La descrizione dettagliata del percorso è compiutamente riportata nel sito, corredato da numerosissime splendide foto dei fiori e dei paesaggi che si possono ammirare lungo il percorso di questo trail che per me è un mix speciale:
forse perchè è stato il primo azzardo, quando nella primavera del 2015 chiesi all'A.I. Stefano se, secondo lui, ero in grado di farla...
forse perchè durante un esplorativo, per la prima volta, mi sono sentita piccolissima ai piedi di Clap Savon e sono rimasta interdetta dell'imponenza adella montagna che si stagliava davanti a me...
forse perchè alla prima edizione sono salita in premiazione e di cotanto premio il mio babbo ancora si ricorda, e non cessa, ad ogni gara, di incitarmi a portare al casa altri premi così! (roba seria, sponsor wolf!!) ;)
forse perchè ho trascorso memorabili giornate di esplorativi con Paola e Stefano, -più o meno riusciti o ripiegati in piani B prontamente ideati dall'A.I. - che ritualmente hanno a sempre accompagnato le settimane antecedenti la gara...
forse perchè al Rifugio Tita Piaz c'è un'accoglienza che ti fa davvero sentire a casa...
forse perchè la cura e la dedizione che Stefano metter per far in modo che il percorso sia ottimamente segnato, le cresta messe in sicurezza e l'erba dei sentieri tagliata come ti aspetteresti di vedere in un giardino, ti fa sentire protagonista importante di questa gara...
L'edizione 2017 ci ha visti impegnati in due esplorativi, uno per perlustrare il percorso dello Short Trail, sul quale si è cimentato Stefano in super ripresa dopo l'incidente dell'agosto scorso, ed uno che ci avrebbe dovuti portare e ripercorrere la salita più impegnativa, quella che da Casera Giaveada (1684) porta in vetta su Clap Savon (2462). Il percorso ad anello, da Sauris di sopra, era però impraticabile a causa di una frana che aveva interrotto un ponte in una zona impervia, e così avevamo ripiegato per altri sentieri.
Gli esplorativi sono stati anche l'occasione per riempirci gli occhi di verde e azzurro, di prati e dirupi, di lago e di vette: domenica in gara ha piovuto per tanti chilometri e ci siamo trovati in quota circodati da nuvole basse: ottimo in cresta, per non farsi sopraffare dalle vertigini!
Sabato nel primo pomeriggio siamo partiti alla volta di Ampezzo con Andrea (per la prima volta sul percorso e ormai ufficilemente dichiarato "atleta di punta di Evoluzione Nordic"!), Paola e Stefano.
Mezza Trieste podistica presente al ritiro pettorale, un sacco di chiacchiere e saluti, poi l'immancabile briefing con il medico (non si sa mai che sentire la presentazione del dislivello possa farti venire un coccolone e chiederti che ci fai lì! :P) Licio per sentire ogni piccolo dettaglio/modifica/precisazione millimetrica del percorso.
Arrivati al rifugio ci sistemiamo, ceniamo e dopo i riti propiziatori e le prove tecnice di abbigliamento/zaino/pettorale ci diamo la buonanotte: anche quest'anno sento una strana tensione, emozioni pre-gara che sono uniche delle Orchidee, ma vince la stanchezza della settimana e mi abbandono presto a un sonno profondo.
tempo incerto al risveglio |
Domenica 5:30 colazione con gruppo Evoluzione al completo, anche il Pres quest'anno pronto al via per la terza volta, quindi immancabile foto pre:
Alle 7 in punto si parte, fiume colorato che scorre veloce, anche grazie all'iniziale discesa, per rallentare sensibilmente poco dopo la deviazione nel sentiero: inizia il viaggio!
Grandi contrasti mi vengono in mente ripensando alle emozioni e immagini che ho catturato: tante chiacchiere di un ragazzo padovano che non stava in silenzio un secondo, il passo uniformato al lento incedere del single track in salita, il ristoro al 10° km che ho saltato per la troppa gente, i racconti delle ultime gare intorno. Assaggi tante vite, ne senti di tutti i colori, sorridi, ti infastidisci, prendi e lasci qualcosa di te. Ad esser sincera l'esplorativo sul tratto più duro mi è mancato, avevo rimosso quanto fosse lunga la salita e per fortuna stare in gruppo mi ha distratta!
Un secondo in vetta, e mi ritrovo sola; il panorama è una nuvola candida e mi tuffo verso la temuta discesa: prima parte ghiaione, seconda fango e erba a volontà: tutte le sfumature della scivolosità! :O
Felice di esser qui senza nessuno davanti, che la paura di finire addosso a qualcuno sarebbe una difficoltà in più, anche se d'ora in poi la mia gara sarà per lunghissimi tratti una corsa in solitudine.
La pioggia che ci accompagna per diversi chilometri sulla pelle non è fastidiosa, leggera e sottile rinfresca; peccato per il fondo che è scivoloso, tra fango, sassi e radici c'è l'imbarazzo della scelta!
La salita al monte Pieltinis è lunga ma facile, sulla carrareccia posso rilassare un po' braccia e le spalle provate dai bastoncini, che ho usato sia per spingermi in salita, che per frenarmi in giù.
Per arrivare a Lateis c'è la penultima salita: una strada asfaltata nel bosco che ha una pendenza che mi lascia ogni anno esterrefatta; la discesa successiva le fa concorrenza, e quest'anno è stata asfaltata, e correrci su è un pò doloroso per la mia schiena.
Quando arrivo a Lateis mi rilassio e mi dico "non manca molto", ma mi rendo conto sto pagando il conto del poco tempo dedicato agli allenamenti lunghi: ne ho la certezza nel bosco Flobia, il facile sentiero didattico che in altre edizioni ho affrontato con più sprint: non ce la faccio proprio più: ultimi chilometri sofferti, ripagati dalla soddisfazione di aver concluso il viaggio, dalla medaglia e dalla stretta di mano di Stefano, che, come ogni anno, è lì a salutare e complimentarsi con i finisher!
Bellissimo !!!
RispondiEliminaBrava Vale.
Grazie Stefano! :)
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