la periferia triestina alla volta di Muggia! 

Muggia - Inizio della ciclabile

La cosa che mi piace moltissimo quando viaggio, è il fatto che ti senti cittadino del mondo, e in un attimo ti trovi a parlare (Sonia per l'esattezza) con un tipo americano che è in vacanza in Europa e si fa un giro in bici sulla Ciclabile dietro casa. Quanti incontri, scambi, conversazioni con persone che provengono da posti così diversi e lontani da casa.
 
Cupi Presagi a Capodistria

La ciclabile in Italia e in Slovenia scorre su asfalto e attraversa Capodistria ed il suo bellissimo lungomare che porta a Isola. Il cupo presagio del cielo nuvoloso si concretizza anche con lo stop imposto da due poliziotti sloveni in quanto, in un tratto fortemente trafficato da camion in una strada senza banchina, stavamo pedalando sul marciapiede (completamente deserto). Restiamo incredule, scappa la battuta "andavamo troppo veloci?" ... ma il giovane ci spiega che questo è un ammonimento, ci prende nome e cognome e ci invita a proseguire in sede stradale.

Pioggia al Museo del Sale a Sicciole

Cristallo di Sale

Dalle Saline alla volta di Buie

Lasciate alle spalle le antiche saline di Sicciole, ci dirigiamo verso il confine croato con la lunga ma non troppo ripida salita che ci porterà verso la nostra meta della giornata: a Buje dove pernotteremo. 

Nel pomeriggio ci raggiunge Irene, la terza ciclista che, causa problemi lavorativi, sarà costretta a pedalare solo nella giornata soleggiata, risparmiandosi l'acquazzone in sella!

 Buona cenetta in un ristorantino in centro e passeggiata per visitare la cittadina sotto il fascino delle stelle.

Sonno ristoratore ed il giorno dopo attendiamo un bel pò dopo colazione, per attendere che la pioggia smetta di cadere! Partiremo tutte bardate per la pioggia ma in effetti poi esce il sole, anche se il fondo sterrato della ciclabile non fa in tempo ad asciugare del tutto.



Alla partenza ignare degli ostacoli sul percorso :D

Poco dopo aver salutato la nostra ospite, accadono due fatti in breve sequenza:

-> sentiamo uno strano rumore provenire dalla bicicletta di Sonia 

-> la gomma posteriore di Irene è a terra!

Andiamo con ordine: il porta pacchi posteriore della bici a noleggio di Sonia si è rotto e pertanto pende da un lato, causando lo sfregamento del portapacchi e delle borse dall'altro. Di certo non è possibile proseguire così, ci fermiamo e proviamo a aggiustare il porta pacchi utilizzando un rametto come rinforzo nel punto di rottura e ... un calzino come benda per tenere tutto assieme. Ovviamente questa sistemazione di (s) fortuna non regge e non sappiamo davvero come fare! Siamo ormai lontane da Buje, ci spiace perdere tempo per tornare al B&B, e proviamo a fermare un paio di furgoncini che passano lungo la ciclabile. La fortuna ci assiste e  dopo un po' un signore ci omaggia di uno scotch americano, con il quale riusciamo a sistemare (più o meno) il portapacchi. Ovviamente con tutto quello sterrato e le sollecitazioni, non è il caso che le borse restino piene, così spartiamo il bagaglio di Sonia: lei riempie il suo zaino con quello che sta, ed il resto tra Irene e me.




Riparazione di fortuna del porta pacchi!

Poco dopo aver aggiustato alla bell'e meglio la bici di Sonia, ci accordiamo che la gomma posteriore di Irene è vistosamente a terra: purtroppo lei è senza copertone ed io non sapevo che il mio  29 sarebbe potuto essere utilizzato anche nella sua ruota. Dato che lungo il percorso non abbiamo trovato negozi, non ci resta che fermaci spessissimo per gonfiare la camera d'aria!!

Parte della bellezza di questo percorso consiste nel fatto che si davvero selvaggio e isolato (nel territorio croato) per la quasi totalità del suo sviluppo dai centri urbani; d'atro canto è anche vero che se si avesse necessità di ristorarsi per il gran caldo, o bisogno di un meccanico o qualche accessorio per la biciletta, in questi casi sì è completamente abbandonati e se stessi ed alla provvidenza...


Gonfiaggio camera d'aria a ciclo continuo!







Non ci facciamo di certo abbattere da qualche inconveniente lungo il percorso e di buona lena pedaliamo immerse in meravigliosi sterrati, nella natura. La giornata ormai è calda e soleggiata. i chilometri scorrono veloci e arriviamo sopra la città di Parenzo, nostra meta. Qui incontriamo un gruppo di ciclisti trentini che seguiamo per evitare la strada asfaltata e proseguire lungo il percorso, fino al mare!
 
 
 


Visto che il terreno fangoso e la pioggia ci han maculato le gambe e gli abiti, optiamo per un tuffo purificatore (almeno dal fango) nell'Adriatico!

domenica 30 aprile 2023

Molisn't

L’idea nasce con i buoni propositi dell’anno nuovo, perché quando due persone si incontrano scoprendo di avere un gusto per il divertimento assonante, anche quello che può sembrare un azzardo (se rimane solo nella propria mente), a raccontarlo e di fronte all’altrui entusiasmo può prendere forma!

Antonio disegna così un bellissimo percorso, ideato per attraversare il Molise partendo proprio dalla sua Isernia, fino al mare. Dopo l’esperienza comune lungo il tratto della via Francigena da Siena a Roma, trova in Valentina una compagna di viaggio disposta a testare il percorso, che in parte ricopre i luoghi già visitati negli innumerevoli giri giornalieri, ma in parte esplora zone anche a lui sconosciute!


Day 1 - da Isernia la prima salita porta a Miranda, coloratissimo paese: si abbandona la città e ci si immerge nella rigogliosa natura che a fine aprile esplode nel suo rigoglioso verde brillante. 

Passiamo l’abitato di Carovilli e proseguiamo lungo la strada si snoda nel mezzo di una fitta foresta, con tanto di cartelli a segnalare l’eventuale presenza di orsi!

Dopo un breve ristoro ed il secondo caffè della giornata inizia la lunga salita che ci porterà al punto più alto dell’intero percorso: Capracotta (1421 m s.l.m) Si tratta di un famoso centro per lo sci di fondo: ormai la neve imbianca soltanto le vicine dorsali dell’Appennino (grande massiccio della Maiella?) e per riprenderci dalla salita consumiamo il nostro pranzo (grazie mamma Rosa!).

lungo la ripida discesa ci fermiamo ad ammirare le cascate del Verrino, per poi proseguire il nostro viaggio fino a Bagnoli del Trigno, non a caso denominato la perla del Molise. Al accoglierci lo spettacolare Castello ducale Sanfelice che si trova in cima alla montagna rocciosa del paese, a 783 m. circa slm, a guardia del rione Terra di Sopra. Grandissima soddisfazione all’arrivo, consapevoli di aver portato a casa la tappa più dura!







Day 2 - dopo aver visitato a piedi i vicoli lastricati di Bagnoli, inforchiamo nuovamente ne nostre bici e riprendiamo il nostro viaggio: Salcito è la prima sosta idrica della giornata, per poi proseguire scendendo verso Fondovalle del Trigno e quindi guadagnare il pranzo a Roccavivara, dove per la prima volta scorgiamo, in lontananza, l’azzurro del mare, nostra meta finale. Nella piazza del paese ci sono due bar, ma non è facile trovare qualcosa da mangiare: ci dissetiamo con una birra, la giornata e soleggiata e la salita richiede di reintegrare i liquidi! Finita la pausa pranzo risaliamo ancora un po’ e raggiungiamo il punto più alto della nostra giornata, 892 m slm e guardiamo le pale eoliche negli occhi!

Lunghissima discesa che ci porterà al livello del lago, non senza la dovuta sosta al caratteristico abitato di Civitacampomarano: oltre al bellissimo castello angioino, principale monumento cittadino, si rimane stupefatti dai numerosissimi murales che decorano le facciate delle case; le opere, frutto dell’’espressività di numerosi artisti, sono il regalo che là manifestazione CVTà Street Fest dona al piccolo borgo. 

Proseguiamo la discesa e costeggiando il torrente Vallone Grande arriviamo sopra al lago di Guarfialfiera: l’ultima fatica della giornata prevede la salita alla cittadina per poi oltrepassarla, guadagnare ancora un po’ di quota e trascorrere la serata nell’incantevole agriturismo Terre del Sacramento!












Day 3 - scendiamo da Guardalfiera e per poi risalire per una riva con tratti di pendenza al 15%! Portiamo la bici a mano sul tratto fortemente sconnesso per poi risalire in sella e bypassare l’abitato di Palata; una bella e piacevole discesa ci porta a  Montenero di Bisaccia, dove ci fermiamo per mangiare e mangiare qualcosa. 

Siamo in profumo di arrivo, il mare adesso è vicino e il percorso regala ancora discesa: all’altezza di Petacciato tocchiamo la sabbia e con un’ultima pedalata arriviamo sul lungomare della cittadina di Termoli, dove trascorreremo l’ultima notte. Di grande impatto il castello Svevo che ci accoglie all’entrata dell’antica borgata tra le mura d affacciata sul mare.

Il Borgo regala scorci incantevoli, e tra i vicoli lastricati di pietra chiara ci infiliamo anche nel vicolo più stretto d’Italia, che è largo soltanto 41 cm!

Merita certamente una visita la Cattedrale Santa Maria della Purificazione di stile romanico pugliese dove sono conservati il corpo del santo patrono della città, Basso e del compatrono Timoteo. Essa è edificata nel punto più alto del promontorio termolese. Di recente sono state aperte al pubblico 4 sale sotterranee, da visitare con guida per un’interessante immersione nella storia locale.