Prima uscita in montagna della stagione, una classica "friulana": lo Spigolo ovest del M.te Glemina.
lunedì 31 maggio 2021
Spigolo del Glemine
sabato 8 maggio 2021
Anello del monte Ciaurlec da Meduno *
E' primavera inoltrata ma in quota la neve è ancora davvero tanta (e precipitazioni recentissime hanno nuovamente imbiancato le vette) e per fare un po' di dislivello nasce l'idea di cercare un' escursione con partenza davvero dal basso (290 m slm) per arrivare in cima al Ciaurlec, nelle Prealpi Carniche.
Conosco la zona solo di sfuggita, quindi mi affido ai resoconti di Sentieri Natura per scegliere una bella proposta: dal libro "I sentieri del Bosco" spunta l'anello del monte Ciaurlec, percorso circolare che parte da Meduno.
Arrivando in automobile mi sovviene di essere già stata in queste zone, sicuramente per una FIASP che partiva da Sequals (e quella volta con Paola e Stefano eravamo andati a visitare la casa - museo di Primo Carnera) e anche l'abitato di Meduno (Trail ValMeduna).
Parcheggiamo nella piazzetta davanti alla chiesa, dato che il nostro sentiero (CAI 819) parte proprio da lì dietro.
L'aria è fresca, la giornata limpida e splende un sole caldo, ma la salita è per buona parte protetta dalla vegetazione e ciò la rende piacevole.
Sistemati nella stessa formazione della ciaspolata di gennaio (casera Tragonia), Loredana dà il passo, segue la sottoscritta e chiude la fila Paolo: non può non venirmi in mente cosa dice sempre Stefano quando la vignetta comprende "un uomo e due dame"... ma questo è un altro discorso!
Quando arriviamo alla casera Vlinis vi è un grande prato ricoperto da tessuti variopinti: ci saranno una decina di deltaplani pronti a decollare, che spettacolo: il momento in cui i piedi di sollevano da terra, deve essere proprio pazzesco, ci incantiamo a osservare il volo di quegli esseri umani temporaneamente forniti di ali, cerco di assaporare la sensazione di assoluta leggerezza e libertà che quella visione mi regala.
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Il sentiero prosegue a destra salendo in diagonale; dopo averlo oltrepassato un tormentato tratto da lame rocciose e sculture calcaree si giunge al pianoro sommitale, completamente ingiallito e adornato da cespugli di erica e ginepro. Giunti nel punto più alto del sentiero si svolta a destra per guadagnare la cima con croce e libro di vetta.
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Ritorniamo sui nostri passi e, arrivati all'incrocio lasciamo il sentiero 819 che prosegue nella traversata del monte (variante che necessita di 2 automobili), per ritornare allo stesso versante con il sentiero 850. Dalla casera Tamer (sempre aperta ma spartana con caminetto, panca e tavolo) inizia la discesa.
Passata casera Sinich si apre un'ampia e panoramica radura: intorno quota 1000 il sentiero svolta decisamente a destra e si percorre un piacevolissimo sentiero nel bosco di noccioli e conifere.
Proseguendo a destra, ci troviamo al cartello che propone la salita al monte Davanti, o la discesa; scegliamo quest'ultima e tramite una mulattiera, in una lunga diagonale arriviamo sopra l'abitato di Toppo, a detta di un cartello locale "uno dei comuni più belli d'Italia"!
Sbucati dal sentiero teniamo la destra e dopo 3 km di placida strada asfaltata torniamo a Meduno, per concludere il nostro anello.
* da Le Guide di Sentieri Natura - i Sentieri del Bosco
sabato 6 marzo 2021
Falesia Timavo
Festeggiamo in falesia il 3° compelanno di AAA un'associazione della quale faccio parte da luglio, che mi ha accolta a braccia aperte e che in questi mesi mi ha regalato davvero tanto in termini di amicizia, esperienze, montagna ed emozioni...
Devo a Patrizia e Paolo la primissima volta che ho "toccato roccia" e sono arrivata in catena, ad agosto dello scorso anno, quando senza aspettarmelo è arrivato l'invito: "vieni ad arrampicare?" Da allora le cose sono un po' cambiate: sono ufficialemnte un'apprendista arrampicatrice :D
Mai come quest'anno ho utilizzato tanto le ciaspe per non parlare poi delle belle persone che sto frequentando e con le quali riesco a portare a termine quelle piccole avventure che mi regalano soddisfazione e gioia.
La falesia Timavo, recentemente spittata, è caratterizzata da tiri brevi ma che non contemplano i gradi più bassi.La giornata è soleggiata e un po' ventosa, immagnavo di arrampicare crogiolandomi al sole, ma putroppo la falesa è in una fessura esposta a nord e qui il sole non ci arriverà per tutta la giornata.
Quando arriviamo intorno alle 11, siamo Paolo, Patrizia, Loredana, Vincenzo Camilla, Clelia, Sandra (doppio festeggiamento per lei oggi!) Francesco e Deborah: proviamo a scaldarci ma la difficoltà, in aggiunta al grado, è data dalla roccia gelida, che congela le mani, se già non si fossero autonomamente assiderate! Poi arriva anche Anselmo con il figlio Sebastiano: che bello vedere un radazzo così giovane determinato e entusiasta.
Riesco a portare a casa Fungis in fundo e Vecjo Scarpon, mentre su mosquito beach mi fermo a tre quarti: sono stanca di braccia e le dita non reagiscono ai comandi :S
Due ore e un paio di tiri dopo, andiamo sul ciglione soprastante su un comodo e soleggiato prato, per condividere l'OPQ. Nel frattempo arrivano Guido e Giulia con Olivia e Anna, poco dopo anche Paolo con Davide e Simone.
Splendida giornata di sport e belle sensazioni!
mercoledì 24 febbraio 2021
da Prato di Resia al Ricovero Crasso rientro per Stolvizza e sentiero Ta Lipa Pot
Lasciamo un'umida alba a Trieste e troviamo una giornata primaverile in montagna: partenza 5:45 per avere la comodità di affrontare con calma il giro che, secondo le previsioni di Paolo, doveva essere di una ventina di chilometri (chiuderemo con 5.4 km in omaggio!!).
Alle 7:30 parcheggiamo davanti la sede del Parco delle Prealpi Giulie e ci incamminiamo verso il sentiero CAI 638. Partendo dai 500 metri di Prato non troviamo subito la neve, che a queste quote si è già sciolta; la salita all'inizio è subito pronunciata, tanto più che prendiamo i tagli nel bosco!
L'umore è alto e la voglia di camminare tanta, per cui sembra di non sentire nemmeno la fatica tra una chiacchiera e l'altra. All'altezza degli stavoli Sagata svoltiamo a destra percorrendo il sentiero 631 e infiliamo le ciaspe in quanto si inizia a sprofondare nella neve che comincia ad essere abbondante, ma morbida per l'alta temperatura. Camminiamo in maniche corte e, nei tratti non protetti dagli alberi, si sentono bruciare viso e braccia.
Non è sempre facile individuare il sentiero da seguire in quanto alcuni segnavia sono coperti dalla neve, altri poco evidenti, ma per fortuna Paolo controlla spesso la mappa per verificare la correttezza del nostro incedere.
Dopo aver attraversato uno stretto passaggio sopra la spettacolare cascata del Potok, ed aver oltrepassato l'incrocio col sentiero 643 Alta Via Resiana che ci riporterà a valle qualche ora dopo, ad un certo punto il pendio si apre, gli alberi si diradano e la verticalità rischia di far scivolare le ciaspe: bisogna incastrare bene il lato a monte e ogni passo richiede un appoggio deciso e profondo. A causa, in ordine sparso di: dislivello, stanchezza e poco allenamento, la fatica comincia a farsi sentire e l'incedere è rallentato da numerose soste.
A Stolvizza vediamo i primi bucaneve e dopo un tratto di asfalto prendiamo il sentiero Ta Lipa Pot che ci riporterà in piazza a Prato di Resia, dove tutto è cominciato
Il sentiero che scende quasi al livello del fiume è davvero ben curato e piacevole: qualche ponticello, e tavole sollevate per evitare gli acquitrini, bei segnavia e tabelle ad ogni incrocio.
sabato 20 febbraio 2021
Sci di fondo in Val Gleris
Valle poco frequentata ma una vera oasi di pace, con panorama ampio e diverse possibilità di trascorrere sportivamente il tempo in montagna.
Arrivo prestissimo, tanto che il signore che fa la manutenzione della pista arriva poco dopo di me e inizia il giro di preparazione: fantastico, avrò i cananlini perfetti! :)

domenica 3 gennaio 2021
1, 2, 3: se il 2021 fosse tutto così!
1° gennaio - camminata
Cerchiamo di vedere il lato positivo di tre giorni di festa tutti per me, da passare... in rosso!
Il colore è quello della zona, per cui spostamenti consentiti solo per attività sportive all'aperto, inidividuali, e con partenza a piedi o in bici da casa.
Preciso il tutto che mi auguro, tra un po' di tempo, di non ricordare esattamente che cavolo ho scritto sul colore rosso, quando ormai la pandemia causata dal COVID-19 sarà solo un lontano ricordo!
Il primo gennaio mi incontro casualmente con Patrizia e Paolo all'inizio della ciclabile e chiacchieriamo allegramente fino alla fine dell'asfalto, sotto Cattinara. Una mezza idea di andare sul Kokos l'avevo riposta da qualche parte, ma il tempo incerto e gli amici l'avevano messa in secondo piano. Tutto sommato Gea ed io abbiamo voglia di camminare e quindi su per via alpi Giulie si fa presto ad arrivare in via del Botro, luogo di giochi e svago della mia infanzia, di mia sorella e dei miei cugini. Da Cattinara quindi via Marchesetti, Longera e sentiero 1 fino Basovizza.
Finalmente via dall'asfalto posso lasciare libera di correre la mia piccola quadrupede, instancabile e allegra quando il prato prende il posto del bitume: cose da non credere, ma sembra davvero che sorrida!
Dal centro abitato verso il parco degli Eroi, per poi risalire sul bel sentiero bianco azzurro che inizia dolcemente per poi inerpicarsi come piace a me sul fianco fangoso del monte di casa. Piove già da un po', in salita non da fastidio se non fosse per gli occhiali...
Scendiamo giù seguendo il sentiero 28 che ci porta alla chiesetta di Pesek e quindi giù ancora fino ad arrivare sulla ciclabile. Le mani iniziano a perdere sensibilità e la stanchezza inizia a farsi sentire. Arrivata al pinto dove qualche ora prima avevo salutato Patty e Paolo, ripendo la salita verso Cattinara e rientro a casa scendendo per via Forlanini. Bagno caldo immancabile per tutte e due!
2 gennaio - un po' di bici...
la giornata presenta un cielo coperto e le gambe sono un po' stanche per la camminata del giorno prima, ma ho proprio voglia di stare a casa: finisco di nuovo in ciclabile dove casualmente incontro Paola & Stefano. Il tempo per gli auguri e scambiare due chiacchiere e poi li lascio al loro allenamento di corsa; per me potrebbe anche bastare così, giro i tacchi e scendo verso città; vedo il cielo sopra il mare, ha un bel colore arrabbiato, e si specchia dentro il mare, che è di un blu intenso e mi viene voglia di vederlo da vicino. Da San Giacomo al mare è un attimo e così passo dalla sister, per una pausa caffè.
Quando esco mi sento più riposata, il tempo sembra tenere e mi viene in mente che è una vita che non faccio la costiera in bici: il traffico è praticamente assente e vado a respirare un po'. Tornano alla mente le edizioni della Bavisela, quando in mezza o in maratona eravamo i padroni indiscussi dell'asfalto, e lo spettacolo della città alleggeriva la stanchezza alle gambe (e anche la lieve discesa della costiera faceva il suo!), così come i pensieri corrono ai (pochi) giri in BDC di dieci anni fa...
Ora il ritmo è davvero tranquillo, ciclisti veri mi sfrecciano accanto sui copertoni che sono larghi appena un centimetro, che leggerezza, che velocità! col mio passo e le soste fotografiche arrivo a Sistiana; mannaggia me e la mia mania dei giri ad anello, rientro per Aurisina. Non ricordavo ci fosse tanta salita, ero uscita per fare 10 km o poco più, la stanchezza inizia a farsi sentire ed ho anche fame...
dopo Padriciano inizia a piovere seriamente, chiudo il giro sotto la pioggia battente, e per fortuna che l'arrivo è in discesa, per chiudere questi inaspettati 40 km!
3 gennaio - forse è la volta buona che provo un traverso!
Il modo di "arrampicare" senza compagno c'è: non è altrettanto divertente, manca compagnia e spiritosaggini, ma senza lasciar corree troppo tempo dall'ultima volta, vado a provare il traverso "unto" della Napo. Tra nebbia e pioggia è da metà dicembre che la falesia è bagnata, ma domenica mattia forse una finestra di sole asciuga la roccia.
Anche oggi siamo in zona rossa, per cui a Prosecco ci arrivo in bici, facendo un'altra vecchia conoscenza ciclistica su strada nuova per Opicina, forse la più morbida da casa, e poi la Napoleonica in discesa.
All'inizio dell'asfalto, dove Guido mi ha indicato l'inizio del supplizio :P incontro anche Renzo con la moglie: hanno avuto la mia stessa idea! Bici parcheggiate sul muretto e magnesite appesa in schiena. Un po' di chiacchiere e poi ci si mette sotto. più che una mattina di allenamento sembra di stare in salotto in piazza unità, dato che dopo un po' passa di là anche Simonetta, mia compagna di "corso di arrampicata".
Il sole, che ha fatto capolino per un paio d'ore, è tornato a nascondersi dietro le nuvole, ed è inutile illudersi, le previsioni danno pioggia anche per oggi e quando si alza un po' di aria è il momento di ripartire.