Organizzata dal Gruppo Corsa in Montagna del CAI Societa' Alpina delle Giulie di Trieste in collaborazione con il Comune di San Dorligo della Valle - Obcina Dolina e la Riserva Naturale della Val Rosandra organizzano: Trail Jamarun 2011 - Meeting di Corsa in Montagna
Fin poco tempo fa mi lamentavo che non ci sono gare trail nella mia zona, nelle quali poter soddisfare la voglia del fondo sterrato sterrato e della natura tutto intorno e invece, in 20 giorni ne ho corse due!
Correre in natura dona una prospettiva assai diversa di approccio non solo rispetto alla corsa in sè, ma anche in considerazione di tutto ciò che implica l'organizzazione di una gara: dal canto mio si denota palesemente il grande impegno degli organizzatori a gestire al meglio il percorso e i ristori in posti impervi e difficilmente raggiungibili, nonchè l'amore per i luoghi stessi, che con la loro bellezza e spettacolarità diventano i veri protagonisti dell'evento.
A fine maggio la mezza maratona del Monte Carso, ora la Jamarun: quest'ultima con i suoi 12km e spicci mi è sembrata più dura: di sicuro la temperatura elevata non aiuta e nei tratti fuori dal sottobosco il sole picchiava eccome!
La partenza da Bagnoli in mezzo alle case, nella strada di accesso alla Valle: si parte subito in leggera salita su asfalto, che presto lascia il posto allo sterrato dopo l'accesso alla riserva naturale. Fino a Bottazzo si sale abbastanza dolcemente e poi finisce la corsa: nella salita a Beka non riesco a far altro che camminare di buon passo, e i tratti di corsa sono davvero pochi, non appena la pendenza lascia spazio a un tratto di respiro... siamo nel sottobosco, un pò di fango ma tutto sommato il fondo è regolare e si avanza senza troppe difficolà: mi consolo perchè quasi tutti intorno a me camminano e, chi prova a corricchiare, non ha beneficio nell'avanzamento. Il cuore è in gola già così, non ho intenzione di forzare, perchè se no poi chi corre in sella?!?!
Finita l'ascesa c'è un piccolo tratto di asfalto e il primo ristoro: fa caldo e ora il percorso è esposto al sole, bevo un sorso e il resto me lo verso in testa, sento subito una meravigliosa sensazione di raffreddamento e la fatica, almeno in piccola parte, viene "lavata via". I successivi 4 km sono corribili e riesco ad apprezzare il panorama: domina il rosso intenso del terreno e il verde brillante dell'erba e degli arbusti, il caldo esalta il profumo della vegetazione che ci circonda... il Garmin mi ha abbabdonata in partenza, "batteria scarica" e quindi non ho alcun riferimento rispetto al percorso, ma correre mi da buone sensazioni, e mi sento felice di essere qui e ora, insieme ad un altro buon centinaio di matti che sudano e faticano per apprezzare così il Carso.
Dopo una breve discesa in una pietraia, dove uso prevalentemente le mani per rallentarmi afferrando i tronchi degli alberi, inizia l'ultima salita per arrivare sulla cresta del Monte Carso: il sentiero è un'idea nel mezzo di una distesa infinita di pietre: 130 metri in un chilometro, in certi tratti mi tiro su anche con le mani o mi appoggio per non perder l'equilibrio.Quando si arriva in cima lo spettacolo è mozzafiato: il salto è impressionante, davanti non c'è nulla, sullo sfondo Trieste e un'immensa distesa blu all'orizzonte!
Dopo aver raggiunto la cima, non resta che ridiscendere verso Bagnoli e l'arrivo: qui, ancora più che in salita, sento tutta la mia inesperienza tenica per buttarmi giù! il primo tratto è davvero ostile, la pendenza notevole, il percorso è stretto, a malapena c'è posto per mettere i piedi, tanto che si passa uno alla volta, e quando sento il fiato di qualcuno sul collo mi fermo per lasciar passare e non esser travolta: i sassi sono grandi e mobili poggiati su un fondo a sua volta instabile, le caviglie scricchiolano e quando l'appoggio è particolarmente critico sento qualche fitta in torsione...il pensiero costante è di arrivare giù integra e la prudenza mista a paura quasi mi blocca, a tratti cammino. Per fortuna nel secondo tratto la discesa è sempre ripida, ma il fondo è stabile e più morbido, e riesco a mollarmi serenamente lasciando andar le gambe...
Ancora un paio di saliscendi e l'arrivo è dietro l'angolo, la fatica è finita ed è bellissimo trovare Stefano, Alessandro e Marcello: tutti molto provati, ci si scambia sguardi sgomenti: chi non conosceva il percorso, chi ha forzato troppo, chi lamenta dolori sparsi, ma comunque tutti molto soddisfatti per l'impresa! Il percorso è bello e intenso, al pari delle sensazioni che si hanno a percorrerlo col cuore in gola!
Grazie a Enrico il percorso di gara lo avevamo provato a gennaio e mi ricordo perfettamente che, a fine allenamento tra me e me avevo pensato che farlo in gara sarebbe stata una pazzia: beh forse son sulla buona strada per perdere la ragione...
Grazie Stefano per il file con il percorso di gara, al quale ho ovviamente cambiato il tempo finale!
Mi ritrovo in molte cose del tuo racconto, prima tra tutte la difficoltà in discesa e la sensazione di stare sempre a rallentare qualcuno. Quanto alla salita, camminare è normale: chi riesce a correre su pendenze notevoli ha tutta la mia ammirazione
RispondiElimina...e visto che non c'è due senza tre, mercoledì sera c'è la Carsolina (http://www.marathontrieste.it/html/homepage_flash.html)! :-)
RispondiEliminaCiao
Alberto
già il nome è tutto un programma... :) gare durissime, che ripagano in proporzione....
RispondiEliminagrazie anche ai tuoi racconti 'sti trail mi affascinano sempre di più! mi sa che è ora di cominciare a provarli (certo qui nel Lazio è un po' più complicato trovarne)
RispondiEliminaconcordo sulla bellezza e sulle sensazioni delle corse in natura, certo a volte sono davvero un massacro anche per il fisico ma pagano di certo la fatica!!!
RispondiEliminaAnch'io in discesa sono una frana ;-(
Credo che prima o poi ti toccherà provare la Traslaval..che racchiude in 5 tappe tra le dolomiti tutte le sensazioni che descrivi benissimo e che condivido appieno Poi lo staff mette pure a disposizione una serie di animatori per i bimbi mentre i bimbi grandi corrono ;)!
RispondiEliminajamarun mi ricordava un film con robin williams.... o giu di li.. :-))))
RispondiEliminaahah.. brava dai come dici Patty la bellezza dei luoghi ricompensa la fatica ;-)
ciao
ah era jumangi :-)))))
RispondiElimina@Caio: ...ho tanto la sensazione che per scendere decentemente non mi basterà una vita di allenamenti, sigh...!
RispondiElimina@Alberto: grazie della segnalazione, ma se non mi mettono un baby-parking assieme al banchetto delle iscrizioni, partecipare in settimana mi è davvero impossibile :-S
@theyogi: soddisfazione e fatica: a 48 ore i quadricipiti brontolano ancora :-(
@StefanoStrong: anch'io lo credevo, invece basta entrare in "giri alternativi" e presto si scopre un altro mondo...
@Patty: leggo spesso con invidia delle tantissime gare che avete in zona: un'esaltazione e apprezzamento per la natura che abbiamo.
@Arirun: la lunghezza delle tappe non è mostruosa, e le foto nel sito sono davvero notevoli... grazie della segnalazione!
@Pimpe: :-D jumanji!!!! se intendi che come il film la corsa era "allucinante".... non sei andato lontano!!!
Ho letto da qualche parte che se la salita rende la camminata veloce quanto la corsa si deve procedere al passo per tenesi energie preziose.. sulla discesa sinceramente non capisco cme possano venire giù a quella velocità.. oh vedo che sei in formissima!
RispondiEliminaLuca "un passo dopo l'altro"
Bello leggerti nel verde !...(;-)....
RispondiEliminaLe discese sono micidiali....
Complimenti Atleta!!!;-)) Gara breve ma intensissima e molto faticosa!! SUPER!!!
RispondiEliminaGiuly
@Luca: esatto! inutile morirci su, considerando poi che era all'inizio!
RispondiElimina@Diego: per le discese mi ci vorrebbe un istruttore+una gran dose di follia pura...!
@Giuly: ne sai qualocsa eh? ho visto che lo scorso anno ti eri cimentata pure tu....