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domenica 31 luglio 2022

via Ferrata Catenaccio d'Antermoia

Partiamo venerdì pomeriggio dopo il lavoro, per quest'esperienza dai tratti agrodolci, indiscutibilmente la prima e l'ultima del genere, non me ne voglia Sandra :)
Per fortuna il pernotto di venerdì e molto "friendly" (grazie Davide) e provo anche a dormire in piccionaia in camper! :D

Passo San Pellegrino


Sabato ci troviamo a Vigo di Fassa, all'impianto di risalita che con una seggiovia a due tratte di porta a quota 1800.
Inizia così il nostro cammino in direzione del Passo Principe, non senza qualche sosta e variazioni di percorso.
Le nostre compagne di viaggio sono Marzia, Nicoletta, Monica e Carla, per qualcuno si tratta della prima esperienza in via ferrata.
La salita ci porta al rifugio Vajolet e qui facciamo una deviazione a sinistra, per portarci al cospetto delle torri del Vajolet . Raggiungiamo così il Rifugio Re Alberto attraverso un sentiero attrezzato con un cavo d'acciaio, forse più pericoloso per la massa di viandanti che per la ripidità dello stesso.
Riprendiamo quindi la salita. le persone si diradano e con un'accoglienza molto ventosa arriviamo al Passo Principe, 2600 m.
Il rifugio è davvoer incastonato nella montagna, infatti la schiena ci è proprio appoggiata contro. La nostra stanza è collocata separatamente dal corpo del rifugio, 10 letti in tutto accostati, 5 sopra e 5 sotto.
Il rifugio è piccolo e molto accogliente, a teneere banco per tul pomeriggio c'è Sergio, il titolare che con il figlio e la nuora (in dolce attesa) gestiscono questo piccolo gioiello in quota. 
Il posto è eccezionale, le rocce hanno colori mutevoli e tra il tramonto e l'alba non saprei dire cosa mi ha incantato di più. La cena è buona, la stanchezza è tanta e presto andiamo a riposare.








Domenica mattina partiamo alle 7, fuori dal rifugio fa davvero freddo e soffia molto vento, simo in sella: la salita per l'attacco della ferrata parte a bomba e complice la colazione appena finita, ci sentiamo quasi male!
La ferrata non è particolarmente lunga, nè faticosa, nè esposta: soltanto lìulimo pezzo in cresta è sprotetto e si cavalcano le rocce, contamplando il lago d'Antermoia che ci attendde dal versante opposto della salita.
Dopo le foto di rito con la croce, ci dirigiamo verso l'attacco della ferrata di discesa, che sembra molto più lunga della salita.... 
Quando finalemnte arriviamo a un pianoto ghiaioso siamo vicine al rifugio, nel quale pranzeremo.
La successiva discesa a Canazei è lunga, la quota inferiore restituisce alberi ed erba ad adornare il nostro paesaggio.







finiamo stanche e soddisfatte per la giornata, un po' meno per il vetro infrannto del telefonino :(



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